I Carri polacchi in marcia verso Castelferretti, al bivio di Casteld'Emilio, sotto Paterno 18 lugli

I Carri polacchi in marcia verso Castelferretti, al bivio di Casteld'Emilio, sotto Paterno 18 lugli
Bivio per Casteld'Emilio, sotto Paterno: La popolazione civile, in maggioranza femminile in quanto gli uomini erano nascosti applaude al passaggio dei carri polacchi

lunedì 4 maggio 2015

La Liberazione di Osimo. V. 14 Luglio 1944 Ritorna la Paura

Ore 18. Altra giornata più brutta come oggi 
non la potevamo trascorrere sino a questo momento. 

L’analisi della situazione tattica, come visto nel capitolo precedente, rileva che i Polacchi temevano grandemente un ritorno offensivo tedesco, che proprio per questa prospettiva si erano ritirati da Osimo, al fine di raggruppare le forze, e quindi ritornare e cercare di non solo riprendere Osimo, ma di rigettare indietro le linee polacche il più possibile. E’ il concetto di difesa elastica di tipo classico; se attuata secondo le intenzioni tedesche, le linee di difesa di Ancona sarebbero state portate più a sud e si sarebbero allontanata da parte tedesca la perdita di Ancona non solo di qualche giorno, ma addirittura di settimane.
Da questa situazione tattica appare, come più volte detto, che Osimo ed i paesi dell’anconetano interessati al passaggio del fronte, erano ancora in prima linea e sotto minaccia tedesca. Era evidente che Osimo, in particolare, occupata dalle truppe polacche il 6 luglio, non era stata liberata dalla minaccia tedesca diretta.
Le ripercussioni sono drammatiche. Osimo doveva essere evacuata e la popolazione sfollata il più presto possibile, per evitare che questa si trovasse coinvolta nel pieno dei combattimenti.
Le possibilità che aveva il Comando polacco di fronteggiare la situazione erano due: o dare battaglia ai tedeschi casa per casa, ad Osimo, e poi cercare di annientarle per logoramento, oppure ritirate le proprie truppe, sgombrare Osimo (come avevano fatto i tedeschi il 5 luglio) attestarsi su linee migliori di difesa e poi dare battaglia, includendo anche bombardamenti aerei della città, divenuta prima linea tedesca. In questo caso Osimo avrebbe potuto essere bombardata non solo con l’artiglieria ma anche con il mezzo aereo.
Fra la popolazione si sparse quasi subito la voce di questa ipotesi, quella del bombardamento tattico, sicuramente distruttivo, che terrorizzava tutti. Due ipotesi sul tappeto, reali, che erano una minaccia per Osimo, appese al fatto che i Polacchi stavano valutando se difendere o meno la cittadina. Gli stessi soldati polacchi, a conoscenza della situazione, consigliavano tutti a lasciare Osimo. “Se voi avere possibilità casa lontano, andare, meglio andare” disse uno di loro a Francesca Bonci, in tono molto preoccupato
La conseguenza immediata fu che quasi immediatamente ci si organizzò per l’evacuazione della popolazione e presto si formarono lunghe file, scortate dai Carabinieri, per allontanarsi dal pericolo, sotto la guida e l’organizzazione dell’unica autorità presente, quella ecclesiastica. 
La situazione in Osimo è critica. Si sgombra la popolazione per paura di un ritorno tedesco. I Polacchi potrebbero non avere le forze per tenere Osimo, o manovrare su posizioni arretrate migliori. Il diario di Francesca Bonci non può non riportare questi momenti drammatici:

14 luglio 1944. Anche questa notte non abbiamo trovato pace. Come al solito siamo da ieri sera dalle ore 19 circa in cantina sino a tutt’ora 7.30. Naturalmente ieri sera abbiamo mangiato quaggiù, patate sapientemente e coraggiosamente cotte da Maria L. in cucina.

Ore 18. Altra giornata più brutta come oggi non la potevamo trascorrere sino a questo momento. Poi…..
Verso le 8 di questa mattina, io, come faccio da diversi gironi sono stata a casa nostra per lavarmi (dato che ho a mia disposizione un bel bidone di acqua e trattenermi un po’. Per prima cosa ho visto Peter che scopava le scale facendo una tale polvere... orgoglioso di fare “tutto bono tutto bono…”
Mi reco in camera mia (altro caos di disordine perché buona parte del mobilio della sala e dello studio si è dovuta mettere in questa camera e polvere in quantità) per assestarmi, quando contemporaneamente sento una voce ben nota, quella di Monsignor Carlo Grillantini, che dalla strada corre gridando, con un manifesto in mano “Si deve sfollare!!!”
Io mi sono sentita gelare…..morire….pensando che si doveva sfollare voleva dire che i Tedeschi ci hanno nuovamente circondati al Borgo San Giacomo o prepareranno una forte offensiva!
La famiglia Cardinali
A casa troviamo i soldati in grande da fare. Infatti sono tutti ai telefoni ed alle radio. Il maggiore dà ordini. Io mi faccio coraggio e chiamo Ludwig (sono tutti cordiali e rispettosi, ma diventano riservatissimi quando si parla di azioni belliche) e gli chiedo se veramente c’è pericolo perché abbiamo avuto l’invito di sfollare!
   Ludwig mi risponde “Se voi avere possibile casa lontano Osimo, andare, meglio andare!”
la sig.ra Gisella. Sarà
la sig.ra Gisella


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