I Carri polacchi in marcia verso Castelferretti, al bivio di Casteld'Emilio, sotto Paterno 18 lugli

I Carri polacchi in marcia verso Castelferretti, al bivio di Casteld'Emilio, sotto Paterno 18 lugli
Bivio per Casteld'Emilio, sotto Paterno: La popolazione civile, in maggioranza femminile in quanto gli uomini erano nascosti applaude al passaggio dei carri polacchi

giovedì 17 ottobre 2019

QUADERNI DEL NASTRO AZZURRO N.4 del 2019 Copertine



ANNO LXXX, Supplemento IX, 2018, n. 4
In Copertina
Medaglia della Vittoria coniata e firmata da Luciano Zaniella
prodotta in tiratura limitata
67 mm di diametro e pesa 140 grammi
Disponibile in bronzo similoro
E' possibile richiederla alla Presidenza dell'Istituto del Nastro Azzurro
(segreteriagenerale@istitutonastroazzurro.org)

mercoledì 9 ottobre 2019

QUADERNI DEL NASTRO AZZURRO Sommario e nota redazionale

 SOMMARIO
 Anno LXXIX, Supplemento IX, 2018, n. 4, 10° della Rivista “Quaderni”  www.istitutodelnastroazzurro.it indirizzo:centrostudicesvam@istitutonastroaz zurro.org 

Editoriale del Presidente.  Carlo Maria Magnani: 


IL MONDO DA CUI VENIAMO: LA MEMORIA           

APPROFONDIMENTI 

AA.VV, La Battaglia di Vittorio Veneto. Ricostruzione ed Analisi.
Luigi Marsibilio, La Battaglia di Vittorio Veneto 
Osvaldo Biribicchi, Comando Supremo Regio Esercito. Le truppe italiane negli altri campi della Grande Guerra 
Massimo Coltrinari, Un elenco Glorioso. Le Armate Italiane a Vittorio Veneto nella versione del Comando Supremo.
 Alessia Biasiolo, L’Impero italiano in epoca fascista 

DIBATTITI 
Giovan Battista Birotti, Soldati e contadini. L’Esercito giapponese nel periodo Meiji (1868-1912)

ARCHIVIO 
Redazionale, Chiara Mastroantonio, Lo Statuto della Legione AzzurraPag.00 

MUSEI,ARCHIVI E BIBLIOTECHE 

Alessio Pecce, Giulio Moresi, aspirante ufficiale, bersagliere, caduto il 17 agosto  1917 sull’Hermada, sul Carso. Il Ricordo  

Posteditoriale: Antonio Daniele, Il Calendario azzurro per il 2019

IL MONDO IN CUI VIVIAMO: LA REALTA’ DI OGGI 

UNA FINESTRA SUL MONDO Sandra Milani, L’uso delle sostanze stupefacenti come strategia nella guerra e nel terrorismo islamico

GEOPOLITICA DELLE PROSSIME SFIDE Luca Bordini, Riflessioni sulla comunicazione digitale delle Forze Armate 

Autori. Hanno collaborato a questo numero.
Articoli di Prossima Pubblicazione
Segnalazioni Librarie. 

CESVAM NOTIZIE Centro Studi sul Valore Militare 

I “Quaderni on Line”, Supplemento on Line, Anno 5°, V, 2018,  Maggio 2018, n. 30 
I “Quaderni on Line”, Supplemento on Line, Anno 5°, VI, 2018  Giugno 2018, n.31.
I “Quaderni on Line”, Supplemento on Line, Anno 5°, VII, 2018, Luglio 2018, n. 32

“Quaderni” on line sono su: www.valoremilitare.blogspot.com 

PER FINIRE Massimo Coltrinari,  Il Valore Militare attraverso le Cartoline Militari ed oltre 

Nota redazionale: Il seguito di riflessioni in questo fine anno non può portare che ad aggiustamenti sulla attività del CESVAM. Si dovrà porre maggiore attenzione alle attività esterne del CESVAM stesso e porre delle pregiudiziali di collaborazione che siano allineate al livello di ambizione del CESVAM. Il dibattito che necessariamente deve esistere all’interno deve passare attraverso una distinzione. L’Istituto del Nastro Azzurro ha due componenti che lo distinguono dalle altre Associazioni 
Combattentistiche.  La prima. È quella dell’associazionismo combattentistico” in cui è necessario porre alla base la componente militare, quella di chi ha mostrato il proprio valore militare e gli è stato riconosciuto, quella associativa e in parte reducistica. Tutti elementi che fanno capo, almeno per i militari, alla legge dei Principi del 1977 che deve animare ogni militare della Repubblica se si vuole definire tale. In pratica è una funzione verso l’interno dell’Istituto, nelle sue componenti ed articolazioni.  La seconda. Quella di Ente Morale, che deve ispirare l’azione dell’Istituto del Nastro Azzurro al pari dei suoi similari (Istituto della Previdenza Sociale, Istituto per la Storia del Risorgimento, Croce Rossa, ecc.) in cui la componente militare è sempre presente, in cui emerge quella di chi ha mostrato il proprio valore militare, ma non gli è stato riconosciuto ufficialmente con le previste decorazioni e modalità, in cui emergono in oltre misura la disponibilità, l’altruismo, il senso di appartenenza, le tradizione militari dei Corpi e delle Unità, il senso del servizio, e soprattutto la volontà di portare i principi statutari anche verso l’esterno, verso le componenti della società civile, le nuove e le vecchie generazioni, nelle forme più efficaci. In pratica è una funzione verso l’esterno dell’Istituto.  Fra le due componenti vi deve essere sinergia, armonia, collaborazione. Occorre in tutti i modi che non emergano contrasti, invidie, contrapposizioni, prese di posizioni imposte, intolleranza. Qualora queste emergessero sarebbe un gravissimo errore quello di affrontarle di petto, con ”fieri ed animati accenti”; più opportuno ed intelligente sarebbe la soluzione che adotti pazienza, silenzio, comprensione e soprattutto mettere spazio e tempo per spegnere ogni fuoco o fuocarello. A questo proposito viene in aiuto Italo Calvino, il quale scrive in “Le città invisibili” 

L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se n’è uno, è quelle che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne: il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione ed apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e che cosa, in merito all’inferno, non è l’inferno, e farlo durare, e dargli spazio.” 


mercoledì 2 ottobre 2019

Personaggi e Protagonisti Ancona Luglio 1944

ROLF DITTMANN Neuwied (Rhein) 2.3.1918. Comandante 6 compagnia 2 battaglione/993 Reggimento Fanteria Granatieri. I

Inizia la sua carriera nel 1937 nell'80 Fanteria. Sottotenente nel 1940. Tenente nel 1942. Capitano nel 1944. Prende parte alle campagne di Francia, a quella di Russia dove viene ferito due volte, a quella d'Italia restando ferito per una terza volta presso San Marino.
Nel luglio del 1944 è comandante della 6 Compagnia del 2 battaglione/993 Granatieri.
LEIPOLD. Comandante 7 compagnia 2 battaglione/993 Reggimento Fanteria Granatieri
HARNIS. 1 compagnia/994 Reggimento Fanteria Granatieri. Mercoledì 21 giugno Beltrovato (vedi sopra).

