Testimonianza
Corrado Fiorini ricorda: "La mattina del 19 luglio, alle prime
luci dell’alba, mentre stavo ancora dormendo sotto la mia tenda, a poca
distanza da una casa di contadini, sento un fischio di richiamo, a me molto
familiare, che annunciava l’arrivo delle
palombe a nella selva di Villa Romana, fuori Ancona, un bosco di querce dalle mie
parti. Era un modo d’uso molto praticato dai cacciatori: costruivamo tunnel di
vegetazione e, grazie a segnali convenzionati, arrivavamo inosservati nel punto
giusto dove le palombe, sulle querce, si erano posate. Nella casa dei
contadini, per puro caso, erano alloggiati Cesare e Giuseppina Fiorini genitori
di mio cugino MOVM Sottotenente Aldo Fiorini del 5° Reggimento bersaglieri (vds
scheda a parte). Erano sfollati da Ancona a causa dei bombardamenti. A sentire
il richiamo per le palombe, mi alzo e vado verso la casa dei contadini e subito
incontro gli zii. Era lo zio Cesare a fischiare (perché vedendo i bersaglieri
pensava ci fosse anche suo nipote) e in un primo momento non riconosce nel
bersagliere che gli è di fronte Corrado (che in famiglia viene chiamato
“Corradì”) , ma anche Giuseppina non mi riconosce. Mi ero fatto crescere i
baffi (come nella poesia Davanti a San Giusto: "Con quei baffi a capecchio
e con quei musi davanti a Dio dritti come fusi") e indossavo l’uniforme
kaki, quella coloniale, come tutti i bersaglieri. Ma poi mi riconobbero e ci abbracciammo."
Era voce tra i soldati che avevano l'uniforme
kaki che la vestissero per non confondersi con i tedeschi. Nella realtà ogni
reparto indossava la divisa che aveva al momento della crisi armistiziale,
essendo praticamente impossibile essere riforniti di vestiario ed
equipaggiamento regolare da parte della logistica del Regio Esercito.
[1]
Nato ad Ancona il 10/01/1922. Se possibile aggiungere alcune note biografiche. ha
partecipato alla Guerra di Liberazione come bersagliere
Componente del LI
Battaglione Bersaglieri AUC, partecipa agli eventi armistiziali in Puglia e
alla difesa del Porto di bari il 9 settembre 1943.; poi con il suo battaglione
si addestra nell’ambito del I Raggruppamento Motorizzato e partecipa alla
battaglia di Montelungo, l’8 dicembre 1943. E’ testimone diretto di questa
battaglia, come componente della 1° Compagnia, ove assiste al sacrifico della
2° Compagnia bersaglieri decimata lungo il torrente Peccia. Soccorre Giorgio Barletta ,
ferito in quell’attacco, cementando una amicizia pluricinquantennale.
Il
LI battaglione bersaglieri esce provato dalla prova di Montelungo, Ritirato
come tutto il I Raggruppamento Motorizzato, per riorganizzarsi il LI
battaglione bersaglieri dà vita ai due battaglioni che formeranno il 4°
Reggimento bersaglieri, il XXXIII ed il XXIX, i due battaglioni che saranno
protagonisti della campagna del Corpo Italiano di Liberazione nelle Marche.
Fiorini, Allievo Ufficiale di Complemento, viene promosso sergente nel dicembre
1943. Le vicende dei bersaglieri che andarono oltre le righe lo videro
partecipe, sempre animato e
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