I Carri polacchi in marcia verso Castelferretti, al bivio di Casteld'Emilio, sotto Paterno 18 lugli

I Carri polacchi in marcia verso Castelferretti, al bivio di Casteld'Emilio, sotto Paterno 18 lugli
Bivio per Casteld'Emilio, sotto Paterno: La popolazione civile, in maggioranza femminile in quanto gli uomini erano nascosti applaude al passaggio dei carri polacchi

lunedì 6 luglio 2020

Il passaggio del fronte nelle Marche.


Testimonianza.




Corrado Fiorini ricorda: "Dopo la battaglia di Filottrano, che vide protagonisti i paracaduti della Nembo, il nostro comandante generale Utili, il 10 luglio (vedi schizzo n. 11) chiama a rapporto in particolare i suoi bersaglieri e, senza giri di frase, indica quello che c'è da fare nei prossimi giorni, ovvero conquistare Jesi. E’ un compito importante ma gravoso, in quanto da informazioni raccolte risulta che Jesi è fortemente presidiata dai tedeschi. Si doveva andare avanti, continuando quella marcia iniziata dal momento del trasferimento nel settore adriatico. Una marcia a piedi, in carenza di automezzi adeguati. Era una fortuna trovare il caratteristico carro agricolo marchigiano, il “biroccio” trainato da due bovi, per il trasporto del materiale. Si va avanti tra mille cautele verso la vallata del Musone e Santa Maria Nuova”.

Emerge dalla testimonianza di Fiorini tutto lo status del Corpo Italiano di Liberazione. La carenza di mezzi è impressionante; ed è una scelta voluta, in quanto gli Alleati, in particolare i Britannici non vogliono assolutamente che il Corpo Italiano di Liberazione giochi in queste operazioni nelle Marche un ruolo primario

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