WILHELM DROEDCHER Kirn an der Nahe 7.10.1920 - 18.11.1977. Tenente della Riserva 278 Battaglione pionieri. 

Più volte ferito, decorato della Croce Tedesca in oro già come caporal maggiore, circostanza piuttosto rara. Aiutante nel 278 Battaglione pionieri. Nel dopoguerra è stato Tesoriere federale dello S.P.D. (Partito Socialista Tedesco).

RUDOLF GODOR. 278 artiglieria. 

Episodi.Lunedì 3 luglio. I granatieri del 994 con il battaglione fucilieri, che era stato aggregato, appoggiati in maniera eccellente dal 2 e 4 gruppo del 278 artiglieria, combattevano sotto l'accorto comando del maggiore della riserva Rudolf Godor contendendo al nemico ogni metro di terreno: Centofinestre veniva perduta, ma il fronte si era però rafforzato. (Hoppe p.26)

JAENSCH. 
Episodi. Sabato 1 luglio 1944 Castelfidardo sponda settentrionale del fiume Musone. All'imbrunire un carro leggero polacco si ferma a 300 metri davanti alla postazione del nostro 1 plotone e resta bloccato nel fosso a lato della strada. Il cap.Rolf Dittman lo affronta con alcuni volontari tra I quali partecipa il sottotenente Jaensch della 14 compagnia con un lancio di razzi controcarro. Si avvicinano a cento metri e Jaensch con due granate distrugge il mezzo corazzato.

KAMMLER.

KURT KNORN. -  febbraio 1966. Capitano
 statale 16 dalla direzione del finto attacco, entrano in Ancona i carri armati del reggimento di  Ulani Karpaty e i lancieri di Karpazia.  La colonna di centro alle 17 raggiunge Chiaravalle. Il CIL sgombra definitivamente i tedeschi dal Musone attestandosi a Rustico. Il territorio di Numana è completamente liberato.

sabato 28 settembre 2019

Personaggi e protagonisti Ancona Luglio 1944 5



PETERS. Comandante 3 compagnia e interinalmente del 1 battaglione/993 Reggimento Fanteria Granatieri. 

Episodi. Martedì 4 luglio Castelfidardo. Sull'ala destra è stato possibile per i tedeschi mantenere le posizioni sulla linea Centofinestre-Montoro, ma il 1 battaglione del 993 reggimento granatieri soccombe di fronte all'attacco di forze corazzate polacche fresche. Il tenente Peters, comandante della 3 compagnia, e interinalmente del battaglione, rimane gravemente ferito.

LUDWING HEYMANN.1913. Tenente 2 Battaglione 992 Reggimento Fanteria Granatieri. 

Reduce della campagna d'Italia pubblica per sua iniziativa la rivista "DIE NEUE BRUCKE" il nuovo ponte a nome degli ex appartenenti alla 278 e alla 333 Divisione di Fanteria tedesca. Il numero 74 del luglio del 1983 è dedicato in buona parte alla Battaglia di Filottrano

KUHN. Comandante 8 compagnia 2 battaglione/993 Reggimento Fanteria Granatieri. 

Episodi. 2 luglio Crocette di Castelfidardo. Ma ben presto la situazione si fa critica. Dal frastuono del combattimento deduco che ai carri armati nemici doveva essere riuscito raggiungere la quota 45, che domina la zona. I reparti dell'8 compagnia, impegnati in quel settore, si difendono valorosamente al comando del sottotenente Kuhn, ma vengono annientati e lo stesso comandante ferito, viene fatto prigioniero. (Dittman pp.5-6)

HEINRICH KAFFENBERGER. 8 compagnia/992 Reggimento Fanteria Granatieri. 

Episodi.Mercoledì 21 giugno 1944 a Beltrovato. Dopo il combattimento si è particolarmente distinto tra gli altri il maresciallo capo Heinrich Kaffenberger.

PAUL BROECKER Schoenau (Slesia) 20.11.1892- 11.2.1964 a 72 anni. Comandante 993 Reggimento Fanteria Granatieri. 
Partecipa alla prima Guerra Mondiale come sottufficiale con 154 Regg.Fanteria sul fronte francese. Nel primo dopoguerra fa parte dei Corpi Volontari. Sottotenente nel luglio 1922. Maggiore nell'ottobre 1936. Combattente in Polonia e in Francia col 2. Regg. Fanteria.
Dall'aprile 1944 Comandante del 993 Fanteria sul fronte adriatico.

HERMANN EICHER Kaiserslautern 17.4.1911 - 30.7.1984. Capitano della Riserva 993 Reggimento Fanteria Granatieri. Consigliere di Pretura.

 Richiamato alle armi, inviato in Russia dove venne ferito e insignito di Croci di Ferro di I e di II classe e del distintivo di appartenente ai Reparti di Assalto. Episodi. Aiutante nel 993 GranatierI, si è particolarmente distinto il 18 luglio 1944 nel corso della battaglia di Ancona. Nel dopoguerra è stato Sottosegretario di Stato nel Ministero per l'Economia ed il Traffico della Regione Renania-Palatinato. Dal 1966 al 1971 Ministro delle Finanze della Renania Palatinato. Insignito di alte onorificenze tedesche ed ufficiale della Legion d'Onore francese.


domenica 22 settembre 2019

Personaggi e Protagonisti Ancona Luglio 1944 4



WERNER KRUEGER 
Berlino 22.7.1905- 
Comandante interinale del 992 Reggimento granatieri. 

