Conquistare la
libertà significa versare sangue.
Don Carlo Grillantini, sotto la
data del 20-23 giugno, annota che il Comitato di Liberazione Nazionale, che da
tempo esercita la sua azione clandestina, radunandosi sempre in posti diversi,
in assenza dei Repubblichini, ormai tutti scappati, ma anche di una
sorprendente assenza tedesca (è il vuoto tra l’arretramento delle
organizzazioni di retrovia e l’arrivo delle truppe di prima linea) ha iniziato
a fermare i fascisti più in vista: Il segretario politico del Partito Nazionale
Repubblicano, Il Podestà, nome usato dal fascismo per indicare il Sindaco,
alcuni graduati della Milizia[1] ( che
nel 1944 era stata sciolta dai fascisti repubblichini e sostituita con la Guarda Nazionale
Repubblicana o con le Brigate Nere, tutte organizzazioni del
Partito) e qualche milite dei più esposti. Don Grillantini ci da notizia che si
era costituito anche un Tribunale del Popolo, che non dipendeva dal Comitato di
Liberazione Nazionale, che non istituisce processi ne pronuncia condanna, ma a
si limita ad ordinare dei fermi di polizia ed ad interrogatori. E vi sono anche
reazioni nei confronti di questi esponenti del Fascio visti come la causa
primaria della situazione: non si giunge alla guerra civile, alla eliminazione
fisica, come si potrebbe prospettare, ma la reazione c’è.
Di contro le violenze, le
soprafazioni e le angherie tedesche continuano in modo crescente.
Davanti a tanta violenza tedesca
non poteva non esserci la
reazione. La popolazione abbandonata a se stessa ha il
diritto di prendere le armi e difendersi. E’ la lotta per la libertà, che
discende da una situazione di imposizione e violenza dovuta in questo caso da
un esercito straniero nella totale assenza di quegli Italiani, alleati
ideologici, che lo fiancheggiano. E come ogni lotta, si hanno i Caduti.
Cadono due giovani, Augusto
Pallotta, proprio di Osimo, e Alberto Spinosi. Episodio ben noto nella
coscienza degli osimani più anziani, e che alle giovani generazioni va
ricordato. Francesca
Bonci annota nel suo diario questo sacrificio di suoi
coetanei e la situazione di quei giorni:
23 giugno 1944. Ieri
sera a Padiglione sono stati uccisi dai tedeschi, due giovani Patrioti che
avevano tentato d disarmare degli assassini! I giovani sono: uno di Osimo tale
Pallotta Augusto e l’altro di Ancona tale Spinosi Alberto. Ciò ha provocato
sdegno e preoccupazione in tutta la popolazione specie per il primo molto
conosciuto ed apprezzato. Questa mattina la filanda di cardinali al Borgo San
Giacomo ha subito la stessa sorte dei molini. Quasi tutto il macchinario è
andato distrutto, ma i muri esterni del caseggiato sono rimasti intatti.
Mitragliatrici sono state piazzate ai lati della strada affinchè la popolazione
non transitasse e tanto meno si fosse opposta! L’agitazione è in tutti!
Farmacie, negozi di
generi alimentari, barbiere, caffè, sono chiusi. Pochissima gente è per a
strada. Si vedono gruppetti di persone che noi conosciamo per Patrioti, sparsi
qua e là che parlano sottovoce e si dileguano al comparire dei tedeschi!
Personalità di Osimo
come Preside La Vaccara, dott. Boccanera, sig. Micheli hanno buscato.. a suon
di schiaffi. Da stamane non abbiamo il latte. Pazienza! Intanto si vocifera che
gli Alleati combattono nei pressi di Macerata. E’ vero che a Castelfidardo ci sono
tanti tedeschi. C’è il comando della 271° Divisone. Don Iginio Ciavattini, che
per il momento rappresenta la maggiore autorità del Paese, si è recato a piedi
a Castelfidardo per parlare con il Generale e pregarlo affinchè Osimo non
subisca danni rilevanti di sabotaggio, ma il Generale si è fatto negare. Non
sarebbe un tedescaccio!!!!
Stamane sono stati
arrestati dai Giovani patrioti, diversi esponenti del vecchi e nuovo fascio. Di
nostra conoscenza c’è il dott. Davanti, ing. Chiaraluce, Capitoli, Cialabrini,
Pagana, Marcucci Domenico, La Vaccara, notaio Egidi, Fratelli Zoppi della
Stazione, Lemmo ed altri.
Ore 18. Si dice che
fra poche ore giungeranno i soldati delle SS. Non basta! Stanno scoppiano le
mine nella strada a Gambò, proprio sotto casa nostra. I tedeschi fanno saltare
questa strada e intanto preparano le buche per mettere l’esplosivo da far
scoppiare quando sarà ora. N. 11 forti colpi hanno preparato le biche. Ad ogni
colpo la nostra casa trema. Siamo tutti con la testa per aria, specie lo zio che
non vuol ritornare a casa.
In merito al vuoto di potere
lasciato dalle autorità della Repubblica Sociale Italiana, sostituita
dalla’autorità religiosa, l’unica non soppressa dall’Esercito di Occupazione,
interessante anche qui la testimonianza di Don Carlo Grillantini è
interessante:
“26 Giugno. Mi si presenta, stasera
alle 18, il vecchio usciere della Questura, il quale mi consegna una
velina di mezza pagina, dove è scritto a
macchina
“Il Comando tedesco di Castelfidardo ha mandato a chiamare
il Prefetto, il Preside della provincia, Il Questore, Il Commissario e le
autorità militari, per renderli responsabili di quanto possa avvenire. Essi si
sono tutti eclissati; pregano l’autorità ecclesiastica di intervenire a bene
della città”.
Porto il biglietto a Don Igino, che
essendo Vicario capitolare, è l’unica autorità ecclesiastica del luogo e che,
sia per questa sua qualifica e responsabilità, sia per il suo carattere attivo
e generoso, da più giorni si da da fare per far mettere in libertà gli antifascisti
incarcerati dai tedeschi e poi i fascisti incarcerati dai Patrioti. Egli prende
il biglietto: facciamo sopra i nostri commenti e poi ci separiamo
[1] Per
Milizia si intende la
Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale ,
istituita dal fascismo il 1 marzo 1923, come organizzazione politico-militare
da fiancheggiare all’Esercito. Fu sciolta dal Governo Badoglio il 27 luglio
1943 ed incorporata nell’esercito. La repubblica Sociale
non la ricreò e diede vita ad altre formazioni militari.
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