I Carri polacchi in marcia verso Castelferretti, al bivio di Casteld'Emilio, sotto Paterno 18 lugli

I Carri polacchi in marcia verso Castelferretti, al bivio di Casteld'Emilio, sotto Paterno 18 lugli
Bivio per Casteld'Emilio, sotto Paterno: La popolazione civile, in maggioranza femminile in quanto gli uomini erano nascosti applaude al passaggio dei carri polacchi

venerdì 27 maggio 2011

La situazione dei mezzi tecnici dal C.I.L. ai Gruppi di Combattimento


Se ai primi soldati ad entrare in linea non fu possibile distribuire molto materiale alleato, anche di quello nazionale si dovette fare parco uso poiché gli alleati usavano i pochi magazzini trovati per prelevare vestiario, scarpe e munizionamento a favore dei partigiani di Tito (lo paracadutavano) e degli italiani delle brigate partigiane in Jugoslavia. L’entrata in linea di soldati repubblichini nella stessa divisa grigioverde, rese necessario dotare, uniformare le divise dell’esercito del sud con quelle alleate almeno con quelle inglesi di cui i nostri reparti facevano parte. Anche per questo compaiono, nei diari dei primi mesi della guerra di liberazione, le lamentele dei soldati senza rifornimenti e senza cambi. Ma la vita del soldato non era solo quella, andava dagli alloggiamenti, alle licenze, al soldo, al vitto, ai trasporti e non ultimo alla riconoscenza. Se diciamo che in tutti questi aspetti fummo piuttosto tirati compiamo un grande atto di ottimismo e siamo ancora molto lontani dalla realtà.
Dalla primavera del 44 però, con la Creazione dei gruppi di Combattimento, ben poco distingueva il combattente dei Gruppi dal tommy inglese: la divisa era costituita dal praticissimo ed ottimo battle dress  con la usuale tascona sulla coscia sinistra, con scarponi neri e ghette in canapa. Anche la buffetteria era quella dell'esercito inglese, così come gli zaini, gli elmetti (la classica padella - Mk II steel helmett a cui i bersaglieri applicarono il piumetto) e gli attrezzi da zappatore. Chi ne aveva la possibilità (i paracadutisti in testa, ma anche i bersaglieri) conservò il M.A.B. 38 A (ritenuto migliore dei mitra alleati distribuiti), e gli ufficiali le loro Beretta 34 cal. 9 corto. Gli alpini conservarono il loro copricapo come i bersaglieri il fez, etc... I gradi erano quelli italiani ed erano tornati sulle spalline per gli ufficiali. Oltre alle mostrine italiane di corpo sul braccio sinistro compariva una bandierina (celluloide o metallo verniciato) tricolore italiana con il simbolo del gruppo sul campo centrale bianco. I paracadutisti sopra il normale battle dress indossavano un giaccone senza maniche (frequente l'uso di quelli in pelle marrone tipicamente inglese) ma anche altre tenute copiate dai tedeschi e il casco da lancio era quello inglese Mk. 1-1942 o Mk. 2-1943, anche se alcuni portavano l'elmetto da motociclista Mk.1-1942.