Nel 1924, a 19 anni, entra a far parte della Reichswehr. Dopo aver fatto carriera come sottufficiale, il 30.6.1936 viene promosso sottotenente della riserva e congedato. Richiamato, prende parte alla campagna di Francia ed a quella di Russia. Dal maggio 1944 è Maggiore e comanda il I battaglione del 993 Granatieri. Episodi. Mercoledì 21 giugno 1944. Beltrovato. Dopo il combattimento  si distingue particolarmente tra gli altri il maggiore Werner Krueger che ha appena assunto il comando del 992 battaglione granatieri dando il cambio al tenente colonnello Glase (Hoppe p.22). Mercoledì 15 giugno 1944. Le truppe tedesche del 992 reggimento granatieri sostengono ora il compito della difesa di Osimo. Il comandante maggiore Krueger ed il suo aiutante tenente Widmaier guidano I combattimenti. Lunedì 17 luglio 1944. Nel corso di queste operazioni il maggiore Werner Krueger, che aveva nuovamente assunto il comando del suo 1 battaglione del 993 granatieri, cadeva prigioniero del nemico a Galignano vicino Ancona (Hoppe pp.31-32). Giovedì 20 luglio. Ancona. Il feldmaresciallo Kesselring ed il generale d'armata von Vietinghoff trasmettono telegrammi di congratulazione per il comportamento delle truppe tedesche nella battaglia di Ancona. Viene inoltre confermata l'assegnazione della croce di cavaliere al maggiore Krueger, come comandante del 992 granatieri, pur restando sospesa sino al suo rientro dalla prigionia. (Hoppe pp.32-33)  Decorato III (Hoppe p.103)PETERS. Comandante 3 compagnia e interinalmente del 1 battaglione/993 Reggimento Fanteria Granatieri. Episodi. Martedì 4 luglio Castelfidardo. Sull'ala destra è stato possibile per i tedeschi mantenere le posizioni sulla linea Centofinestre-Montoro, ma il 1 battaglione del 993 reggimento granatieri soccombe di fronte all'attacco di forze corazzate polacche fresche. Il tenente Peters, comandante della 3 compagnia, e interinalmente del battaglione, rimane gravemente ferito.

LUDWING HEYMANN.1913. 
Tenente 2 Battaglione 992 Reggimento Fanteria Granatieri.

Reduce della campagna d'Italia pubblica per sua iniziativa la rivista "DIE NEUE BRUCKE" il nuovo ponte a nome degli ex appartenenti alla 278 e alla 333 Divisione di Fanteria tedesca. Il numero 74 del luglio del 1983 è dedicato in buona parte alla Battaglia di Filottrano
KUHN. Comandante 8 compagnia 2 battaglione/993 Reggimento Fanteria Granatieri. Episodi. 2 luglio Crocette di Castelfidardo. Ma ben presto la situazione si fa critica. Dal frastuono del combattimento deduco che ai carri armati nemici doveva essere riuscito raggiungere la quota 45, che domina la zona. I reparti dell'8 compagnia, impegnati in quel settore, si difendono valorosamente al comando del sottotenente Kuhn, ma vengono annientati e lo stesso comandante ferito, viene fatto prigioniero. (Dittman pp.5-6)


venerdì 13 settembre 2019

Personaggi e protagonisti Ancona Luglio 1944 3



VALENTIN FEURSTEIN. 
Comandante 51.mo Corpo d'Armata Alpino
Episodi. Lunedì 19 giugno 1944, il quartiere generale del comando tattico della 278 divisione di fanteria tedesca viene insediato a Castelfidardo. Arriva nella sede del comando tedesco il generale Valentin Feurstein, comandante del 51 corpo d'armata Alpino, e da' istruzioni che la ritirata venga rallentata in modo tale che il porto di Ancona sia tenuto ancora per almeno altre tre settimane, guadagnando tempo per la organizzazione della Linea Gotica

 Gen. HARRY HOPPE  
Braunschweig 11.2.1894 - Wetzlar 23.8.1969 a 75 anni. Comandante della 278 Divisione di Fanteria. L'8.8.1914 si arruola volontario ed è assegnato al 92 Reggimento fanteria della sua città natale. Prende parte ai combattimenti nei Carpazi, in Galizia, Lituania e Curlandia. Sul f te occidentale partecipa alle battaglie di Vimy e Cambrai. Il 21.3.1918 viene insignito dell'alta e rara decorazione dell'Ordine della Casa Reale di Hohenzollern con spade. Nel 1921 fa parte del 18 Reggimento Fanteria del ricostituito esercito (Esercito dei 100.000). Negli anni 1925 e 26 il tenente Hoppe è ispettore presso la Scuola dell'Esercito di Wuensdorf. Dal 1928 al 1930 si trova a Stettino al Comando della 2 Divisione di Fanteria come istruttore. Promosso Tenente Colonnello nel 1939. Prende parte alla seconda guerra mondiale al comando del 424 Regg.Fanteria e conquista le città di Nogorod e  Schluesselburg, Il 1.10.1942 è al comando della 126.ma Divisione di Fanteria Il 1.12.1942, promosso maggior generale prende parte ai combattimenti nella sacca di Demianmsk, al Lago Illmen ed alla terza battaglia del Lago Ladoga, sempre sul fronte russo. Il 1.6.1943 promosso tenente generale. Dal 1.12.1943 è al comando della 278 Divisione, di recente costituzione destinata ad operare in Italia sul fronte adriatico dal maggio 1944 sino al maggio 1945, prendendo parte attivissima alle battaglie di Ancona, Rimini e Forlì. Il Generale Hoppe è stato ferito sette volte e decorato. Tornato dalla prigionia nel maggio 1948 si è ritirato a Wetzlar dova trova impiego presso l'ufficio di assistenza sociale delle Ferriere Buderus.

