Ore 18. Altra giornata più brutta come oggi
non la potevamo trascorrere sino a questo momento.
L’analisi della situazione tattica, come visto
nel capitolo precedente, rileva che i Polacchi temevano grandemente un ritorno
offensivo tedesco, che proprio per questa prospettiva si erano ritirati da
Osimo, al fine di raggruppare le forze, e quindi ritornare e cercare di non
solo riprendere Osimo, ma di rigettare indietro le linee polacche il più
possibile. E’ il concetto di difesa elastica di tipo classico; se attuata
secondo le intenzioni tedesche, le linee di difesa di Ancona sarebbero state
portate più a sud e si sarebbero allontanata da parte tedesca la perdita di
Ancona non solo di qualche giorno, ma addirittura di settimane.
Da questa situazione tattica appare, come più
volte detto, che Osimo ed i paesi dell’anconetano interessati al passaggio del
fronte, erano ancora in prima linea e sotto minaccia tedesca. Era evidente che
Osimo, in particolare, occupata dalle truppe polacche il 6 luglio, non era
stata liberata dalla minaccia tedesca diretta.
Le ripercussioni sono drammatiche. Osimo
doveva essere evacuata e la popolazione sfollata il più presto possibile, per
evitare che questa si trovasse coinvolta nel pieno dei combattimenti.
Le possibilità che aveva il Comando polacco di
fronteggiare la situazione erano due: o dare battaglia ai tedeschi casa per
casa, ad Osimo, e poi cercare di annientarle per logoramento, oppure ritirate
le proprie truppe, sgombrare Osimo (come avevano fatto i tedeschi il 5 luglio)
attestarsi su linee migliori di difesa e poi dare battaglia, includendo anche bombardamenti
aerei della città, divenuta prima linea tedesca. In questo caso Osimo avrebbe
potuto essere bombardata non solo con l’artiglieria ma anche con il mezzo
aereo.
Fra la popolazione si sparse quasi subito la
voce di questa ipotesi, quella del bombardamento tattico, sicuramente
distruttivo, che terrorizzava tutti. Due ipotesi sul tappeto, reali, che erano
una minaccia per Osimo, appese al fatto che i Polacchi stavano valutando se
difendere o meno la
cittadina. Gli stessi soldati polacchi, a conoscenza della
situazione, consigliavano tutti a lasciare Osimo. “Se voi avere possibilità casa lontano, andare, meglio andare”
disse uno di loro a Francesca
Bonci, in tono molto preoccupato
La conseguenza immediata fu che quasi
immediatamente ci si organizzò per l’evacuazione della popolazione e presto si
formarono lunghe file, scortate dai Carabinieri, per allontanarsi dal pericolo,
sotto la guida e l’organizzazione dell’unica autorità presente, quella
ecclesiastica.
La situazione in Osimo è critica. Si sgombra
la popolazione per paura di un ritorno tedesco. I Polacchi potrebbero non avere
le forze per tenere Osimo, o manovrare su posizioni arretrate migliori. Il
diario di Francesca Bonci
non può non riportare questi momenti drammatici:
“14
luglio 1944. Anche questa notte non abbiamo trovato pace. Come al solito siamo
da ieri sera dalle ore 19 circa in cantina sino a tutt’ora 7.30. Naturalmente ieri
sera abbiamo mangiato quaggiù, patate sapientemente e coraggiosamente cotte da
Maria L. in cucina.
Ore 18.
Altra giornata più brutta come oggi non la potevamo trascorrere sino a questo
momento. Poi…..
Verso
le 8 di questa mattina, io, come faccio da diversi gironi sono stata a casa
nostra per lavarmi (dato che ho a mia disposizione un bel bidone di acqua e
trattenermi un po’. Per prima cosa ho visto Peter che scopava le scale facendo
una tale polvere... orgoglioso di fare “tutto bono tutto bono…”
Mi reco
in camera mia (altro caos di disordine perché buona parte del mobilio della
sala e dello studio si è dovuta mettere in questa camera e polvere in quantità)
per assestarmi, quando contemporaneamente sento una voce ben nota, quella di
Monsignor Carlo Grillantini, che dalla strada corre gridando, con un manifesto
in mano “Si deve sfollare!!!”
Io mi
sono sentita gelare…..morire….pensando che si doveva sfollare voleva dire che i
Tedeschi ci hanno nuovamente circondati al Borgo San Giacomo o prepareranno una
forte offensiva!
La famiglia Cardinali
A casa
troviamo i soldati in grande da fare. Infatti sono tutti ai telefoni ed alle
radio. Il maggiore dà ordini. Io mi faccio coraggio e chiamo Ludwig (sono tutti
cordiali e rispettosi, ma diventano riservatissimi quando si parla di azioni
belliche) e gli chiedo se veramente c’è pericolo perché abbiamo avuto l’invito
di sfollare!
Ludwig mi risponde “Se voi avere possibile
casa lontano Osimo, andare, meglio andare!”
la sig.ra Gisella. Sarà
la sig.ra Gisella
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