Per quanto riguarda gli automezzi che furono forniti ai soldati italiani c’è chi ha fatto una lista che potrà essere anche incompleta, ma significativa di quella mobilità che il nostro ex nemico aveva e che in Italia, in quanto tale orograficamente, non si poteva dispiegare al 100%. I mezzi corazzati, le artiglierie, ma non solo, ne erano un piccolo esempio. I Gruppi di Combattimento furono equipaggiati quasi interamente con materiale di provenienza alleata e più specificatamente inglese. I mezzi inglesi erano considerati sussidiari, perché con quelli non avrebbero mai vinto la guerra contro i tedeschi, pur potendo disporne anche in grandi quantità prodotte dal Commonwealth che avevano dietro le spalle. La qualità e la forza o potenza era in genere inferiore a quella tedesca
JEEP FORD GPW.
Jeep: Caratteristiche tecniche 2.199 cc - 54 hp - classe 250 kg. La sigla ormai nota come jeep che sta per GP general purpose, (foneticamente j p) usi generali, nasce con la specifica di un mezzo per il traino di piccole batterie (37mm), mezzo di comando o rimorchio . La Bantam è la prima a costruire un prototipo, poi non approvato. Anche la Ford produsse prototipi e l'originale su licenza Willys Overland Motors Inc. come è meglio conosciuta la Jeep (Willys) da chi vinse la commessa. All'epoca costava sui 1.000 $ e ne vennero prodotti 640.000 pezzi. Decine furono le varianti e gli usi introdotti su questo mezzo.
BEDFORD MW 4x2: autocarro leggero inglese, porta una squadra di 10 uomini con carico (15 cwt di portata, corrispondenti a circa 750 Kg.). Del mezzo esistevano varie versioni: quelli del Regio Esercito appartenevano alle ultime serie di produzione (D), caratterizzate da parabrezza di grandi dimensioni.
DODGE D 15: autocarro leggero Usa (15 cwt di portata, corrispondenti a circa 750 Kg.), meno diffuso del precedente. Motore a 6 cilindri 95 hp.
CMP Canadian Military Pattern CHEVROLET C15: autocarro leggero (15 cwt di portata 750 kg) a trazione integrale di produzione canadese. Motore a 6 cilindri 85 hp, lunghezza m 4,34 - telonato.
FIAT SPA TM 40. Trattore medio a 4 ruote motrici e sterzanti. Motore Diesel a 6 cilindri 108 hp Lunghezza m 4,6. Nel dopoguerra venne costruita la versione più lunga TM48 con lo spazio retrostante per le munizioni del 76/55
MORRIS C 8 FAT (Field Artillery Tractor): Risulta essere stato assegnato ai gruppi di artiglieria per il traino di tutti i pezzi in dotazione. Esiste anche in versione ad una portiera per lato e tetto parzialmente coperto in tela.  Un esemplare della versione mk III con carrozzeria tradizionale è tuttora esposta al Museo della Motorizzazione Militare in Roma alla Cecchignola.
UNIVERSAL (BREN) CARRIER: famoso tuttofare dell'esercito inglese, fu distribuito ai reparti di fanteria, dei gruppi come trasporto (truppe e materiali) e veicolo esplorante (nel dopoguerra fu utilizzato come trattore, ma non solo, per il cannone contro carro da 6 lbs) ma anche porta squadra mortaio. 88° Rgt. Friuli - 1944
LlOYD CARRIER: derivato dall'universal carrier (4 ruote portanti per lato anziché 3),da 1 tonn. Utilizzato  per il traino dei cannoni controcarro da 6 libbre (57 mm.); data la scarsità di spazio a bordo era però previsto che ogni pezzo fosse accompagnato da due trattori, uno per le munizioni e l’altro per il personale.
CANNONE contro carro da 6 lbs., in Italia noto come cannone c.c. da 57/50
In dotazione alle compagnie c.c. dei battaglioni di fanteria, data la scarsa presenza, da parte tedesca, di mezzi corazzati nei combattimenti che coinvolsero i gruppi, i cannoni da 6 libbre furono sostanzialmente usati come armi d’accompagnamento della fanteria (canna lunga).
CANNONE contro carro da 17 lbs., in Italia noto come cannone c.c. da 76/55.
Il più potente cannone controcarro alleato (armava anche Shermann Firefly), fu dato in dotazione al gruppo contro carri (tre batterie di sei pezzi) del reggimento di artiglieria. E’ stato il primo pezzo di artiglieria ad utilizzare proiettili perforanti a scartamento di involucro (APDS), per questo era in grado di competere con armi di maggior calibro (88/55 tedesco, 90/50 americano, 90/53 italiano). Venne mantenuto in servizio anche nel dopoguerra.
OBICE da 25 lbs., in Italia noto come obice campale da 88/27.
In dotazione a 4 gruppi del reggimento artiglieria, nella versione più aggiornata con freno di bocca a due luci. Ebbe lunga vita (non solo nell’E.I.) nel dopoguerra; negli anni 50 alcuni esemplari in dotazione all’artiglieria italiana furono sottoposti al rialesaggio della canna: questa fu portata al calibro 105 mm., risultando lunga circa 22 calibri.
CANNONE contraereo Bofors da 40/50
ancora oggi (in versione aggiornata ed allungata a 70 calibri) in uso presso le principali marine mondiali come pezzo antiaereo ed antimissile

venerdì 20 maggio 2011

I Polacchi nel nostro cuore

FRANCISZEK SMUGLEWICZ  /1745-1807/ lunedì 23 maggio 2011, ore 18.30Istituto Polacco di Roma, Via Vittoria Colonna, 1 - Roma ingresso libero
Lunedì 23 maggio, ore 18.30 presso l'Istituto Polacco di Roma, si terrà la conferenza di Mikolaj Baliszewski (Biblioteca Nazionale, Varsavia) su Franciszek Smuglewicz (1745-1807), pittore polacco che ha reso immortali le pitture antiche a decorazione dei muri e delle volte del più famoso palazzo dell’antichità: la Domus Aurea.[info]