venerdì 6 settembre 2019

Personaggi e Protagonisti. Ancona Luglio 1944 2


ALBERT KESSELRING. 
Markstedt Baviera 1885 - Bad Nauheim Francoforte 15.7.1960. Comandante del Gruppo Armate C. Feldmaresciallo tedesco. Ufficiale d'artiglieria appartenente al corpo di S.M, passa poi durante la prima guerra mondiale all'aviazione. Collaboratore di von Seeckt si specializza nello studio delle operazioni aereo terrestri. Nel 1935 ha una funzione importante nella creazione della Luftwaffe, di cui diviene nel 1936  capo di S.M. Comandante della 1 poi della 2 flotta aerea in Polonia 1939 e in Francia 1940 ha parte notevole nella conquista del dominio dei cieli che è preludio alle vittoriose campagne tedesche, e viene promosso feldmaresciallo nel 1940. Dopo aver partecipato alle operazioni in Russia nel 1941 viene inviato in Sicilia nel 1942 come comandante della 10 armata  e del fronte su (Mediterraneo) al quale è collegato l'Afrikakorps di Rommel operante in Libia. Comandante del gruppo di armate C in Italia nel 1943-1944 dirige con molta abilità la ritirata delle truppe tedesche dal Sud, dopo l'8 settembre, mettendo in grave pericolo le forze alleate durante lo sbarco a Salerno. Adottando una strategia temporeggiatrice ferma a lungo gli Alleati a Cassino e sulla linea Gustav e sa sfruttare il terreno e ogni altra occasione favorevole senza rinunciare a tentativi di contrattacco (Anzio marzo 1944). Persa Roma (giugno) arretra lentamente arrestandosi durante l'inverno 1944-45 sulle forti posizioni della linea gotica. Per questo viene considerato uno tra i migliori condottieri posti in luce dalla seconda guerra mondiale. Episodi: La truppa veniva incoraggiata in questa fiducia in se stessa quando alle 5 del mattino del 16 luglio si presentava al comando della divisione a Montemarciano il feldmaresciallo Kesselring accompagnato dal suo capo di stato maggiore tenente generale Roettiger (Hoppe pp.30-31)  Essendo gravemente ammalato, il generale Hoppe gli fece visita proprio il 15 luglio senza immaginare che il vecchio Feldmaresciallo sarebbe morto poche ore dopo. Al momento del commiato, le ultime parole di Kesselring furono: "Mi saluti I soldati della valorosa 278.ma Divisione ai quali auguro ogni bene."

venerdì 30 agosto 2019

La conquista di Ancona luglio 1944 Bibliografia 1


BIBLIOGRAFIA





==, ==, Diario Storico Militare del Corpo Italiano di Liberazione, Giugno, Luglio, Agosto 1944, Roma, Ministero della Difesa, Stato Maggiore dell’Esercito, Ufficio Storico, 1944.
==, ==, Partecipazione Marche, Rivista. 10. Numero speciale, 15 novembre 1977, Ancona, Regione Marche.
==,==, La Partecipazione delle Forze Armate alla Guerra di Liberazione ed alla Resistenza. 8 settembre 1945 – 8 maggio 1945, Roma, Ministero della Difesa, Stato Maggiore dell’Esercito, Ufficio Storico, 2003.
AA, AA., L’agonia dello zuccherificio, in Jesi e la sua valle, n. 16, 1970
AA. AA., Il Piave. Giornale-settimanale dei soldati italiani con l’Ottava Armata, Raccolta Luglio 1944
AA.,AA., La Guerra di Liberazione. Scritti nel Trentennale., Roma, Ministero della Difesa, Stato Maggiore dell’Esercito, Ufficio Storico, 1979.
Abbruzzetti A., Diario di Guerra del Cav. Angelo Abbruzzetti, inedito
Appignanesi P., Bacelli D.,La Liberazione di Cingoli. 13 luglio 1944 e le altre pagine di storia cingolana, Cingoli, Associazione Nazionale Partigiani d’Italia Sezione di Macerata-Amministrazione Provinciale di Macerata-Comune di Cingoli, 1986.
Baducci F., ( a cura di) Il passaggio del fronte e gli uomini in guerra. Testimonianze, lettere, diari, documenti di Archivio, Polverigi, Scuola Media Polverigi, Comune di Polverigi, 2012
Balestra E., Diario parrocchiale di Santa Maria del Piano di Don Ezio Balestra, inedito
Bandini F., Il dirottamento del Corpo Italiano di Liberazione (C.I.L.) al settore adriatico. in Atti del Convegno di Studi, Corinaldo 22.23.24 Giugno 1994, Sala Grande del Comune, Roma, Centro Studi e Ricerche sulla Guerra di Liberazione, Scena Illustrata Editrice, 1996.
Battaglia R., Storia della resistenza italiana, Torino, Einaudi, 1964
Bertolo G., L’ora della Liberazione, in Pesaro contro il fascismo, Urbino, Argalia, 1972,
Bonci F., Diario 1944. Il passaggio del Fronte ad Osimo, in, “Il Secondo Risorgimento d’Italia”, Anno XIV, n.1, 2004
Boscardi E., “E il 7 giugno di sorpresa sfilarono gli italiani – un episodio della Liberazione di Roma dimenticato dalla storia ufficiale”, in Il Tempo, Roma, 7 giugno 1984.
Boscardi E., L’entrata delle truppe italiane a Roma, in Dalle Mainarde al Metauro. Il Corpo Italiano di Liberazione (C.I.L.) 1944. in Atti del Convegno di Studi, Corinaldo 22.23.24 Giugno 1994, Sala Grande del Comune, Roma, Centro Studi e Ricerche sulla Guerra di Liberazione, Scena Illustrata Editrice, 1996.
Boscardi E., Toselli P., (a cura di), Le Divisioni Ausiliarie nella Guerra di Liberazione – Atti del Convegno di Studi, Lucca, 8, 9, 10 ottobre 1994, , Roma, Centro Studi e Ricerche sulla Guerra di Liberazione, Scena Illustrata Editrice, 1998.
Boscardi E., Toselli P., Grassi N. (a cura di), Dalle Mainarde al Metauro. Il Corpo Italiano di Liberazione (C.I.L.) 1944. – Atti del Convegno di Studi, Corinaldo 22.23.24 Giugno 1994, Sala Grande del Comune, Roma, Centro Studi e Ricerche sulla Guerra di Liberazione, Scena Illustrata Editrice, 1996.
Caglini C., Bombardamenti su Ancona e Provincia 1943-1944, Ancona, Cassa di Risparmio, 1983
Camilletti M.G.,, ( a cura di) Raymonts Ellis. Memorie di un soldato inglese nelle Marche. Ancona, Affinità Elettive, 2010
Campana G., ( a cura di) Catalogo. Il II Corpo d’Armata Polacco nelle Marche: 1944-1946. Mostra Fotografica., Regione Marche, Comune di Piagge, Istituto Regionale per la Storia del Movimento di Liberazione nelle Marche, 2006
Campana G., (a cura di), Rapporto sulle operazioni del II Corpo Polacco nel settore adriatico. Giugno-Settembre 1944, la guerra nelle Marche. Le battaglie di Ancona, Loreto, del Metauro, della Linea Gotica in un documento del P.R.O., Ancona, Istituto Regionale per la Storia del Movimento di Liberazione nelle Marche, 1999.
Campana G., 1943-1947. Il II Corpo d’Armata Polacco in Italia.,Ancona, Regione Marche, Museo della Liberazione di Ancona, Istituto Regionale per la Storia del Movimento di Liberazione nelle Marche, Quaderni del Museo della Liberazione di Ancona n. 1  2009
Campana G., Agosto 1944. Il II Corpo d’Armata Polacco a Senigallia,Ancona, Regione Marche, Museo della Liberazione di Ancona, Istituto Regionale per la Storia del Movimento di Liberazione nelle Marche, Quaderni del Museo della Liberazione di Ancona n. 3,  2013
Campanella E., Monte Marrone: Cerniera tra il Primo Raggruppamento Motorizzato ed il Corpo di Liberazione in Dalle Mainarde al Metauro. Il Corpo Italiano di Liberazione (C.I.L.) 1944. – Atti del Convegno di Studi, Corinaldo 22.23.24 Giugno 1994, Sala Grande del Comune, Roma, Centro Studi e Ricerche sulla Guerra di Liberazione, Scena Illustrata Editrice, 1996.
Cappellano F., Orlando S., (a cura di), L’Esercito Italiano dall’armistizio alla Guerra di Liberazione. 8 settembre 1943 -25 aprile 1945., Roma, Ministero della Difesa, Stato Maggiore dell’Esercito Ufficio Storico, 2005
Catraro L., Cesaroni M., Bislani R., Il passaggio del fronte di guerra raccontato da mio nonno. Racconti degli alunni delle quinte elementari dell’anno scolastico 1993/1004, Castelfidardo, Comune di Castelfidardo, 1994.
Ciacci A., Hoppe H. La 278° divisione di fanteria in Italia 1944-1945, in Jesi e la sua valle, Luglio 1964
Coltrinari (Baldoni) M., Il fronte del sud ed il fronte del nord nelle marche. Giugno-Settembre 1944, in “Il Secondo Risorgimento d’Italia”, Anno XIV, n.1, 2004
Coltrinari M., Coltrinari L., La ricostruzione e lo studio di un avvenimento militare, Roma, Edizioni Nuova Cultura, 2009
Coltrinari M., Giugno-Settembre1944. IL fronte in Italia diviene secondario nella strategia alleata. La conclusione del ciclo operativo del Corpo Italiano di Liberazione e le origini tecnico-operative dei gruppi di Combattimento, .in “Il Secondo Risorgimento d’Italia”, Anno XIV, n.1, 2004.
Comune di Filottrano, X anniversario della Battaglia di Filottrano. 9 luglio 1944. 9.luglio 1954, Filottrano, Comune di Filottrano, 1954
Comune di Osimo, I giorni della liberazione. Corpo Italiano di Liberazione e Resistenza nell’Osimano, Osimo, Comune di Osimo Introduzione P. Polenta, 1974
Crapanzano E. (a cura di), Il Corpo Italiano di Liberazione. Aprile-settembre 1944. Narrazione-Documenti, Roma, Ministero della Difesa-Esercito, Stato Maggiore dell’Esercito, Ufficio Storico, 1971, 2° Edizione,
De Napoli D., I “Patrioti” della Maiella, in Dalle Mainarde al Metauro. Il Corpo Italiano di Liberazione (C.I.L.) 1944. in Atti del Convegno di Studi, Corinaldo 22.23.24 Giugno 1994, Sala Grande del Comune, Roma, Centro Studi e Ricerche sulla Guerra di Liberazione, Scena Illustrata Editrice, 1996
Fazi M., Pieroni I., 17 luglio 1944 E’ il giorno bramato della offensiva e della completa liberazione.. Giugno-Agosto 1944. Diari del passaggio del fronte di Osimo e Offagna, Offagna, 2002
Franco S., Aspetti sanitari Corpo Italiano di Liberazione (C.I.L.). in Atti del Convegno di Studi, Corinaldo 22.23.24 Giugno 1994, Sala Grande del Comune, Roma, Centro Studi e Ricerche sulla Guerra di Liberazione, Scena Illustrata Editrice, 1996
Fratesi M., Don Giulio racconta. L’impegno civile di don Giulio Giacconi, Agugliano, Comune di Agugliano (An), 2007
Galeazzi M., (a cura di), Su e giù per il Montagnolo, Ancona, Comune di Ancona ed altri, 2008
Giacomini R., Pallunto S., Guerra di Resistenza. Antologia, Ancona, Istituto Regionale per la Storia del Movimento di Liberazione nelle Marche 1997,
Gobbi C., “Quota 360”. Il Monte della Crescia. Diario di guerra 1940-1945 e del fronte di Don Fulvio Badaloni, parroco di San Paterniano di Osimo, Osimo, Osimo Edizioni, 2004

