Le solite sibille della prudenza cominciarono a pronosticare che la Sezione, impiantata com'era, era destinata ad essere travolta dal fiume qualora fosse venuto il maltempo. Ma nessuno se ne dette per inteso giacché un lungo passato operativo aveva dimostrato come fosse fortunato il nostro Comando nella scelta delle località di impianto. Qualcuno più pratico pensa che in barba a tutte le leggi della balistica qualche randagia granata tedesca potrebbe venire a frugare in quell’angolo fra le rocce ed il fiume e pensa a scavarsi il rifugio.
Quasi tutto il lavoro di preparazione era compiuto quando subì un breve arresto. Nell’accampamento rimasero solamente alcuni soldati di guardia. E gli altri? Mentre tutte le truppe di linea erano in movimento c’era da costituire un posto di avviamento munizioni (P.A.M.) e colla massima sollecitudine si dovevano scaricare settantacinque pesanti autocarri. Il Generale Comandante non ebbe in quel momento sottomano altra soluzione possibile che impiegare in tale compito gli uomini della Sezione di Sanità.
Parve al Comandante della Sezione di dover rappresentare che ai portaferiti, addetti già nei giorni di attesa ai lavori di carico e scarico, al momento di entrare in linea dovesse essere risparmiato quel compito; ma sebbene ciò fosse ritenuto giusto non c’era altra via da scegliere e bisognava eseguire.
La disciplina dei soldati della Sezione non era ancora sopita. Gli ufficiali medici e non medici, Cappellano, si misero in testa. Copersero di calli quelle mani che nei giorni seguenti avrebbero dovuto compiere tanti delicati interventi. Non un soldato protestò.
In due ore oltre duemila quintali di munizioni furono scaricate e fu costituito il P.A.M.
* * *
Lo schieramento delle truppe in difensiva avvenne progressivamente, a partire dalla notte sul 21 marzo. Da destra a sinistra il I° Battaglione del 68 Fanteria, poi il II°, poi il Battaglione Alpini Aquila, quindi il Piemonte, per tutto il tratto di fronte che va da Casa Volpiere, attraversa la strada provinciale ed il fiume e termina all'altezza di Monte Ceresa.
Il IX° Reparto d’Assalto ed il Battaglione Bersaglieri Goito sono indietro, in secondo scaglione, pronti agli ulteriori sviluppi offensivi. I sei gruppi dell’11° Reggimento Artiglieria scaglionati in appoggio col loro robusto concorso di fuoco.
La Sezione di Sanità ed il 34° Nucleo Chirurgico hanno completato i loro impianti: una grande tenda di medicazione pronta a tutte le evenienze, in perfetto ordine la camera operatoria e l'impianto dei Raggi X, preparati i posti di ricovero d’urgenza con letto o con barelle per un centinaio di feriti, servizi e collegamenti a punto. Il servizio odontoiatrico ed i bagni a doccia calda funzionanti tutto il giorno.
Nella parte più eccentrica dello schieramento si stabilisce (20 marzo) il II° Reparto Autocarreggiato in località Casone; un plotone di portaferiti, attraverso una straducola di dubbia stabilità tracciata fra le creste dei calanchi, raggiunge Ronco Britti; un altro si attenda ai margini della rotabile presso Osteria di Monterenzio.
Era forse un presentimento degli eventi decisivi oppure l'intenzione dei tedeschi di prevenire le mosse dei nostri che con azioni di pattuglie a largo raggio avevano incominciato a saggiare la loro combattività, e a stabilire l'esatta dislocazione e l'entità dei loro apprestamenti difensivi? Sta di fatto che non era ancora ultimato il nostro schieramento che già il duello delle artiglierie e lo scambio dei colpi di mortaio aumentava di tono di giorno in giorno.
Il Comandante del 68 Fanteria, in comunicazione telefonica con un posto avanzato dove piovevano mortaiate, ammoniva: “Ragazzi, al fronte in prima linea spetta una razione giornaliera di colpi in arrivo: sulla razione non bisogna discutere perché è un diritto del nemico”.
Ed i fanti e gli alpini, immobilizzati per lunghi giorni in quelle postazioni da cui solo la notte era possibile qualche evasione, si prendevano silenziosamente quella razione, e fin la notte bisognava attendere per sgomberare i feriti che tutto quel tratto di fronte era scoperto e la strada di accesso sotto tiro diretto.
Casa Volpiere, Castelvecchio, Sant’Anna, Monte Fano, Cà Spettra, Cà dei Sanadini, Cà Marchetti sinonimi di guerra di trincea, di logorio di nervi e di uomini.
I comandanti di Divisione, di Reggimento, di Battaglione non stanno fermi. I posti di Comando sono fatti per le carte e per i telefoni. Essi sono spesso in mezzo ai soldati, nelle postazioni avanzate. Vogliono assicurarsi “de visu” che tutta la macchina bellica proceda bene e che venga salvaguardata al massimo possibile la vita dei loro ragazzi.
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