Testimonianza.
Corrado Fiorini ricorda: "Dopo la battaglia di Filottrano, che
vide protagonisti i paracaduti della Nembo, il nostro comandante generale
Utili, il 10 luglio (vedi schizzo n. 11) chiama a rapporto in particolare i
suoi bersaglieri e, senza giri di frase, indica quello che c'è da fare nei
prossimi giorni, ovvero conquistare Jesi. E’ un compito importante ma gravoso,
in quanto da informazioni raccolte risulta che Jesi è fortemente presidiata dai
tedeschi. Si doveva andare avanti, continuando quella marcia iniziata dal
momento del trasferimento nel settore adriatico. Una marcia a piedi, in carenza
di automezzi adeguati. Era una fortuna trovare il caratteristico carro agricolo
marchigiano, il “biroccio” trainato da due bovi, per il trasporto del materiale.
Si va avanti tra mille cautele verso la vallata del Musone e Santa Maria
Nuova”.
Emerge dalla testimonianza di Fiorini
tutto lo status del Corpo Italiano di Liberazione. La carenza di mezzi è
impressionante; ed è una scelta voluta, in quanto gli Alleati, in particolare i
Britannici non vogliono assolutamente che il Corpo Italiano di Liberazione
giochi in queste operazioni nelle Marche un ruolo primario
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