I Carri polacchi in marcia verso Castelferretti, al bivio di Casteld'Emilio, sotto Paterno 18 lugli

I Carri polacchi in marcia verso Castelferretti, al bivio di Casteld'Emilio, sotto Paterno 18 lugli
Bivio per Casteld'Emilio, sotto Paterno: La popolazione civile, in maggioranza femminile in quanto gli uomini erano nascosti applaude al passaggio dei carri polacchi

lunedì 20 luglio 2020

Discorso del bersagliere Corrado Fiorini il 20 luglio 2014. Caduta di Jesi


70° ANNIVERSARIO LIBERAZIONE DI JESI
20 Luglio 1944 – 20 Luglio 2014

Oratore ufficiale: Corrado Fiorini (Reduce IV° Rgt Bers)

Desidero anzitutto porgere saluti bersagliereschi e ringraziamenti al Sindaco dott. Bacci che ha autorizzato questa meravigliosa manifestazione riguardante il 70° anniversario della liberazione di Jesi. Saluti bersagliereschi alle altre autorità presenti, la loro presenza onora sensibilmente il vero significato di questa bella manifestazione. Saluti bersagliereschi anche al Presidente della sezione bersaglieri di Jesi bersagliere Ivo Vincenzetti e al bersagliere Omero Bezzeccheri per la buona riuscita di questa cerimonia. Saluti bersagliereschi anche a tutti i presenti.
Io sono un reduce, uno dei pochi rimasti ancora in vita.
Negli anni 1943/44/45 ho partecipato alla guerra contro la Germania, dichiarata dal Generale Pietro Badoglio,nella qualità di capo del governo del Sud.
L’ Italia era divisa in due parti.
Io facevo parte del LI° btg bers AUC e con me c’ era l’ indimenticabile caro amico Giorgio Barletta che come a Voi noto è stato il Presidente Regionale Marche della Associazione Bersaglieri e Consigliere Nazionale della medesima associazione.
Il LI° btg bers. fu l’ antesignano della rinascita morale e materiale del nuovo Esercito Italiano che per primo iniziò il 9 settembre 1943, giorno dopo del doloroso armistizio, con la difesa di Bari dai tedeschi quella marcia di dolore e di gloria verso il nord “A RICERCARE LA PATRIA SMARRITA” per salvare il salvabile che purtroppo non ho ancora ritrovato, considerata la deludente situazione politica ed economica in cui si dibatte la nostra Italia da molti anni.
Primo episodio bellico
La battaglia dell’ 8 e del 16 dicembre 1943 a Monte Lungo con il “Primo Raggruppamento Motorizzato” lo scontro fu molto duro ed il LI°btg fu molto provato subendo perdite molto gravi. Comunque Monte Lungo, forte caposaldo tedesco prima di Cassino, fu liberato. In quella battaglia fu gravemente ferito il carissimo amico Giorgio Barletta, ferita che lo ha tormentato tutta la vita fino alla morte avvenuta qualche anno fa. In suo onore il Comune di Ancona ha intestato a suo nome, in considerazione delle sue ottime doti culturali e quale combattente di Monte Lungo, una via cittadina. Dopo questo primo successo si costituì un gruppo di combattimento molto più forte il “C.I.L. Corpo Italiano di Liberazione” composto dal 68° Rgt Fanteria, un btg Alpini “Piemonte”, un btg Paracadutisti “Nembo”, un btg di Arditi, il IV° Rgt bers. Composto dai btg XXIX e XXXIII nei quali fummo inseriti rispettivamente noi del LI° btg bers, reparti del Genio e della Sanità.
Fu una lunga primavera di guerra di posizione sugli Appennini Abruzzesi, catena delle Mainarde, Monte Mare e Monte Marrone. I primi di giugno i tedeschi si sganciarono per ritirarsi verso Nord e noi a seguirli sempre da vicino con marce forzate e scambi di artiglieria. Noi non avevamo mezzi di locomozione per il trasporto di viveri, armi pesanti e quant’ altro necessario e quindi la nostra fatica fu enorme. Finalmente riuscimmo a trovare dei carri agricoli tirati da buoi i cosiddetti “birocci” e quindi l’ avanzata fu facilitata.
Ai primi di luglio arivammo a sud della Marche, Arquata del Tronto, Tolentino, San Severino e poi verso Jesi Collina, Santa Maria Nuova, Filottrano. Qui a Filottrano il gruppo di combattimento riordinò le file e ci fu segnalato che Jesi era saldamente in mano tedesca per cui bisognava organizzare un attacco adeguato. I due btg. Bers hanno così avuto l’ ordine di andare avanti verso Jesi con tutte le cautele del caso e quindi arrivammo sulle colline adiacenti alla Valle dell’ Esino.
