I Carri polacchi in marcia verso Castelferretti, al bivio di Casteld'Emilio, sotto Paterno 18 lugli

I Carri polacchi in marcia verso Castelferretti, al bivio di Casteld'Emilio, sotto Paterno 18 lugli
Bivio per Casteld'Emilio, sotto Paterno: La popolazione civile, in maggioranza femminile in quanto gli uomini erano nascosti applaude al passaggio dei carri polacchi

lunedì 10 agosto 2020

Passaggio del fronte nelle Marche 1944. La giornata del 14 luglio


14 luglio 1944. Anche questa notte non abbiamo trovato pace. Come al solito siamo da ieri sera dalle ore 19 circa in cantina sino a tutt’ora 7.30. Naturalmente  ieri sera abbiamo mangiato quaggiù, patate sapientemente e coraggiosamente cotte da Maria L. in cucina.
Ore 18. Altra giornata più brutta come oggi non la potevamo trascorrere sino a questo momento. Poi…..
Verso le 8 di questa mattina, io, come faccio da diversi gironi sono stata a casa nostra per lavarmi (dato che ho a mia disposizione un bel bidone di acqua e trattenermi un po’. Per prima cosa ho visto Peter che scopava le scale facendo una tale polvere.. orgoglioso di fare “tutto bono tutto bono…”
Mi reco in camera mia ( altro caos di disordine perché buona parte del mobilio della sala e dello studio si è dovuta mettere in questa camera e polvere in quantità) per assestarmi, quando contemporaneamente sento una voce ben nota, quella di Monsignor Carlo Grillantini, che dalla strada corre gridando, con un manifesto in mano “Si deve sfollare!!!”
Io mi sono sentita gelare….morire….pensando che si doveva sfollare voleva dire che i tedeschi ci hanno nuovamente circondati al Borgo San Giacomo o prepareranno una forte offensiva!
Fuggo in casa come mi trovo, vengo qua dalla Sig. Gisella e già loro sapevano di quanto accadeva. Immediatamente si decide con il dott. Cardinali di sfollare, non tutti, ma una parte di noi. Però non abbiamo il mezzo….Dopo circa un’ora, il trasporto avviene. E ‘ caminocino di Confalonieri Federico, ma io non so, causa la grande confusione, se è stato chiamato, o se è venuto lui espressamente data l’amicizia che abbiamo con questo Signore. La famiglia cardinali compresa la Signora che è uscita dall’ospedale, è andata a Recanati da amici la famiglia Adinolfi è partita a piedi per Montefano, al ritorno del camioncino da Recanati partiranno lo zio, Lina, Gianna, zia Fiorenzina e zia Stamira. Quest’ultima, però, decide di non partire più. Intanto noi ricorriamo a casa per preparare un po’ di biancheria  viveri. . L’itinerario è di andare dal contadino Angeletti che sta verso Recanati.
A casa troviamo i soldati in grande da fare. Infatti sono tutti ai telefoni ed alle radio. Il maggiore da ordini. I mi faccio coraggio e chiamo Ludwig (sono tuti cordiali e rispettosi, ma diventano riservatissimi quando si parla di azioni belliche) e gli chiedo se veramente c’è pericolo perché abbiamo avuto l’invito di sfollare!
   Ludwig mi risponde “Se voi avere possibile casa lontano Osimo, andare, meglio andare!
In ogni modo io con la zia e Benilde non lasciamo Osimo, continuiamo a stare con la sig.ra Gisella. Sarà quello che io vuole! Che pena!.... Uomini, donne vecchi e bambini tutti in piedi, con fagotti, cappotti e fa un caldo soffocante! La fila è lunghissima ed è scortata dai carabinieri! Nessuno è calmo, ma in tutti traspare lo spavento… Noi assistiamo a questa scena da ben otto ore ed è uno strazio… Riflettiamo pensando a quando leggevamo e vedevamo al cinematografo quelle scene lugubri di fuggiaschi con pochissimi effetti personali e viveri per pochi giorni; ed ora che ci troviamo di fronte alla cruda realtà, lo strazio è immenso e ci fa male al cuore.   …e  se dovessimo per forza fuggire tutti, cosa sarà di noi? Dovremo lasciare tutto e la nostra casa, e dove andremo, saremo sicuri!?
Dono le ore 19 ed il camioncino non arriva. Come  snervante l’attesa! In questo momento viene tutta la famiglia dell’avv. Aldo Blasi chiedendoci l’ospitalità. Loro non vanno via, ma temono che il loro rifugio non sia molto sicuro in previsione di altre brutte ore. Pregano la sig.ra Gisella di accoglierli. E’ superfluo dire come la sig.ra Gisela acconsenta, anzi ci faranno compagnia, perché se lo zio, con Lina e Gianna andranno via, noi rimarremo in pochi”[1]



[1] Bonci F., Diario 1944. Il passaggio del fronte ad Osimo 14 luglio 1944,.

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