mercoledì 21 agosto 2019

La conquista di Ancona Luglio 1944 Bibliografia II


Hoppe H., Die 278 infanterie division in Italien 1944/1945, Bad NAuheiem, Verlag Hans Henning Podzum, 1953
Jackson W.G.F., La battaglia d’Italia, Milano, Il Club degli Editori, 1970
Lodi R., L’artiglieria del Corpo Italiano di Liberazione (C.I.L.). Ricordo di Leandro Giaccone. in Atti del Convegno di Studi, Corinaldo 22.23.24 Giugno 1994, Sala Grande del Comune, Roma, Centro Studi e Ricerche sulla Guerra di Liberazione, Scena Illustrata Editrice, 1996
Lombardi G., Il Corpo Italiano di Liberazione, Roma, Magi-Spinetti, 1945.
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sabato 10 agosto 2019

La conquista di Ancona nel luglio 1944 L'ambiente operativo


                                                               Il fiume Musone nel 1944

L’ambiente operativo ne quale si svolsero le operazioni del II Corpo d’Armata Polacco e del Corpo Italiano di Liberazione nel periodo giugno-luglio 1944, nelle sue linee d’insieme, è caratterizzato da una zona appenninica ricca di colline nella prima fase dell’avanzata, fino a Macerata. IL terreno montagnoso particolarmente elevato, aspro e difficile era adatto all’impiego delle unità del Corpo Italiano di Liberazione, le quali, pur non essendo adeguatamente motorizzate, avevano però il vantaggio do essere ben allenate a manovrare in terreni impervi ed ad agire svincolate dalla rete stradale. La zona inoltre, proprio in relazione alla sua inospitalità, era caratterizzata da scarsa densità di popolazione, con un numero esiguo di centri abitati, peraltro di non vasta estensione.
Oltre  Macerata verso nord est, il terreno è caratterizzato da una successione di colline a sviluppo altimetrico piuttosto ridotto, di facile transito e separate tra di loro da successivi corsi d’acqua. Questi, pur non costituendo ostacoli per l’avanzata verso nord, offrivano tuttavia la possibilità di organizzare linee difensive molto efficaci che potevano sfruttare al meglio gli appigli tattici del terreno In sintesi la zona di manovra si articolava in aree montuose appenniniche all’interno del settore Adriatico e in zone collinari sposandosi più ad est verso il mare 

