I Carri polacchi in marcia verso Castelferretti, al bivio di Casteld'Emilio, sotto Paterno 18 lugli

I Carri polacchi in marcia verso Castelferretti, al bivio di Casteld'Emilio, sotto Paterno 18 lugli
Bivio per Casteld'Emilio, sotto Paterno: La popolazione civile, in maggioranza femminile in quanto gli uomini erano nascosti applaude al passaggio dei carri polacchi

mercoledì 30 novembre 2022

51a Sezione di Sanità Primavera 1945

 Le solite sibille della prudenza cominciarono a pronosticare che la Sezione, impiantata com'era, era destinata ad essere travolta dal fiume qualora fosse venuto il maltempo. Ma nessuno se ne dette per inteso giacché un lungo passato operativo aveva dimostrato come fosse fortunato il nostro Comando nella scelta delle località di impianto. Qualcuno più pratico pensa che in barba a tutte le leggi della balistica qualche randagia granata tedesca potrebbe venire a frugare in quell’angolo fra le rocce ed il fiume e pensa a scavarsi il rifugio.

Quasi tutto il lavoro di preparazione era compiuto quando subì un breve arresto. Nell’accampamento rimasero solamente alcuni soldati di guardia.  E gli altri?  Mentre tutte le truppe di linea erano in movimento c’era da costituire un posto di avviamento munizioni (P.A.M.) e colla massima sollecitudine si dovevano scaricare settantacinque pesanti autocarri. Il Generale Comandante non ebbe in quel momento sottomano altra soluzione possibile che impiegare in tale compito gli uomini della Sezione di Sanità.

Parve al Comandante della Sezione di dover rappresentare che ai portaferiti, addetti già nei giorni di attesa ai lavori di carico e scarico, al momento di entrare in linea   dovesse essere risparmiato quel compito; ma sebbene ciò fosse ritenuto giusto non c’era altra via da scegliere e bisognava eseguire.

La disciplina dei soldati della Sezione non era ancora sopita. Gli ufficiali medici e non medici, Cappellano, si misero in testa.  Copersero di calli quelle mani che nei giorni seguenti avrebbero dovuto compiere tanti delicati interventi. Non un soldato protestò.

In due ore oltre duemila quintali di munizioni furono scaricate e fu costituito il P.A.M.


* * *


Lo schieramento delle truppe in difensiva avvenne progressivamente, a partire dalla notte sul 21 marzo. Da destra a sinistra il I° Battaglione del 68 Fanteria, poi il II°, poi il Battaglione Alpini Aquila, quindi il Piemonte, per tutto il tratto di fronte che va da Casa Volpiere, attraversa la strada provinciale ed il fiume e termina all'altezza di Monte Ceresa.

          Il IX° Reparto d’Assalto ed il Battaglione Bersaglieri Goito sono indietro, in secondo scaglione, pronti agli ulteriori sviluppi offensivi. I sei gruppi dell’11° Reggimento Artiglieria scaglionati in appoggio col loro robusto concorso di fuoco.

 La Sezione di Sanità ed il 34° Nucleo Chirurgico hanno completato i loro impianti: una grande tenda di medicazione pronta a tutte le evenienze, in perfetto ordine la camera operatoria e l'impianto dei Raggi X, preparati i posti di ricovero d’urgenza con letto o con barelle per un centinaio di feriti, servizi e collegamenti a punto. Il servizio odontoiatrico ed i bagni a doccia calda funzionanti tutto il giorno.

Nella parte più eccentrica dello schieramento si stabilisce (20 marzo) il II° Reparto Autocarreggiato in località Casone; un plotone di portaferiti, attraverso una straducola di dubbia stabilità tracciata fra le creste dei calanchi, raggiunge Ronco Britti; un altro si attenda ai margini della rotabile presso Osteria di Monterenzio.

Era forse un presentimento degli eventi decisivi oppure l'intenzione dei tedeschi di prevenire le mosse dei nostri che con azioni di pattuglie a largo raggio avevano incominciato a saggiare la loro combattività, e a stabilire l'esatta dislocazione e l'entità dei loro apprestamenti difensivi? Sta di fatto che non era ancora ultimato il nostro schieramento che già il duello delle artiglierie e lo scambio dei colpi di mortaio aumentava di tono di giorno in giorno.

Il Comandante del 68 Fanteria, in comunicazione telefonica con un posto avanzato dove piovevano mortaiate, ammoniva: “Ragazzi, al fronte in prima linea spetta una razione giornaliera di colpi in arrivo: sulla razione   non   bisogna discutere perché è un diritto del nemico”.

Ed i fanti e gli alpini, immobilizzati per lunghi giorni in quelle postazioni da cui solo la notte era possibile qualche evasione, si prendevano silenziosamente   quella razione, e fin la notte bisognava attendere per sgomberare i feriti che tutto quel tratto di fronte era scoperto e la strada di accesso sotto tiro diretto.

Casa Volpiere, Castelvecchio, Sant’Anna, Monte Fano, Cà Spettra, Cà dei Sanadini, Cà Marchetti sinonimi di guerra di trincea, di logorio di nervi e di uomini.

I comandanti di Divisione, di Reggimento, di Battaglione non stanno fermi. I posti di Comando sono fatti per le carte e per i telefoni. Essi sono spesso in mezzo ai soldati, nelle postazioni avanzate. Vogliono assicurarsi “de visu” che tutta la macchina bellica proceda bene e che venga salvaguardata al massimo possibile la vita dei loro ragazzi.