Il XXIX btg bers era nella zona di Montegranale e noi del XXXIII eravamo leggermente più in basso. Improvvisamente i tedeschi fecero un furioso, furibondo e cattivo attacco con mortai e tiri di mitragliatrice nella zona di Montegranale. Il XXIX subì lo scontro e si trovò in difficoltà subendo la eroica morte del serg. magg. Giuseppe Riccardi e quindi noi del XXXIII avemmo l’ ordine di farci sotto per tamponare la situazione e così fu fatto ben assistiti dal nostro plotone mortai e con il XXIX che nel frattempo si era ripreso colpimmo ripetutamente le posizioni tedesche ed a lungo andare scoprimmo che i tedeschi non davano più segni di vita.
Grande sorpresa, ma in guerra le sorprese sono molto pericolose perché il nemico lascia le sue posizioni per ritrovarlo poi inspiegabilmente in una altra posizione con tutte le conseguenze negative. Stando così le cose assumemmo un atteggiamento di prudenza e restammo sulle nostre posizioni in attesa di chiarimenti sulla situazione.
Come su detto il serg.magg. Riccardi fu ucciso. Questo valoroso giovane prima che l’ Italia entrasse in guerra era emigrato in Svizzera , poi venuto a conoscenza degli eventi bellici rientrò immediatamente, per amor di Patria, si arruolù volontario nel corpo dei bersaglieri immolandosi in terra jesina. Fu decorato con medaglia d’ oro al V.M. e promosso sten. per meriti di guerra. E’ da tutti ricordato come figura tipica di grande bersagliere patriota ed il suo nome Jesi lo ricorda su di un cippo agli Orti Pace. Nello scontro suddetto lodevole fu il comportamento degli allievi del già LI° btg bers AUC.
Oltre alla situazione dei tedeschi che non si sapeva ove erano finiti, altro impedimento per andare avanti verso Jesi era il Fiume Esino che doveva essere necessariamente attraversato. Fu dato questo ordine con tutte le cautele necessarie, ma come al solito non avevamo mezzi adeguati per poterlo fare facilmente. Io con la mia squadra eravamo sulla sponda pianeggiante del fiume e decidemmo di farlo a guado, e così fu fatto armi sulle spalle iniziammo la traversata. Quando fui nel mezzo del fiume l’ acqua mi arrivava sul petto e provai una piacevole sensazione di freschezza, l’ acqua era fredda mentre fuori faceva molto caldo. Continuammo la traversata con molta attenzione perché c’ era il pericolo di cadere dal momento che in qualche punto il fondo del fiume presentava delle buche. Con buona volontà arrivammo sull’ altra sponda e lì piazzammo le nostre armi in attesa di ricevere ordini precisi sul da farsi. Mentre eravamo sulle posizioni con i nostri pensieri e le preoccupazioni vedemmo da lontano venire avanti a ridosso di un canneto, che arrivava fino al fiume, un uomo gobbo gobbo con qualcosa in mano. Subito pensai “questo farà un brutta fine” perché di fronte alle situazioni dubbiose in guerra era molto facile sparare. Fortunatamente nessuno lo fece e questi giunto a pochi metri di distanza a voce alta gridò “bersaglieri i tedeschi hanno lasciato Jesi” chi era costui che con tanta sicurezza e determinazione faceva questa affermazione? Sorge il dilemma crederci o non crederci, ma nel dubbio rimanemmo impavidi sulle nostre posizioni in attesa di ordini precisi dal nostro comando. Poco dopo infatti ci fu segnalato che effettivamente i tedeschi avevano lasciato Jesi e si erano ritirati verso Barbara. La notizia fu presa con grande gioia da tutti. Quell’ uomo aveva detto la verità e quella cosa che aveva in mano era un fiasco di vino. Cogliemmo l’ occasione per berlo tutto tutti quanti. Credetemi in quel momento eravamo molto provati sia fisicamente che mentalmente e quella bevuta di vino “sapemmo poi che era Verdicchio”fu per noi un tocca sana che diede immediatamente quella vitalità tipica bersaglieresca.
Era il giorno 20 Luglio 1944
Jesi fu liberata.
Viva l’ Italia viva il glorioso Corpo dei Bersaglieri, sempre pronto a intervenire in ogni occasione con successo a difesa della Patria.
                                                                                                          Bers Corrado Fiorini

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