giovedì 18 luglio 2019

La conquista di Ancona Luglio 1944 I lineamenti operativi



I lineamenti operativi

a.      Polacchi
L’Esercito Polacco, durante le operazioni nel settore adriatico, si trovò per la prima volta ad utilizzare in maniera autonoma un unico complesso di forze corazzate e di manovra. Sino ad allora aveva  operato con contingenti poco motorizzati ed una artiglieria quasi esclusivanebte ippotrainata. Durante le operazioni italiane si trovarono ad operare secondo nuove tecniche e dottrine militari, quello che poi succederà agli Italiani quando, costituitesi i Gruppi di Combattimento, dovranno addestrarsi ed operare secondo tecniche e dottrine britanniche. Il II Corpo d’Armata polacco era infatti strutturato sul modello britannico, ma disponeva di supporto diretto di artiglieria e carri armati, oltre che a Servizi non presenti in un Corpo d’Armata Britannico. Il parziale fallimento della manovra di accerchiamento delle forze tedesche in uscita da Ancona, come vedremo in seguito, può essere attribuito alla inesperienza del contingente polacco nell’utilizzo delle suddette dottrine di impiego di forze motorizzate e corazzate. Si verificò, infatti, uno scollamento nella fase di sfondamento tra le forze corazzate e la fanteria che non appoggiava adeguatamente l’avanzata dei carri armati. Ciò nonostante l’azione complessiva risultò efficace grazie all’imponente forza d’urto messa in campo  delle forze polacche contro le linee polacche. L’offensiva terrestre polacca, inoltre, era appoggiata efficacemente dalla British Deser Air Force, sia come bombardieri medi, attaccando obiettivi in profondità, sia come supporto aereo ravvicinato (Close Air Support) richiesto via radio contro bersagli di opportunità da parte di osservatori specializzati (Forward Air Controllers, ad integrazione alle truppe in avanzata secondo quanto previsto dalla dottrina di aereo-cooperazione alleata. Questa organizzazione fa comprendere come Osimo e gli altri paesi limitrofi non furono, durante il passaggio del fronte, bombardati in modo indiscriminato in quanto non era retti tizio raderli al suolo con bombardamenti massici, con il rischio di creare opportunità di difesa ai tedeschi, come il bombardamento della Abazia di Montecassino, inutile dal punto di vista delle operazioni, aveva dimostrato.
L’uso massiccio dell’artiglieria era attuato secondo la dottrina britannica, che prevedeva uno stretto coordinamento e la pre-pianificazione del fuoco sugli obiettivi del campo di battaglia nelle aree situate davanti alle truppe ed ai corazzati in avanzata. Questo impiego, che è ancora un retaggio della Grande Guerra, ebbe effetti devastanti sul morale delle truppe tedesche che si trovavano esposte al fuoco ed è all’origine di tutti i danni materiali subiti da Osimo e dagli altri paesi limitrofi al passaggio del fronte.

domenica 7 luglio 2019

La conquista di Ancona Luglio 1944 La situazione tattico Operativa





 Il II Corpo d’Armata Polacco, che sostituisce nel versante adriatico il I Corpo d’Armata Britannico, è duramente provato a Cassino ed ha bisogno di organizzarsi, tantochè il gen. Anders, per non usurarlo troppo ed andare incontro a spiacevoli sorprese, impiega una sola divisone, la Karpatica, lungo la litoranea, tenendo praticamente in riserva il resto del Corpo. All’interno la manovra è affidata al Corpo Italiano di Liberazione. Inizialmente, oltre Pescara, è operativa solo la 184a compagna motociclisti della Nembo, che si dirige prima verso l’Aquila poi a Teramo. Sono zone praticamente sgombre di tedeschi, tranne qualche elemento ritardatore. I soldati della Nembo invitano la popolazione a dare un contributo sostanziale al ripristino delle strade. Quando il grosso del Corpo Italiano di Liberazione si mette in marcia, questa funzione è ben assolta.
Il fronte adriatico, quindi, vede lungo la litoranea l’avanzare della divisione Karpatica, ed all’interno il Corpo Italiano di Liberazione. Questi, nell’avanzata, mostra tutti i suoi difetti, il principale del quale è il fatto che non è motorizzato, per cui in realtà su mezzi, autotrasportata, si muove solo la Nembo, scaglionata in profondità.
Questo dello scaglionamento in profondità delle truppe è una caratteristica dell’impiego del Corpo Italiano di Liberazione in quanto il pericolo sul fianco da parte dei tedeschi è inesistente. Scrive Massimo Mazzetti:
“…..per cui abbiamo sempre una forza rilevante a sinistra non si sa bene perche. Comunque è chiaro, che la forza d’urto di queste unità, l’una scarsamente motorizzata e l’altra duramente provata, non poteva essere trascinante, anche se l’avanzata procede bene in effetti, però, la prima resistenza, è nell’area di Filottrano, rappresenta per gli Italiani l’unico grande combattimento che hanno sostenuto. Per quanto riguardai polacchi, le cose sono un po’ diverse...”[1]