 


domenica 20 novembre 2022

51a Sezione di Sanità

 QUADRI DELLA 51ª SEZIONE DI SANITA' DURANTE LA BATTAGLIA PER BOLOGNA

 

C O M AN D O

COMANDANTE

Capitano Medico Giuseppe Gerosa

AIUTANTE MAGGIORE

S. Ten. Medico Franco Gasparro Rocca

UFFICIALE DENTISTA

Ten. Medico Giuseppe Valente

UFFICIALE FARMACISTA

Cap. Chimico Farm. Felice Gennari

UFFICIALE AUTOMOBILISTA

Cap. Autom.  Francesco Jorio

UFFICIALE DI AMMINISTRAZIONE

Ten. di Amm. Ferdinando Movalli

CAPPELLANO

Ten. Cappellano Don Nello Del Raso

 

1° REPARTO DI SANITA’                         2° REPARTO DI SANITA’

  AUTOCARREGGIATO                              AUTOCAREGGIATO

       COMANDANTE                                          COMANDANTE

         Ten. Medico                                                S.Ten. Medico

       Raffaele Passera                                                   Luigi Neri

        ADDETTO                                                      ADETTO

       S. Ten. Medico                                                  S. Ten. Medico

  Andrea Della Beffa                                               Onofrio Solimini

 

 

PLOT.NE DI DISINFEZIONE E DIFESA ANTIMALARICA

COMANDANTE

Ten. Medico Roberto Pietra

 

REPARTO PORTAFERITI

COMANDANTE

Ten. di Cavall. Gino Callegari

 

34° NUCLEO CHIRURGICO

DIRETTORE

Capitano Medico Vittorio Pelagatti

AIUTO                                        RADIOLOGO

S.Ten. Med. Renato Antonini       S. Ten.Med. Lamberto Jemmi

 

 

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giovedì 10 novembre 2022

51a Sezione di Sanità. Valle Indice

 

"e ancor l’ira tedesca si acerba

Contro il manipol saldo come smalto

che di tedesco sangue tinge l’erba”

(Marradi – Rapsodie Garibaldine)

 

 

La caratteristica del settore di fronte affidato al Gruppo di Combattimento “LEGNANO” è legata al fatto che il nemico, già cacciato nell’autunno dal crinale della catena appenninica, si è arrestato sugli ultimi contrafforti a cavallo di alcune valli che scendono a sud di Bologna: Valle Savena, Valle Zena, Valle Idice, Valle Sillaro, Valle Santerno: egli intende difendere l’importante   città chiave della Valle   Padana.

Il Gruppo “Legnano” dà il cambio alla 91ª Divisione Americana in Valle Idice.

Siamo l'ultima Divisione di destra del 11° Corpo e quindi della 5ª Armata Americana e costituiamo la saldatura con l’8ª Armata Britannica. Alla nostra destra è una Divisione Indiana.

 L’Idice è un fiume a carattere torrentizio con un letto, in certi tratti, abbastanza largo e ghiaioso. Una buona strada che si stacca dalla Via Emilia nei pressi di San Lazzaro di Savena percorre la valle e termina con un fondo cieco a Frassineta.

Entriamo nella valle, a notte fonda, da Le Filigare ed attraverso una strada ad unica corrente di traffico scendiamo fin presso le sponde dell’Idice. Sembra di scendere in un pozzo oscuro. Dai fianchi della montagna sgorgano potenti le sorgenti luminose dei fari che fasciano di un tenue biancore le cose circostanti. Lampi e rombi avvertono che il nemico è vicino e che bisogna procedere a fari spenti. A Frassineta, piccolo gruppo di case più o meno danneggiate, si raccolgono tutti gli automezzi e si bivacca come meglio si può, cullati dal canto delle opposte artiglierie.

All'alba il Comando Sezione, col I° e II° Reparto e con i portaferiti, si spinge di altri dodici chilometri verso la linea, mentre resta in loco la base.

 *


Si spiegano le tende sul greto del fiume, a ridosso del roccione di Bisano, che sbarra la valle e sul quale domina, visione di pace nell’orrore circostante, la Chiesa miracolosamente   intatta.

A S. Benedetto di Querceto, un poco più arretrato rispetto a noi, si stabilisce il Comando Tattico del “Legnano”.

Il fronte, dicono, è abbastanza tranquillo. Per il momento soltanto i tiri di disturbo delle artiglierie americane, piazzate intorno a noi, guastano i nostri sonni, ma tutti pensano che la cosa non durerà e che la realtà ci si mostrerà presto nel suo vero aspetto. Gli uomini lavorano con alacrità e con entusiasmo e presto, sul greto del fiume, sorgono le tende ricovero e tutti gli impianti necessari al perfetto funzionamento.

Varie Unità della 91ª Divisione di Fanteria Americana stanno ritirandosi in seguito alla sostituzione da parte dei nostri. Gli uomini fissano con insistenza la modesta tendopoli. Sembra ad essi di rivedere un volto noto: “Italian Red Cross” “Italian Clearing Station”. È la Croce Rossa Italiana - è la Sezione di Sanità - che i veterani del II° Corpo hanno visto in quell'ormai lontano dicembre del 1943 ai margini della Casilina. Qualcuno si ferma, caccia la testa dentro. Lo scambio di qualche bicchiere di vino e di sigarette rinnova la vecchia fraternità di armi. Gli Americani della 5ª Armata non dimenticheranno mai i soldati dell'Esercito regolare Italiano, né il sangue versato in comune da Mignano al Garda per la causa della libertà!

Il riconoscimento alleato è stato sinora una delle poche soddisfazioni del nostro soldato. Quello dei connazionali non tarderà a venire.

Il giudizio degli Alleati sul nostro conto non era tale al tempo degli sbarchi in Sicilia, in Calabria, a Taranto, a Salerno. La loro stima non ci è stata regalata ma il nostro soldato l’ha comperata al duro prezzo di mortificazioni, di sacrifici e di sangue.