I lineamenti operativi
a.
Polacchi
L’Esercito Polacco, durante le
operazioni nel settore adriatico, si trovò per la prima volta ad utilizzare in
maniera autonoma un unico complesso di forze corazzate e di manovra. Sino ad
allora aveva operato con contingenti
poco motorizzati ed una artiglieria quasi esclusivanebte ippotrainata. Durante
le operazioni italiane si trovarono ad operare secondo nuove tecniche e
dottrine militari, quello che poi succederà agli Italiani quando, costituitesi
i Gruppi di Combattimento, dovranno addestrarsi ed operare secondo tecniche e
dottrine britanniche. Il II Corpo d’Armata polacco era infatti strutturato sul
modello britannico, ma disponeva di supporto diretto di artiglieria e carri
armati, oltre che a Servizi non presenti in un Corpo d’Armata Britannico. Il
parziale fallimento della manovra di accerchiamento delle forze tedesche in
uscita da Ancona, come vedremo in seguito, può essere attribuito alla
inesperienza del contingente polacco nell’utilizzo delle suddette dottrine di
impiego di forze motorizzate e corazzate. Si verificò, infatti, uno scollamento
nella fase di sfondamento tra le forze corazzate e la fanteria che non
appoggiava adeguatamente l’avanzata dei carri armati. Ciò nonostante l’azione
complessiva risultò efficace grazie all’imponente forza d’urto messa in
campo delle forze polacche contro le
linee polacche. L’offensiva terrestre polacca, inoltre, era appoggiata
efficacemente dalla British Deser Air Force, sia come bombardieri medi,
attaccando obiettivi in profondità, sia come supporto aereo ravvicinato (Close
Air Support) richiesto via radio contro bersagli di opportunità da parte di
osservatori specializzati (Forward Air Controllers, ad integrazione alle truppe
in avanzata secondo quanto previsto dalla dottrina di aereo-cooperazione
alleata. Questa organizzazione fa comprendere come Osimo e gli altri paesi
limitrofi non furono, durante il passaggio del fronte, bombardati in modo
indiscriminato in quanto non era retti tizio raderli al suolo con bombardamenti
massici, con il rischio di creare opportunità di difesa ai tedeschi, come il
bombardamento della Abazia di Montecassino, inutile dal punto di vista delle
operazioni, aveva dimostrato.
L’uso massiccio dell’artiglieria era
attuato secondo la dottrina britannica, che prevedeva uno stretto coordinamento
e la pre-pianificazione del fuoco sugli obiettivi del campo di battaglia nelle
aree situate davanti alle truppe ed ai corazzati in avanzata. Questo impiego,
che è ancora un retaggio della Grande Guerra, ebbe effetti devastanti sul
morale delle truppe tedesche che si trovavano esposte al fuoco ed è all’origine
di tutti i danni materiali subiti da Osimo e dagli altri paesi limitrofi al
passaggio del fronte.
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