I Carri polacchi in marcia verso Castelferretti, al bivio di Casteld'Emilio, sotto Paterno 18 lugli

I Carri polacchi in marcia verso Castelferretti, al bivio di Casteld'Emilio, sotto Paterno 18 lugli
Bivio per Casteld'Emilio, sotto Paterno: La popolazione civile, in maggioranza femminile in quanto gli uomini erano nascosti applaude al passaggio dei carri polacchi

giovedì 20 agosto 2020

Passaggio del fronte nelle Marche 1944 La giornata del 15 luglio


15 luglio 1944. Del camioncino che doveva trasportare lo zio e gli altri, non si è saputo più nulla! Temiamo che qualcosa sia accaduto. La nottata l’abbiamo trascorsa come al solito in cantina, ma non è stata tanto nera..come si prevedeva. L’artiglieria polacca è stata in continuo movimento, ma poche le risposte dei tedeschi. Le sig.ine Blasi sono molto più paurose di noi, tanto che sono sempre in grotta…
Io e Lina ogni tanto facciamo delle sfuggitine a asa nostra. L’andirivieni è continuo e numeroso. Ci intratteniamo con gli ospiti ed abbiamo imparato alcune paorle in polacco (Buongiorno:gendobri, buona sera: dobrevieciur; buona notte: dorano; piccola: malenka; come state?: iak cen pan ma?; molto bene, grazie: barzo dobbrge, genkuie; arrivederci: dovienia; cosa?: zo-zo si: tac; no: gne; non è vero: gne prava; ecc.
Naturalmente gli spropositi da ambo le parti sono infiniti e grossissimi. Per noi la loro lingua è complitatissima, loro parlano tutto all’infinito e con gli accenti spostati. Da immaginarsi le risate che ne seguono da tutte le parti. Essi ci dicono: “bono parlare popolski, gne difficile …italiano si!!!” Nelle conversazioni quando non riusciamo a capirci aiutiao con i disegni ed i gesti! Oggi poi  c’è stata la piccola nota amena! L’autista valerio si adatta come lui dice, anche il cuciniero in privato. In fatti si è presentato con un’oca in mano (gkensc) e dopo aver molto parlato nel suo idioma, come se noi l’avessimo capito perfettamente, abbiamo compreso che voleva pelarla in un posto senza sporcare la cucina. Fatta questa funzione dopo una buona ora che già l’oca bolliva in pentola, mi chiese: Io volere quello coso…Che cosa? Rispondo io, quello coso.. e guardava attorno alla cucina. Allora io ho aperto tutti cassetti, la credenza ed infine la madia. Un  “oh..” di esclamazione uscì dalla sua bocca e indicando il mattarello mi disse: “quello coso, si bono…” Infatti si è messo a fare la pasta con grande maestria, non solo, ma poi quando fu tutto cotto ci volle offrite un piatto di minestra. In verità era buona ed ai nostri complimenti, lui tutto orgoglioso andava dicendo “tutto bono, molto bono..” uniche parole che lui sa dir ein italiano!

Ore 21. In questo momento ci vediamo apparire Federico Confalonieri e ci racconta che non è potuto venire ieri sera all’ora stabilita perché gli è capitato un incidente durante il tragitto, non solo ma il camioncino è rimasto là a Recanati e lui è vento a piedi. In considerazione che la nottata passata e la giornata di oggi  sono state discrete (delle pillole sono venute, ma non sono state, tanto cattive….) si è deciso che nessuno di noi partirà. Fosse questo un buon auguri che ci facciamo.” [1]


[1] Bonci F., Diario 1944. Il passaggio del fronte ad Osimo 15 luglio 1944, cit.

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