I Carri polacchi in marcia verso Castelferretti, al bivio di Casteld'Emilio, sotto Paterno 18 lugli

I Carri polacchi in marcia verso Castelferretti, al bivio di Casteld'Emilio, sotto Paterno 18 lugli
Bivio per Casteld'Emilio, sotto Paterno: La popolazione civile, in maggioranza femminile in quanto gli uomini erano nascosti applaude al passaggio dei carri polacchi

sabato 30 aprile 2022

51a Sezione di Sanità. L’offensiva di Maggio

 

Sulla sinistra dello schieramento alleato la sa Armata americana è in movimento da qualche giorno.

Diverse divisioni si sono lanciate all’attacco ed a costo di dure perdite hanno obbligato il nemico a sloggiare dalle munite posizioni invernali e già si danno all’inseguimento.

Sulle roccie impervie dei monti di Abruzzo i soldati del C. I. L. fremono di impazienza: “qui, o ci lasciano andare avanti o si scappa” dicono i bersaglieri del settore Monte Marrone. Tutto è pronto per l’attacco in grande stile su tutto il settore a noi affidato. Si presume che le perdite non saranno gravi perchè il nemico è deciso a non lasciarsi agganciare, ma pur con un limitato numero di feriti si presenta assai arduo il compito per voi, o soldati della Sezione. Troppo pochi per sì lungo tragitto di montagna! e con molta avvedutezza sono stati già messi a disposizione anche 250 portaferiti ausiliari.

Alla vigilia dell’attacco a quota 1180, fra l’assembrarsi di alpini e di bersaglieri, spiccano anche i soldati del robusto plotone della 51a Sezione Sanità che, da oltre un mese dislocati in quelle zone, conoscono tutti i sentieri e tutte le abitudini del nemico; sanno dove “fa caldo” e dove si può star tranquilli. Lavorando alacremente di notte in terreno scoperto hanno perfino ottenuta una deviazione di un torrente che reca un rivolo provvidenziale nei pressi delle loro trincee e delle loro buche.

Al centro del settore, lungo il Rio Petrara il posto avanzato della Sezione si è già spostato al piede della mulatteria che la 51a compagnia Artieri ha intagliato nella roccia con settimane e settimane di pesante e rischioso lavoro. Più a destra, alle Sorgenti ed a Castel S. Vincenzo, l’altro plotone di portaferiti segue le mosse del 68° Fanteria pronto a scattare. Tutto il dispositivo minutamente studiato e preparato dallo Stato Maggiore del C. I. L. entra in azione la mattina del 27 maggio.

È il momento che dà il brivido dell’entusiasmo guerriero; è la parola fine imposta ai lunghi mesi di snervante attesa di quegli uomini inchiodati alle roccie, alle postazioni, alle squallide capanne trasformate in rifugi.

 

* * *

 

Sotto la protezione dell’intenso cannoneggiamento dell’11° Reggimento Artiglieria e del IV° Gruppo someggiato, muovono all’attacco il 4° Reggimento Bersaglieri, il battaglione “Piemonte” gli arditi del IX° Reparto d’Assalto, il 185° Reparto Paracadutisti, il 68° Fanteria. Un reggimento della “Nembo” si è aggiunto al nostro fianco sinistro ed opera sulla catena delle Mainarde.

I primi obbietivi sono raggiunti. Ecco che un reparto avanzato della Sezione di Sanità, dal fondo valle di Rio Petrara deve, per l’alba ciel 28, funzionare a quota 1700... Allora la sezione di sanità motorizzata. con rapida metamorfosi, carica sui muli i suoi materiali e con una scalata notturn

mercoledì 20 aprile 2022

51a Sezione di Sanità. Pasqua di sangue

  

Se la conquista di Monte Marrone, dopo abile lavoro di pattugliamento e dopo meticolosa preparazione dello Stato Maggiore era avvenuta con scarse perdite il 30 aprile, gli alpini del “Piemonte” dovevano pur attendersi il contrattacco avversario.

Ed a piè fermo l’attesero la notte di Pasqua.

Furono sublimi gli atti di valore in quel fatto d’arme, sublimi la dedizione al dovere e lo slancio con cui alpini e bersaglieri difesero successivamente quelle posizioni che il nemico, fortificato su Monte Mare manteneva sotto tiro continuo e sotto il costante agguato di forti nuclei esploranti.

