"e ancor l’ira tedesca si acerba
Contro il manipol saldo come smalto
che di tedesco sangue tinge l’erba”
(Marradi – Rapsodie Garibaldine)
La caratteristica del settore di
fronte affidato al Gruppo di Combattimento “LEGNANO” è legata al fatto che il
nemico, già cacciato nell’autunno dal crinale della catena appenninica, si è
arrestato sugli ultimi contrafforti a cavallo di alcune valli che scendono a
sud di Bologna: Valle Savena, Valle Zena, Valle Idice, Valle Sillaro, Valle
Santerno: egli intende difendere l’importante
città chiave della Valle Padana.
Il Gruppo “Legnano” dà il cambio
alla 91ª Divisione Americana in Valle Idice.
Siamo l'ultima Divisione di destra
del 11° Corpo e quindi della 5ª Armata Americana e costituiamo la saldatura con
l’8ª Armata Britannica. Alla nostra destra è una Divisione Indiana.
L’Idice è un fiume a carattere torrentizio con
un letto, in certi tratti, abbastanza largo e ghiaioso. Una buona strada che si
stacca dalla Via Emilia nei pressi di San Lazzaro di Savena percorre la valle e
termina con un fondo cieco a Frassineta.
Entriamo nella valle, a notte
fonda, da Le Filigare ed attraverso una strada ad unica corrente di traffico
scendiamo fin presso le sponde dell’Idice. Sembra di scendere in un pozzo
oscuro. Dai fianchi della montagna sgorgano potenti le sorgenti luminose dei
fari che fasciano di un tenue biancore le cose circostanti. Lampi e rombi
avvertono che il nemico è vicino e che bisogna procedere a fari spenti. A
Frassineta, piccolo gruppo di case più o meno danneggiate, si raccolgono tutti
gli automezzi e si bivacca come meglio si può, cullati dal canto delle opposte
artiglierie.
All'alba il Comando Sezione, col I°
e II° Reparto e con i portaferiti, si spinge di altri dodici chilometri verso
la linea, mentre resta in loco la base.
Si spiegano le tende sul greto del
fiume, a ridosso del roccione di Bisano, che sbarra la valle e sul quale
domina, visione di pace nell’orrore circostante, la Chiesa miracolosamente intatta.
A S. Benedetto di Querceto, un poco
più arretrato rispetto a noi, si stabilisce il Comando Tattico del “Legnano”.
Il fronte, dicono, è abbastanza
tranquillo. Per il momento soltanto i tiri di disturbo delle artiglierie
americane, piazzate intorno a noi, guastano i nostri sonni, ma tutti pensano
che la cosa non durerà e che la realtà ci si mostrerà presto nel suo vero
aspetto. Gli uomini lavorano con alacrità e con entusiasmo e presto, sul greto
del fiume, sorgono le tende ricovero e tutti gli impianti necessari al perfetto
funzionamento.
Varie Unità della 91ª Divisione di
Fanteria Americana stanno ritirandosi in seguito alla sostituzione da parte dei
nostri. Gli uomini fissano con insistenza la modesta tendopoli. Sembra ad essi
di rivedere un volto noto: “Italian Red Cross” “Italian Clearing Station”. È la
Croce Rossa Italiana - è la Sezione di Sanità - che i veterani del II° Corpo
hanno visto in quell'ormai lontano dicembre del 1943 ai margini della Casilina.
Qualcuno si ferma, caccia la testa dentro. Lo scambio di qualche bicchiere di vino
e di sigarette rinnova la vecchia fraternità di armi. Gli Americani della 5ª
Armata non dimenticheranno mai i soldati dell'Esercito regolare Italiano, né il
sangue versato in comune da Mignano al Garda per la causa della libertà!
Il riconoscimento alleato è stato
sinora una delle poche soddisfazioni del nostro soldato. Quello dei
connazionali non tarderà a venire.
Il giudizio degli Alleati sul
nostro conto non era tale al tempo degli sbarchi in Sicilia, in Calabria, a
Taranto, a Salerno. La loro stima non ci è stata regalata ma il nostro soldato l’ha
comperata al duro prezzo di mortificazioni, di sacrifici e di sangue.
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