I Polacchi combattono in Italia pensando alla Polonia e devono conseguire vittorie sul terreno da far pesare, poi,  sul piano politico. Questo si sposa con l’interesse britannico, di contro, a non dare opportunità agli Italiani di conquistare sul terreno vittorie che poi sarebbero imbarazzanti sul piano politico. Da qui l’azione su Ancona, che viene  sostanzialmente sviluppata solo dai Polacchi. L’azione principale, quella di rottura viene fatta dai Polacchi stessi; agli Italiani seguono e coprono solo il fianco sinistro, quello destro non esiste in quanto vi è il mare, costretti a sostenere solo piccoli scontri.
Scrive ancora Massimo Mazzetti
Non mi sembra che il comando del Corpo di Liberazione Italiano si sia reso conto, preoccupato come era solo di limitare le perdite, che in realtà c’erano dei problemi più gravi, i tempi d’arresto imposto dai tedeschi avevano un motivo ben preciso, cioè di far perdere tempo. Quando gli americani sono  arrivati ormai all’ Arno, quando gli inglesi si sono avvicinati a Firenze, questi ultimi si sono resi conto, ed è il Comando dell’VIII Armata, non la testa gloriosa del Comando del Gruppo d’Armate, (il Maresciallo Harold Alexander, n.d.a), che si rende conto che la direttrice di penetrazione più facile è quella adriatica. Allora viene ritirato il Corpo di Liberazione Italiano, e viene sostituito da una serie di unità di punta canadesi, che dovevano impartire il colpo d’ariete.” [2]
In questa situazione, nelle more dell’errore di Alexander di non aver compreso che la direttrice adriatica era la più redditizia, attirati come sono i comandanti alleati dal miraggio di arrivare a liberare Roma per primi, come accadde al gen. Clark, ed allo stesso Alexander, Firenze, per trovarsi poi ai piedi degli Appennini al termine della stagione estiva, Mazzetti, e non si può non concordare con lui, muove una critica al Comando del Corpo di Liberazione Italiano. In sostanza si imputa non solo ad Utili, ma a tutto il suo Stato Maggiore, di non aver afferrato, non solo l’importanza di non subire perdite, e quello di non correre rischi tipo rovesci di Montelungo, ma che, data la situazione determinatesi dal vuoto del ritiro tedesco nel settore adriatico, e, sfruttando gli errori strategico-operativi di Alexander, era estremamente importante e conveniente  che gli Italiani riuscissero a trasformarsi nella punta di diamante dell’offensiva, prima su Ancona, poi verso la linea gotica, non solo per questioni morali, ma anche perché la rapidità d’avanzata sul versante adriatico era essenziale per la fine della guerra in Italia. Non aver prima compreso e poi attuato questo condiziona tutto l’operato del Corpo Italiano di Liberazione.
Utili, dopo Filottrano, doveva o avrebbe potuto in modo fermo, su questa linea di pensiero, insistere presso Anders, di utilizzare il Corpo Italiano di Liberazione per poter svolgere un ruolo attivo e fondamentale nella conquista di Ancona. Le posizioni tedesche sul Monte della Crescia, perno della difesa tedesca, non erano tali da poter non essere superate, o almeno partecipare insieme ai Polacchi al loro investimento, e questo avrebbe dato un ampio lustro sia al Corpo Italiano di Liberazione che all’Italia.
Queste riflessioni, naturalmente, non cambiano il corso della storia, ma voglio sottolineare che il C.I.L., dopo Filottrano abbia perso una occasione, quella di essere protagonista per la presa di Ancona, in quando vi erano spazi per questo. Ma troppo debole era il tessuto tattico-operativo a cui si proveniva, troppo labile il potere del maresciallo Messe, Capo di Stato Maggiore Generale e ancora più debole il potere politico. Non si poteva rischiare quel poco che Filottrano aveva dato in termini di prestigio, imvestendolo in azioni di ampia redditività politico-strategica, ma ben al di là della difficile situazione in cui il C.I.L. si dibatteva.
In sostanza, non si è voluto rischiare e ci si è accontentati di un ruolo subalterno nel quadro delle operazioni.   



[1] Mazzetti M., Aspetti operativi della campagna primavera-estate 1944, in Atti del Convegno di Studi, Corinaldo 22.23.24 Giugno 1994, Sala Grande del Comune, Roma, Centro Studi e Ricerche sulla Guerra di Liberazione, Scena Illustrata Editrice, 1996.
[2] Mazzetti M., Aspetti operativi della campagna primavera-estate 1944, cit.. Secondo Mazzetti, …”la mancata comprensione dell’utilità della direttrice adriatica, ha provocato  il prolungamento  di alcuni mesi, quelli invernali 1944-1945, della guerra in Italia. Questo perché, se la gravitazione sulla linea adriatica fosse stata operata fin dall’inizio, avrebbe dato la possibilità alle truppe alleate di trovarsi al di là della linea degli Appennini, prima che le piogge bloccassero ogni cosa, avrebbe permesso di muovere senza troppe difficoltà come avverrà, in fondo, nell’aprile dell’anno dopo”.

domenica 16 giugno 2019

La conquista di Ancona Luglio 1944. Gli intendimenti


1. Il Piano Polacco per la conquista di Ancona. Seconda Battaglia di Ancona

Il piano predisposto dal gen. Anders per quella che poi venne chiamata la “Seconda  Battaglia di Ancona” nasce dalla constatazione che i tedeschi si aspettavano una replica dell’attacco portato durante la prima battaglia di Ancona, ovvero lungo la direttrice adriatica, lungo la statale 16. Era la via più breve e più facile per conquistare Ancona. In particolare il nemico si aspettava un attacco della 3a Divisione Carpatica, ovvero il classi attacco “ a botta dritta”.
Facendo leva su questa convinzione del nemico e mettendo in essere azioni tali da confermare questa convinzione, il gen. Anders decise che l’attacco principale avrebbe dovuto essere portato dall’ala sinistra dello schieramento del II Corpo d’Armata, nel mentre che la 3a divisione Carpatica doveva svolgere azione di fissaggio delle forze tedesche contrapposte, svolgendo una manovra diversiva rispetto a quella principale.
Osservato il terreno ed i movimenti del nemico si riconobbe nel Monte della Crescia, ad ovest di Osimo, il perno della difesa tedesca. Pertanto il piano elaborato prevedeva che lo sforzo principale del II Corpo d’Armata Polacco fosse esercitato proprio in direzione del Monte della Crescia, sulla direttrice Monte della Crescia-Polverigi-Agugliano con due attacchi pressoché simultanei: uno affidato alla fanteria appoggiata da carri armati, che doveva partire da Villa Simonetti verso il Monte della Crescia ed uno condotto da carri armati che doveva partire da Santa Margherita- Regione Montoro, verso Casenuove- Croce san Vincenzo.
Dopo la conquista del Monte della Crescia, che dominava tutto il terreno della battaglia e operato lo sfondamento dei mezzi corazzati, il Corpo d’Armata Polacco avrebbe dovuto proseguire sulle direttrice, Offagna,  Cassero-Castelferretti, per raggiungere Torrette, raggiungendo il mare, e Falconara- Chiaravalle, chiudendo ogni via di fuga la guarnigione tedesca di Ancona.
 Al tempo stesso, mentre queste operazioni sarebbero state in svolgimento, doveva essere messa in atto la manovra diversiva che sarebbe stata svolta dalla 3a divisione Carpatica volta a far credere ai tedeschi che l’attacco principale sarebbe avvenuto lungo la strada statale 16 a sud di Ancona e lungo le strade costiere. Compito accessorio affidato alla 3a divisione Carpatica era quello che appena constatato che i tedeschi iniziavano il movimento di ritirata li avrebbe dovuto pressare da vicino d’iniziativa, inseguendoli fino a conseguire l’annientamento.
Il concetto di azione per conquistare Ancona era, dunque, quello di impegnare i tedeschi sulla destra dello schieramento con una diversione e manovrare invece a fondo sulla sinistra, in un area dal terreno collinoso, ristretta, con una viabilità non eccellente, in modo da sorprenderli e, tagliando le linee di ripiegamento, intrappolarli in una sacca. Per i tedeschi Ancona doveva divenire una sorta di piccola Stalingrado.
Il Corpo Italiano di Liberazione aveva il compito di assicurare la protezione del fianco sinistro dello schieramento e quindi permettere di sviluppare lo sforzo principale, assecondare l’azione delle formazioni polacche, e svolgere azione attiva forzando il fiume Musone, e conquistare prima Rustico e poi con convergenza verso ovest prima Santa Maria Nuova, poi nel prosieguo delle operazioni raggiungere l’Esino e conquistare Jesi.
Sulla base di questo piano i compiti assegnati alle unità dipendenti risultarono i seguenti.
Il II Corpo d’Armata Polacco doveva conquistare il Porto di Ancona, l’aeroporto e la raffineria di Falconara, inteso questo polo  come “città di Ancona”, il cui possesso era indispensabile per rifornire le truppe alleate impegnate nell’offensiva contro i tedeschi che si stavano attestando su quella che poi sarà definita la linea gotica. E’ importante sottolineare che il compito del Corpo d’Armata polacco non si limitava solo alla conquista di Ancona, ma anche alla conquista della Raffineria di Falconara e dell’Aeroporto di Jesi. Se si nota questo si vede che il compito del C.I.L. non è proprio secondario: infatti la conquista di Jesi mette in sicurezza le conquiste polacche di Falconara sia come raffineria sia come aeroporto. La presa del polo di Ancona era estremamente necessaria, e questo era noto a tutti, per affiancare, se non sostituire,  la capacità logistica del porto di Bari e di Taranto, ormai troppo distanti.
Questo compito è fissato nel piano d’operazione n. 5 in modo lapidario e chiaro:
Il II Corpo d’Armata polacco deve conquistare la città di Ancona ed annientare la 278a divisione tedesca.[1] I reparti del II corpo dovevano:
. La 5a Divisione”Kresowa” e la II Brigata corazzata polacca avrebbero dovuto condurre l’attacco principale.
. La 3a divisione “Carpatica”, rinforzata da alcuni battaglioni delle altre divisioni, avrebbe dovuto condurre lo sforzo secondario eseguendo una manovra diversiva e dimostrativa sul lato destro dello schieramento.
. L’artiglieria dell’intero Corpo d’Armata Polacco e del Corpo Italiano di Liberazione doveva inizialmente concentrare la maggior parte del fuoco sulla direttrice di avanzata della 5a Divisione fino alla conquista del Monte della Crescia e successivamente in appoggio all’avanzata della II brigata Corazzata.
. Il Corpo Italiano di Liberazione doveva forzare il Musone, conquistare la posizione di Rustico e coprire il fianco sinistro delle formazioni polacche impegnate nella manovra di aggiramento. Al raggiungimento dell’obiettivo, compiere forti puntate nella direzione di Santa Maria Nuova e Casa Cappanera.