Il ricupero delle preziose vite di quei valorosi costituisce una delle pagine più belle scritte dalla 51° Sezione di Sanità. Ci furono in certi casi dei veri e propri atti di eroismo da parte di quei portaferiti, che pur non essendo usi alle fatiche della montagna e non avendo né qualità fisiche né la capacità tecnica degli alpini, non furono secondi a nessuno in ardimento, sprezzo del pericolo e noncuranza della fatica pur di assolvere appieno il loro mandato .

“Fare bene e fare presto”: ecco H comandamento dei portaferiti, che però poteva essere vana parola davanti ad un osso duro quale era quel dislivello di mille metri costituito dalla cima di Monte Marrone.

Non si poteva non essere presi da un impeto di commozione, quando, saputo che c’erano del feriti in arrivo, si moveva loro incontro, e si vedevano i portaferiti trafelati scendere velocemente da quota 1700 e 1770 per le mulattiere lungo il Rio Petrara, e risalire ansimanti sino all’abitato di Castelnuovo dove solamente potevano giungere le autoambulanze. La stanchezza era vinta dalla soddisfazione quando giungeva in porto il ferito, spesso un gagliardo alpino che pesava due volte i soldati che lo portavano.

Intima soddisfazione per gli uomini compresi dal proprio dovere; intima soddisfazione per il Comandante della Sezione di Sanita che in continuo collegamento telefonico con lo Stato Maggiore Divisionale poteva assicurare al termine di una azione di aver effettuato rapidamente il recupero ed il trasporto di tutti i feriti dalla linea agli ospedali.

 

* * *

 

In uno degli scontri ira gli uomini del 4° Bersaglieri ed elementi della Divisione tedesca da montagna doveva rifulgere il valore di un soldato della S1a Sezione Sanità, che, tornato incolume dalla rischiosa impresa in cui si era lanciato. soccom, beva miseramente qualche giorno dopo per un tragico incidente.

La motivazione della Medaglia di Bronzo al V. M. "sul campo. alla memoria del soldato Cocito Mario, riassume tanti atti di oscuro eroismo che il soldato di sanità compie a fianco dei combattenti.

“Soldato portaferiti di una Sezione di Sanità, già distintosi in molteplici rischiose azioni, saputo che un componente di una nostra pattuglia era rimasto colpito sul terreno antistante le postazioni avversarie, non esitava, di propria iniziativa, ad uscire dalle linee, a rintracciare il ferito e, nonostante il violento fuoco dei mortai nemici, a portarlo con l’aiuto di altri a salvamento. Nobile esempio di abnegazione e generoso ardimento del Corpo Sanitario Militare.”

 

Monte Marrone Monte Mare, 11 maggio 1944.

 a della parete di Monte Marrone mantiene il contatto colle colonne avanzanti. Nel pomeriggio del 28 il reparto è ancora in movimento e si impianta sulla sella di Colle Altare. Difficoltà non comuni, sforzi ed iniziative brillanti danno modo agli ufficiali della Sezione, ognuno per il settore cui è preposto, di mantenere il collegamento colle truppe che hanno le ali ai piedi.

Si fanno delle catene di portaferiti che permettono di ricuperare e sgomberare con la maggior rapidità possibile i feriti della colonna che, superato il Balzo della Cicogna, occupata Picinisco, si spinge in Valle del Canneto e corre...

I fanti del 68° hanno superato le dure resistenze di Monte Mattone: i paracadutisti del 185° Reparto hanno occupato Pizzone, e le squadre dei nostri portaferiti seguono al passo ognuno dei reparti operanti. 

Soltanto chi ha vissuto la loro vita può commisurare i miracoli di resistenza e di coraggio compiuti in quei giorni.

* * *

 

Ritornano ora che è suonato il segnale dell’adunata. Scendono da cento direzioni laceri e stanchi ma pronti a nuove prove.

Tutta la notte sul 1° giugno al bivio di Scapoli è un brulichio di uomini, di muli, di macchine. Si ripiegano cantando le tende che hanno raccolto il cruento retaggio del combattimento ed hanno visto lo strazio di tante membra doloranti. Si ripiegano dopo l’onorata fatica le tende sforacchiate dalle scheggie nemiche.

