70° ANNIVERSARIO LIBERAZIONE DI JESI
20 Luglio 1944 – 20 Luglio 2014
Oratore ufficiale: Corrado Fiorini (Reduce IV° Rgt Bers)
Desidero anzitutto porgere saluti bersagliereschi e ringraziamenti
al Sindaco dott. Bacci che ha autorizzato questa meravigliosa manifestazione
riguardante il 70° anniversario della liberazione di Jesi. Saluti
bersagliereschi alle altre autorità presenti, la loro presenza onora
sensibilmente il vero significato di questa bella manifestazione. Saluti
bersagliereschi anche al Presidente della sezione bersaglieri di Jesi
bersagliere Ivo Vincenzetti e al bersagliere Omero Bezzeccheri per la buona
riuscita di questa cerimonia. Saluti bersagliereschi anche a tutti i presenti.
Io sono un reduce, uno dei pochi rimasti ancora in vita.
Negli anni 1943/44/45 ho partecipato alla guerra contro la
Germania, dichiarata dal Generale Pietro Badoglio,nella qualità di capo del
governo del Sud.
L’ Italia era divisa in due parti.
Io facevo parte del LI° btg bers AUC e con me c’ era l’
indimenticabile caro amico Giorgio Barletta che come a Voi noto è stato il
Presidente Regionale Marche della Associazione Bersaglieri e Consigliere
Nazionale della medesima associazione.
Il LI° btg bers. fu l’ antesignano della rinascita morale e
materiale del nuovo Esercito Italiano che per primo iniziò il 9 settembre 1943,
giorno dopo del doloroso armistizio, con la difesa di Bari dai tedeschi quella
marcia di dolore e di gloria verso il nord “A RICERCARE LA PATRIA SMARRITA” per
salvare il salvabile che purtroppo non ho ancora ritrovato, considerata la
deludente situazione politica ed economica in cui si dibatte la nostra Italia
da molti anni.
Primo episodio bellico
La battaglia dell’ 8 e del 16 dicembre 1943 a Monte Lungo con il
“Primo Raggruppamento Motorizzato” lo scontro fu molto duro ed il LI°btg fu
molto provato subendo perdite molto gravi. Comunque Monte Lungo, forte
caposaldo tedesco prima di Cassino, fu liberato. In quella battaglia fu
gravemente ferito il carissimo amico Giorgio Barletta, ferita che lo ha tormentato
tutta la vita fino alla morte avvenuta qualche anno fa. In suo onore il Comune
di Ancona ha intestato a suo nome, in considerazione delle sue ottime doti
culturali e quale combattente di Monte Lungo, una via cittadina. Dopo questo
primo successo si costituì un gruppo di combattimento molto più forte il
“C.I.L. Corpo Italiano di Liberazione” composto dal 68° Rgt Fanteria, un btg
Alpini “Piemonte”, un btg Paracadutisti “Nembo”, un btg di Arditi, il IV° Rgt
bers. Composto dai btg XXIX e XXXIII nei quali fummo inseriti rispettivamente
noi del LI° btg bers, reparti del Genio e della Sanità.
Fu una lunga primavera di guerra di posizione sugli Appennini
Abruzzesi, catena delle Mainarde, Monte Mare e Monte Marrone. I primi di giugno
i tedeschi si sganciarono per ritirarsi verso Nord e noi a seguirli sempre da
vicino con marce forzate e scambi di artiglieria. Noi non avevamo mezzi di
locomozione per il trasporto di viveri, armi pesanti e quant’ altro necessario
e quindi la nostra fatica fu enorme. Finalmente riuscimmo a trovare dei carri
agricoli tirati da buoi i cosiddetti “birocci” e quindi l’ avanzata fu
facilitata.
Ai primi di luglio arivammo a sud della Marche, Arquata del
Tronto, Tolentino, San Severino e poi verso Jesi Collina, Santa Maria Nuova,
Filottrano. Qui a Filottrano il gruppo di combattimento riordinò le file e ci
fu segnalato che Jesi era saldamente in mano tedesca per cui bisognava
organizzare un attacco adeguato. I due btg. Bers hanno così avuto l’ ordine di
andare avanti verso Jesi con tutte le cautele del caso e quindi arrivammo sulle
colline adiacenti alla Valle dell’ Esino.
