I Carri polacchi in marcia verso Castelferretti, al bivio di Casteld'Emilio, sotto Paterno 18 lugli

I Carri polacchi in marcia verso Castelferretti, al bivio di Casteld'Emilio, sotto Paterno 18 lugli
Bivio per Casteld'Emilio, sotto Paterno: La popolazione civile, in maggioranza femminile in quanto gli uomini erano nascosti applaude al passaggio dei carri polacchi

domenica 10 aprile 2022

51a Sezione di Sanità. La Sezione all'Opera.

 

La sezione di Sanità all’opera

 

Giornate dure quelle del fronte invernale tra le Sorgenti del Volturno ed il Parco Nazionale d’Abruzzo. Mentre il lavoro impegnava incessantemente il complesso di assistenza chirurgica della Sezione. prima a Colli e poi nel marzo al bivio di Scapoli, i plotoni e le squadre staccate di portaferiti sostennero il peso di una rischiosa fatica nel trasporto dei feriti su barelle per sentieri inaccessibili, per forre scoscese, lungo il dorso di dirupi mai battuti da piede umano, attraverso i quali le imprescindibili necessità tattiche e Logistiche costringevano ad aprire le vie della salvezza. Le eroiche scolte del 1° Raggruppamento Motorizzato e del Corpo Italiano di Liberazione, colpite dai mortai tedeschi ai loro posti di vedetta o sorprese nell’insidia avversaria durante audaci le azioni di pattuglie, dovevano essere raccolte dai nostri portaferiti e calate per ripidi canaloni con inenarrabili pericoli prima di giungere in salvo.

L’artiglieria nemica non desisteva dai suoi tiri di disturbo specie all’apparire della primavera. A cinque cannoneggiamenti furono sottoposte le tende della Sezione di Sanità al bivio di Scapoli.

Si disse che il bivio era preso di mira perché troppe colonne di automezzi e di salmerie venivano scorte dagli osservatori nemici; ma nello stare a quel bivio consisteva il non far perder un minuto di più al soccorso ed allo sgombero dei feriti gravi, degli emorragici, dei colpiti da choch traumatico. E la Sezione rimase malgrado la minaccia sempre imminente. Ebbe le tende sforacchiate dalle schegge, molti materiali deteriorati e resi inservibili. Ebbe gli uomini miracolosamente illesi e gli animi rinsaldati alla tempra del pericolo.

 

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Il successivo passaggio dalla Va Armata Americana all’ 8a Armata Inglese, la dipendenza diretta prima dal Corpo d’Armata Polacco, poi dal X° Corpo Britannico, la trasformazione definitiva del 51° Nucleo di Sanità Motorizzato in 51a Sezione di Sanità, l’aumento via via del contingente di truppe Italiane che porta alla sostituzione del nome originario di I° Raggruppamento Motorizzao con quello di Corpo Italiano di Liberazione: ecco altrettante tappe della guerra su quel settore.

La 51a Sezione di Sanità fu sempre bene attrezzata ed in condizioni di riscuotere il consenso incondizionato degli alti ufficiali Alleati che la visitavano, primo fra tutti il Generale Oliver Leese, Comandante l’8Armata, che esprimeva parole di plauso.

Essa, per le sue speciali attribuzioni, era un po’ ubiquitaria nello schieramento del C. I. L. Superato l’attendamento del bivio di Scapoli dove col Comando Sezione era costituita una capace Infermeria ed una stazione di bonifica, se tu salivi verso le linee trovavi ogni tanto un gruppetto di portaferiti, un posto di sanità avanzato con le sue inconfondibili caratteristiche; ti vedevi comparire le due bandiere incroiate a Collalto, a Ponte San P1etro, quota 1180, Valle di Mezzo, le Sorgenti, Castel San Vincenzo, San Vittorino... Tutte le località infine che punteggiavano le due strade diramantesi dalla provinciale di Alfedena, costituivano tanti punti di raccolta, erano tante mani tese in avanti della 51° Sezione di Sanità.

 


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