Il cannone tedesco non si ode più. Si carica. Si parte...

Al mattino del 1° giugno una lunga teoria di automezzi si snoda lungo i tornanti della strada oramai familiare di Scapoli. attraversa l’abitato di Colli a Volturno diretta all’Adriatico. Gli abitanti salutano: c’è dell’amarezza in fondo alloro cuore. Se ne vanno anch’essi questi figli venuti a rianimare i focolari di quelli che forse non torneranno più.

Un ultimo sguardo alla vetta azzurrina del Marrone: un ultimo pensiero ai compagni rimasti nel piccolo cimitero. Si fondono nel polverone le macchine rivestite di ginestre d’oro. Spariscono con esse i tricolori palpitanti al primo sole come le f

domenica 10 aprile 2022

51a Sezione di Sanità. La Sezione all'Opera.

 

La sezione di Sanità all’opera

 

Giornate dure quelle del fronte invernale tra le Sorgenti del Volturno ed il Parco Nazionale d’Abruzzo. Mentre il lavoro impegnava incessantemente il complesso di assistenza chirurgica della Sezione. prima a Colli e poi nel marzo al bivio di Scapoli, i plotoni e le squadre staccate di portaferiti sostennero il peso di una rischiosa fatica nel trasporto dei feriti su barelle per sentieri inaccessibili, per forre scoscese, lungo il dorso di dirupi mai battuti da piede umano, attraverso i quali le imprescindibili necessità tattiche e Logistiche costringevano ad aprire le vie della salvezza. Le eroiche scolte del 1° Raggruppamento Motorizzato e del Corpo Italiano di Liberazione, colpite dai mortai tedeschi ai loro posti di vedetta o sorprese nell’insidia avversaria durante audaci le azioni di pattuglie, dovevano essere raccolte dai nostri portaferiti e calate per ripidi canaloni con inenarrabili pericoli prima di giungere in salvo.

L’artiglieria nemica non desisteva dai suoi tiri di disturbo specie all’apparire della primavera. A cinque cannoneggiamenti furono sottoposte le tende della Sezione di Sanità al bivio di Scapoli.

Si disse che il bivio era preso di mira perché troppe colonne di automezzi e di salmerie venivano scorte dagli osservatori nemici; ma nello stare a quel bivio consisteva il non far perder un minuto di più al soccorso ed allo sgombero dei feriti gravi, degli emorragici, dei colpiti da choch traumatico. E la Sezione rimase malgrado la minaccia sempre imminente. Ebbe le tende sforacchiate dalle schegge, molti materiali deteriorati e resi inservibili. Ebbe gli uomini miracolosamente illesi e gli animi rinsaldati alla tempra del pericolo.

 

* * *

 

Il successivo passaggio dalla Va Armata Americana all’ 8a Armata Inglese, la dipendenza diretta prima dal Corpo d’Armata Polacco, poi dal X° Corpo Britannico, la trasformazione definitiva del 51° Nucleo di Sanità Motorizzato in 51a Sezione di Sanità, l’aumento via via del contingente di truppe Italiane che porta alla sostituzione del nome originario di I° Raggruppamento Motorizzao con quello di Corpo Italiano di Liberazione: ecco altrettante tappe della guerra su quel settore.

La 51a Sezione di Sanità fu sempre bene attrezzata ed in condizioni di riscuotere il consenso incondizionato degli alti ufficiali Alleati che la visitavano, primo fra tutti il Generale Oliver Leese, Comandante l’8Armata, che esprimeva parole di plauso.

Essa, per le sue speciali attribuzioni, era un po’ ubiquitaria nello schieramento del C. I. L. Superato l’attendamento del bivio di Scapoli dove col Comando Sezione era costituita una capace Infermeria ed una stazione di bonifica, se tu salivi verso le linee trovavi ogni tanto un gruppetto di portaferiti, un posto di sanità avanzato con le sue inconfondibili caratteristiche; ti vedevi comparire le due bandiere incroiate a Collalto, a Ponte San P1etro, quota 1180, Valle di Mezzo, le Sorgenti, Castel San Vincenzo, San Vittorino... Tutte le località infine che punteggiavano le due strade diramantesi dalla provinciale di Alfedena, costituivano tanti punti di raccolta, erano tante mani tese in avanti della 51° Sezione di Sanità.