Il XXIX btg bers era nella zona di Montegranale e noi del XXXIII
eravamo leggermente più in basso. Improvvisamente i tedeschi fecero un furioso,
furibondo e cattivo attacco con mortai e tiri di mitragliatrice nella zona di
Montegranale. Il XXIX subì lo scontro e si trovò in difficoltà subendo la
eroica morte del serg. magg. Giuseppe Riccardi e quindi noi del XXXIII avemmo
l’ ordine di farci sotto per tamponare la situazione e così fu fatto ben
assistiti dal nostro plotone mortai e con il XXIX che nel frattempo si era
ripreso colpimmo ripetutamente le posizioni tedesche ed a lungo andare
scoprimmo che i tedeschi non davano più segni di vita.
Grande sorpresa, ma in guerra le sorprese sono molto pericolose
perché il nemico lascia le sue posizioni per ritrovarlo poi inspiegabilmente in
una altra posizione con tutte le conseguenze negative. Stando così le cose
assumemmo un atteggiamento di prudenza e restammo sulle nostre posizioni in
attesa di chiarimenti sulla situazione.
Come su detto il serg.magg. Riccardi fu ucciso. Questo valoroso
giovane prima che l’ Italia entrasse in guerra era emigrato in Svizzera , poi
venuto a conoscenza degli eventi bellici rientrò immediatamente, per amor di
Patria, si arruolù volontario nel corpo dei bersaglieri immolandosi in terra
jesina. Fu decorato con medaglia d’ oro al V.M. e promosso sten. per meriti di
guerra. E’ da tutti ricordato come figura tipica di grande bersagliere patriota
ed il suo nome Jesi lo ricorda su di un cippo agli Orti Pace. Nello scontro
suddetto lodevole fu il comportamento degli allievi del già LI° btg bers AUC.
Oltre alla situazione dei tedeschi che non si sapeva ove erano
finiti, altro impedimento per andare avanti verso Jesi era il Fiume Esino che
doveva essere necessariamente attraversato. Fu dato questo ordine con tutte le
cautele necessarie, ma come al solito non avevamo mezzi adeguati per poterlo
fare facilmente. Io con la mia squadra eravamo sulla sponda pianeggiante del
fiume e decidemmo di farlo a guado, e così fu fatto armi sulle spalle iniziammo
la traversata. Quando fui nel mezzo del fiume l’ acqua mi arrivava sul petto e
provai una piacevole sensazione di freschezza, l’ acqua era fredda mentre fuori
faceva molto caldo. Continuammo la traversata con molta attenzione perché c’
era il pericolo di cadere dal momento che in qualche punto il fondo del fiume
presentava delle buche. Con buona volontà arrivammo sull’ altra sponda e lì
piazzammo le nostre armi in attesa di ricevere ordini precisi sul da farsi.
Mentre eravamo sulle posizioni con i nostri pensieri e le preoccupazioni
vedemmo da lontano venire avanti a ridosso di un canneto, che arrivava fino al
fiume, un uomo gobbo gobbo con qualcosa in mano. Subito pensai “questo farà un
brutta fine” perché di fronte alle situazioni dubbiose in guerra era molto
facile sparare. Fortunatamente nessuno lo fece e questi giunto a pochi metri di
distanza a voce alta gridò “bersaglieri i tedeschi hanno lasciato Jesi” chi era
costui che con tanta sicurezza e determinazione faceva questa affermazione?
Sorge il dilemma crederci o non crederci, ma nel dubbio rimanemmo impavidi
sulle nostre posizioni in attesa di ordini precisi dal nostro comando. Poco
dopo infatti ci fu segnalato che effettivamente i tedeschi avevano lasciato
Jesi e si erano ritirati verso Barbara. La notizia fu presa con grande gioia da
tutti. Quell’ uomo aveva detto la verità e quella cosa che aveva in mano era un
fiasco di vino. Cogliemmo l’ occasione per berlo tutto tutti quanti. Credetemi
in quel momento eravamo molto provati sia fisicamente che mentalmente e quella
bevuta di vino “sapemmo poi che era Verdicchio”fu per noi un tocca sana che
diede immediatamente quella vitalità tipica bersaglieresca.
Era il giorno 20 Luglio 1944
Jesi fu liberata.
Viva l’ Italia viva il glorioso Corpo dei Bersaglieri, sempre
pronto a intervenire in ogni occasione con successo a difesa della Patria.
Bers
Corrado Fiorini
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