I Carri polacchi in marcia verso Castelferretti, al bivio di Casteld'Emilio, sotto Paterno 18 lugli

I Carri polacchi in marcia verso Castelferretti, al bivio di Casteld'Emilio, sotto Paterno 18 lugli
Bivio per Casteld'Emilio, sotto Paterno: La popolazione civile, in maggioranza femminile in quanto gli uomini erano nascosti applaude al passaggio dei carri polacchi

giovedì 23 giugno 2016

Il C.I.L. da Jesi al Metauro

CAMBIAMENTO NELLA DIPENDENZA D'IMPIEGO
 A partire dal 25 agosto, ore 1, il C. I. L. cessò dall'operare agli ordini del II Corpo polacco e passò alle dipendenze del V Corpo britannico, ai cui ordini aveva ancora precedentemente operato nel giugno; per quanto concerneva le operazioni fu posto alle dipendenze della 4a divisione indiana.
In tale circostanza il comandante del Il Corpo polacco, gen. Anders, indirizzò al comandante del C. I. L. una lettera esprimendo il suo apprezzamento e la sua soddisfazione per l'efficace e generosa collaborazione avuta dalle truppe del C. I. L., pur attraverso difficoltà innumeri, durante la vittoriosa avanzata nel settore adriatico (All. 63).
Anche il gen. Leese, comandante dell'8a armata britannica, indirizzò al comandante del C. I. L. una lettera con espressioni augurali per le prossime operazioni, alle quali i reparti italiani avrebbero preso parte (All. 64).
Il comandante della 4a divisione indiana si affrettò intanto ad inviare le sue istruzioni di carattere operativo fissando, quale compito del C. I. L. , « quello di combattere sul suo fianco sinistro (all'ovest) e di proteggerlo », portarsi « verso l'ovest e verso il nord al più presto possibile in direzione approssimativa della strada stazione delle Pole - S. Bartolo », liberare infine Urbino (All. 65).
Di rimando il comandante del C. I. L. ritenne doveroso (All. 66) :
a) esporre per prima la situazione in atto nel settore tenuto dalle truppe del C. I. L. : nemico schierato sulla riva sinistra del Candigliano con mitragliatrici, mortai e artiglierie; sua continua pressione specie sulla testa di ponte di Acqualagna; insuccesso dei tentativi fatti per affermarsi, più ad oriente di Acqualagna, al di là sulla sinistra del fiume; sulle alture ad ovest fra il Candigliano e il Bosso, nemico vigile e appoggiato da artiglierie così da disturbare seriamente il fianco sinistro;
b) rappresentare che « per avanzare verso nord e nord - ovest », a meno che il nemico non si fosse sganciato volontariamente, sarebbe stato necessario « montare un'operazione offensiva con asse Acqualagna - Monte d'Arcello e Castel di Drago - Pelingo » e avvicinare perciò le artiglierie sormontando tutte le difficoltà derivanti dallo stato delle comunicazioni;
c) esprimere l'opinione, per quanto si riferiva ad una progettata occupazione di Monte Pietralata, che fosse « molto oneroso tentarla per azione diretta » e ancor più oneroso « mantenerla isolatamente », e che fosse invece conveniente « realizzarla per aggiramento » ; assicurare che la massa delle truppe sarebbe stata spostata sull'asse stazione di Cagli - stazione delle Pole - S. Bartolo, non appena però fosse stata prima sostituita sulle posizioni in atto, le quali non era prudente abbandonare senz'altro;
e) far presente infine che le truppe di fanteria erano «ininterrottamente in linea da mesi », in mezzo a gravi difficoltà logistiche, e che ora, nello « stato generale di stanchezza delle truppe non si disponeva neppure di salmerie sufficienti, atte a supplire al difetto, a causa delle frequenti interruzioni, di buone strade utilizzabili nel settore.