GRUPPO DI COMBATTIMENTO “LEGNANO”
C O M A N D O
8 Dicembre 1944
ORDINE DEL GIORNO N. 24
… ciascuno di voi levi ed arresti un istante il pensiero a quella piccola ma dura e ostile cresta rocciosa di Monte Lungo, a quelle tombe modeste e silenziose, così lontane dalla terra natale e dal pietoso calore d’affetti delle famiglie colpite.
Ricordate, se possibile, ricordate sempre nella vostra vita.
Il primo seme della rinascita, a cui ostinatamente crediamo, anche se sarà lenta e penosa e difficile, fu irrorato da quell'umile sangue generoso.
Quei Caduti sono i nostri prigionieri spirituali.
IL GENERALE COMANDANTE
Umberto Utili
Dopo un anno
Per l'occasione la 51a Sezione di Sanità, già impostata sui nuovi organici, schiva di grandi cerimonie ufficiali, che già si annunciavano, chiese ed ottenne il permesso di recarsi a Mignano a commemorare con una cerimonia intima la data del suo battesimo di fuoco.
Ad un anno di distanza tornammo a rivedere il teatro del nostro primo glorioso e doloroso passo verso la redenzione. Tornammo a visitare i tre cimiteri di guerra di Colle S. Giacomo, di Monte Lungo e di Valle Lauro.
Con occhio velato e con cuore trepido abbiamo raccolto il monito di quelle tombe spoglie:
“Quando era per i fratelli smarriti vanità sperare, follia combattere, primizia di credenti, noi soli quassù accorremmo, invitti, per Te cadendo, Italia. Se più della vita ti amammo, il monte della nostra fede, dove sepolti eloquenti restiamo, affida tu con i nostri nomi ai fratelli rinati per sempre.”
“Prendi l'arma, fà quello che non posso fare io, spara che ti senta sparare. Quando la mia mitragliatrice canterà dormirò contento. Signore, salva l'anima mia! Mamma!”
“Il cuor gittammo con le bombe a mano.”
* * *
Sotto i Roccioni di Valle Lauro, fra i soldati muti d'attorno, il Cappellano celebra la messa.
Il Comandante, con voce commossa, esalta il sacrificio di coloro che generosamente hanno gettato la suprema posta “al giuoco sacro e tremendo di una guerra in cui bisognava prima di tutto rialzare il nome italiano, riconquistare non tanto la terra quanto il diritto di guardare in faccia amici e nemici.”
“Oggi - egli diceva - in questo Cimitero la commemorazione dei Caduti di Mignano non può essere fatta di discorsi, di vane parole, mentre il nemico si aggrappa ancora alle nostre montagne, occupa le fiorenti città del settentrione, semina distruzioni e rovine senza pari.
Ma in un domani non lontano correrà il grido di liberazione da un capo all'altro della Penisola, tornerà la voce ai campanili muti, risorgeranno le case dalle macerie, rifiorirà il lavoro nei campi deserti. Allora quando riprenderà il fervore della ricostruzione della Patria, voi direte nelle città e nei villaggi rinati alla pace: “anch'io ci fui!”. Direte che avete raccolto una bandiera dalle mani di questi fratelli Caduti e l'avete portata alta, vittoriosa, onorata.
E quando si scriverà la storia della Liberazione, tutta l'Italia dovrà inchinarsi davanti alle tombe dei Caduti di Mignano, davanti a questi eroi che piccoli, poveri e pochi affrontarono un destino più grande di loro e ci ridonarono la dignità di cittadini del mondo libero.”
* * *
Il 23 dicembre 1944 la Sezione si trasferiva a Manziana, presso il Lago di Bracciano, ad ultimare con tutto il Gruppo "Legnano” i preparativi per la fase conclusiva della lotta,
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