[1] Come vedremo, ancorchè di sfuggita non essendo il tema di questo volume, il II Corpo d’Armata Polacco riesce a conquistare il Polo di Ancona, ma non riesce a distruggere la 278a divisione tedesca, che riesce a salvare gran parte del personale e del materiale. Al riguardo di questo insuccesso i Polacchi parole molto dure verso  il Comandante del Corpo Italiano di Liberazione e del suo comandante.

martedì 21 maggio 2019

La conquista di Ancona Luglio 1944. Le forze Polacche 1





In Italia è presente il II Corpo d’Armata Placco, inquadrato nella VIII Armata Britannica, che insieme alla 5 Armata Statunitense, compone il XIV Gruppo di Armate al comando del Maresciallo Harold Alexander. Politicamente il Corpo Polacco è una grande unità di un Paese alleato alla Gran Bretagna ed agli Stati Uniti, che combatte il comune nemico, la Germania, Germania che aveva aggredito la Polonia il 1 settembre 1939, dando origine alla Seconda Guerra Mondiale.
Il Corpo d’Arma Polacco, proveniente dall’Egitto, e sbarcato a Taranto, viene inizialmente impiegato sul fronte di Cassino ove conduce l’attacco finale alle posizioni tedesche. L’attacco polacco inizia l’11 e il 12 maggio 1944, in simultanea con tutte le altre forze alleate ( quarta battaglia di cassino) che si conclude il 25 maggio con la conquista di Monte Cairo e di Piedimonte. Il giorno prima, il 24 maggio, i Polacchi piatano la loro bandiera sulle rovine della Abbazia di Montecassino, distrutta da un bombardamento alleato il 15 febbraio 1944.
Dopo aver subito pesanti perdite, il Corpo d’Arma polacco è ritirato dal fronte per riordinarsi. Ma il riposo è breve in quanto il 17 giugno, spostato nel settore adriatico,  sostituisce il I Corpo d’Armata britannico, ricevendo l’ordine di progredire lungo la via adriatica e conquistare Ancona. In questo periodo i polacchi hanno in organico oltre 43.000 soldati, ordinato su due divisioni, la 3° “Fucilieri dei Carpazi” e la 5a “Kresowa”, unità di artiglieria, unità esploranti e servizi. Equipaggiamento ed armi sono di fabbricazione britannica. I polacchi hanno aggregato un reggimento esplorante-corazzato, il 7° Ussari Britannico, una unità di “partigiani” italiani, la Brigata “Patrioti della Maiella” che nell’aprile del 1944 è sulle 400 unità che poi via via crescerà fino a raggiungere il migliaio, e il Corpo Italiano di Liberazione, di circa 25.000 uomini, privo di mezzi corazzati, e quindi dotato solo di fanteria e di artiglieria. Nel Corpo d’Armata Polacco opera anche la 111 Compagnia Protezione Ponti”[1] , unità composta da volontari italiani al comando di ufficiali polacchi, con compiti di esplorazione e “commando”
Il Corpo d’Armata polacco è al comando del gen. Wladyslaw Anders, che ha come vice comandante il generale Zygmunt Bohusz-Szyszko. Al comando della  la 3a divisione “Fucilieri dei Carpazi” vi è il maggior generale Bronislaw Duch e al comando della 5a divisione “Kresowa” il maggior generale Bronislaw Rokowki è al comando della II Brigata Corazzata, mentre l’artiglieria è al comando del maggior generale Roman Odzierzynsky.


[1] Per questa particolare Unità vds. Tasselli S., 111a Compagna Protezione Ponti, in  “Storia e Battaglie”, n. 63, novembre 2006, e dello stesso autore,  Ancora sulla 111a Compagnia Protezione Ponti in “Storia e Battaglie”, n. 65, gennaio 2007,