I Carri polacchi in marcia verso Castelferretti, al bivio di Casteld'Emilio, sotto Paterno 18 lugli

I Carri polacchi in marcia verso Castelferretti, al bivio di Casteld'Emilio, sotto Paterno 18 lugli
Bivio per Casteld'Emilio, sotto Paterno: La popolazione civile, in maggioranza femminile in quanto gli uomini erano nascosti applaude al passaggio dei carri polacchi

martedì 20 settembre 2022

51a Sezione di Sanità. Trasformazione

 Trasformazione

Se, come fu detto e ripetuto, il maggior concorso bellico consentito dagli Alleati al rinato Esercito Italiano, era merito delle prove fornite e dei risultati raggiunti dal I° Raggruppamento Motorizzato e dal C.I.L. noi non avevamo che da sentirci lusingati; e per mantenere il nuovo Gruppo "Legnano” all'altezza del passato valoroso ci applicavamo al lavoro di preparazione con lena costante.

Al nostro Gruppo rimasero quasi tutte le magnifiche truppe che avevano costituito il I° Raggruppamento: il 68° Fanteria, il IX Reparto d'assalto, i Bersaglieri, gli Alpini, l’XI° Reggimento Artiglieria ed i vecchi elementi del Genio e dei Servizi. La famiglia si ritrovava unita sotto l'insegna augurale del Carroccio e nel nome fatidico di Alberto da Giussano. Gli auspici facevano sperare che non sarebbe stato vano il vaticinio Carducciano volto alla totale liberazione del suolo della Patria dal secolare invasore.

Dal severo Palazzo dei Gaetani, dove sembrava uscire dalle vecchie tele la figura di Papa Bonifacio VIII° che si ritrovava ogni tanto per gli androni e per le grandi sale, il “Rear” (Comando-Servizi) mandava cumuli di istruzioni e di disposizioni nuove, mentre i soldati alternavano gli addestramenti alle “corvées”.

Anche il Comando della 51a Sezione di Sanità ebbe la sua abbondante porzione di lavoro.

La povera e lacera divisa italiana, ridotta per alcuni ad un paio di pantaloncini e ad una camicia sbrindellata, aveva ceduto il posto alla divisa inglese. Restarono, note variopinte, il cappello alpino, il piumetto dei Bersaglieri, il basco degli Arditi. Con molta buona volontà e col reciso rifiuto di più di una spedizione di capi di vestiario usati e rappezzati che urtavano anche la nostra onorata povertà, si giunse ben presto ad una soddisfacente uniformità nel vestire.

Arrivarono gli automezzi; i materiali (per la Sezione di Sanità fin troppi) non si fecero attendere. Si parlava già di trasferimento a nord, in zona vicina a quella delle Armate. Giunse anche il momento di un glorioso anniversario: 8 dicembre, battaglia di Monte Lungo.

 

 

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