I Carri polacchi in marcia verso Castelferretti, al bivio di Casteld'Emilio, sotto Paterno 18 lugli

I Carri polacchi in marcia verso Castelferretti, al bivio di Casteld'Emilio, sotto Paterno 18 lugli
Bivio per Casteld'Emilio, sotto Paterno: La popolazione civile, in maggioranza femminile in quanto gli uomini erano nascosti applaude al passaggio dei carri polacchi

giovedì 21 marzo 2019

martedì 5 marzo 2019

Richiesta Commenti alla lezione del 31 Gennaio 2019



Università Cinque Castelli

Lezione del del 31 gennaio 2019

Esposto l'approccio della guerra di liberazione
una guerra su cinque fronti ed un nemico
nel contesto della campagna d'Italia combattuta da
Alleati e Tedeschi

Sono particolarmente graditi commenti,
indicazioni e critiche
volte al superamento del
binomio riduttivo e sterile
bandito/repubblichino.

email
centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org

La situazione in Osimo il 23 e 24 giugno 1944



                                          Conquistare la libertà significa versare sangue.

Carro agricolo requisito dai tedeschi in ritirata e successivamente abbandonato

Don Carlo Grillantini, sotto la data del 20-23 giugno, annota che il Comitato di Liberazione Nazionale, che da tempo esercita la sua azione clandestina, radunandosi sempre in posti diversi, in assenza dei Repubblichini, ormai tutti scappati, ma anche di una sorprendente assenza tedesca (è il vuoto tra l’arretramento delle organizzazioni di retrovia e l’arrivo delle truppe di prima linea) ha iniziato a fermare i fascisti più in vista: Il segretario politico del Partito Nazionale Repubblicano, Il Podestà, nome usato dal fascismo per indicare il Sindaco, alcuni graduati della Milizia[1] ( che nel 1944 era stata sciolta dai fascisti repubblichini e sostituita con la Guarda Nazionale Repubblicana o con le Brigate Nere, tutte organizzazioni del Partito) e qualche milite dei più esposti. Don Grillantini ci da notizia che si era costituito anche un Tribunale del Popolo, che non dipendeva dal Comitato di Liberazione Nazionale, che non istituisce processi ne pronuncia condanna, ma a si limita ad ordinare dei fermi di polizia ed ad interrogatori. E vi sono anche reazioni nei confronti di questi esponenti del Fascio visti come la causa primaria della situazione: non si giunge alla guerra civile, alla eliminazione fisica, come si potrebbe prospettare, ma la reazione c’è.
Di contro le violenze, le soprafazioni e le angherie tedesche continuano in modo crescente.
Davanti a tanta violenza tedesca non poteva non esserci la reazione. La popolazione abbandonata a se stessa ha il diritto di prendere le armi e difendersi. E’ la lotta per la libertà, che discende da una situazione di imposizione e violenza dovuta in questo caso da un esercito straniero nella totale assenza di quegli Italiani, alleati ideologici, che lo fiancheggiano. E come ogni lotta, si hanno i Caduti.
Cadono due giovani, Augusto Pallotta, proprio di Osimo, e Alberto Spinosi. Episodio ben noto nella coscienza degli osimani più anziani, e che alle giovani generazioni va ricordato. Francesca Bonci annota nel suo diario questo sacrificio di suoi coetanei e la situazione di quei giorni:

23 giugno 1944. Ieri sera a Padiglione sono stati uccisi dai tedeschi, due giovani Patrioti che avevano tentato d disarmare degli assassini! I giovani sono: uno di Osimo tale Pallotta Augusto e l’altro di Ancona tale Spinosi Alberto. Ciò ha provocato sdegno e preoccupazione in tutta la popolazione specie per il primo molto conosciuto ed apprezzato. Questa mattina la filanda di cardinali al Borgo San Giacomo ha subito la stessa sorte dei molini. Quasi tutto il macchinario è andato distrutto, ma i muri esterni del caseggiato sono rimasti intatti. Mitragliatrici sono state piazzate ai lati della strada affinchè la popolazione non transitasse e tanto meno si fosse opposta! L’agitazione è in tutti!
Farmacie, negozi di generi alimentari, barbiere, caffè, sono chiusi. Pochissima gente è per a strada. Si vedono gruppetti di persone che noi conosciamo per Patrioti, sparsi qua e là che parlano sottovoce e si dileguano al comparire dei tedeschi!
Personalità di Osimo come Preside La Vaccara, dott. Boccanera, sig. Micheli hanno buscato.. a suon di schiaffi. Da stamane non abbiamo il latte. Pazienza! Intanto si vocifera che gli Alleati combattono nei pressi di Macerata. E’ vero che a Castelfidardo ci sono tanti tedeschi. C’è il comando della 271° Divisone. Don Iginio Ciavattini, che per il momento rappresenta la maggiore autorità del Paese, si è recato a piedi a Castelfidardo per parlare con il Generale e pregarlo affinchè Osimo non subisca danni rilevanti di sabotaggio, ma il Generale si è fatto negare. Non sarebbe un tedescaccio!!!!
Stamane sono stati arrestati dai Giovani patrioti, diversi esponenti del vecchi e nuovo fascio. Di nostra conoscenza c’è il dott. Davanti, ing. Chiaraluce, Capitoli, Cialabrini, Pagana, Marcucci Domenico, La Vaccara, notaio Egidi, Fratelli Zoppi della Stazione, Lemmo ed altri.

Ore 18. Si dice che fra poche ore giungeranno i soldati delle SS. Non basta! Stanno scoppiano le mine nella strada a Gambò, proprio sotto casa nostra. I tedeschi fanno saltare questa strada e intanto preparano le buche per mettere l’esplosivo da far scoppiare quando sarà ora. N. 11 forti colpi hanno preparato le biche. Ad ogni colpo la nostra casa trema. Siamo tutti con la testa per aria, specie lo zio che non vuol ritornare a casa.

In merito al vuoto di potere lasciato dalle autorità della Repubblica Sociale Italiana, sostituita dalla’autorità religiosa, l’unica non soppressa dall’Esercito di Occupazione, interessante anche qui la testimonianza di Don Carlo Grillantini è interessante:
“26 Giugno. Mi si presenta, stasera alle 18, il vecchio usciere della Questura, il quale mi consegna una velina  di mezza pagina, dove è scritto a macchina
“Il Comando tedesco di Castelfidardo ha mandato a chiamare il Prefetto, il Preside della provincia, Il Questore, Il Commissario e le autorità militari, per renderli responsabili di quanto possa avvenire. Essi si sono tutti eclissati; pregano l’autorità ecclesiastica di intervenire a bene della città”.

Porto il biglietto a Don Igino, che essendo Vicario capitolare, è l’unica autorità ecclesiastica del luogo e che, sia per questa sua qualifica e responsabilità, sia per il suo carattere attivo e generoso, da più giorni si da da fare per far mettere in libertà gli antifascisti incarcerati dai tedeschi e poi i fascisti incarcerati dai Patrioti. Egli prende il biglietto: facciamo sopra i nostri commenti e poi ci separiamo


[1] Per Milizia si intende la Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale, istituita dal fascismo il 1 marzo 1923, come organizzazione politico-militare da fiancheggiare all’Esercito. Fu sciolta dal Governo Badoglio il 27 luglio 1943 ed incorporata nell’esercito. La repubblica Sociale non la ricreò e diede vita ad altre formazioni militari.