I Carri polacchi in marcia verso Castelferretti, al bivio di Casteld'Emilio, sotto Paterno 18 lugli

I Carri polacchi in marcia verso Castelferretti, al bivio di Casteld'Emilio, sotto Paterno 18 lugli
Bivio per Casteld'Emilio, sotto Paterno: La popolazione civile, in maggioranza femminile in quanto gli uomini erano nascosti applaude al passaggio dei carri polacchi

giovedì 20 aprile 2023

La battaglia di Filottrano 8 luglio 1944. Valutazione delle fonti polacche coeve.

 

artiglieria polacca in azione

Nelle fonti polacche[1] non si dà molta rilevanza alla battaglia di Filottrano. Nel “Rapporto” si legge:

Poiché le nostre truppe erano esauste per i combattimenti ed il Corpo Italiano di Liberazione non aveva preso parte ad alcuno scontro maggiore, il compito di prendere questa città (Filottrano n.d.a.) di spingersi verso il fiume e di dare qui il cambio alla VI Brigata “Lwow” fu affidato al Gruppo Italiano “Nembo”, formato da cinque battaglioni. L’attacco contro Filottrano da parte di questo Gruppo sostenuto da vicino dall’artiglieria della 5a Divisione Kresowa e da alcuni carri armati del 4° Reggimento corazzato, cominciò l’8 luglio ed andò incontro a mutevole fortuna. Al crepuscolo vennero conquistati alcuni edifici ed un cimitero, ma furono abbandonati dalle unità italiane. Nelle prime ore del 9 luglio fu confermato che il nemico si era ritirato dalla città. Il Gruppo “Nembo” che nel frattempo era stato raggiunto dalla II Brigata italiana e dal Quartier Generale del Corpo Italiano, cominciò ad avanzare lentamente ed il 10 luglio raggiunse il fiume Musone dove rilevò la VI Brigata “Lwow” ed anche un battaglione della V Brigata “Wilno” a sud del fiume. Il 9 luglio il 12° Reggimento esplorante “Lancieri di Podolia” passò sotto il comando del Corpo Italiano allo scopo di proteggere il fianco sinistro[2]

Da osservare che dal 1 al 5 luglio il II Corpo Polacco attacco le difese esterne di Ancona  (Loreto, Castelfidardo, Osimo) e nei combattimenti persero oltre 50 carri armati dei 200 disponibili non riuscendo ad avere ragione della difesa tedesca. 

Il Comando del II Corpo Polacco, su questa linea, non diede rilevanza al combattimento di Filottrano. Nel loro rapporto ne fanno cenno solo in modo superficiale. La ragione di questo approccio, secondo Giuseppe Campana, è da individuarsi nel fatto che l’obiettivo dei Polacchi era la conquista del Porto di Ancona, dell’aeroporto e della raffineria di Falconara, un polo, quello anconetano di estrema importanza dal punto di vista tattico-logistico. Tutto quello che era intorno a questo obiettivo perdeva di rilevanza.

Scrive Campana:

 Da qui lo scarso spazio dato nel “Rapporto” a quello che sarà conosciuta come la “Battaglia di Filottrano”. Filottrano è un punto chiave nel dispositivo di difesa tedesco, ma la sua conquista, per i Polacchi, è solo un episodio da inquadrare nelle “battaglie per Ancona”. Le fonti storiche sia polacche sia tedesche concordano nei fatti nel definire Prima Battaglia per Ancona (o battaglia preliminare di Ancona) la presa di Filottrano e gli scontri che si svolgono dal 2 al 9 luglio 1944 e Seconda Battaglia per Ancona (o battaglia principale per Ancona) i combattimenti svoltesi dal 17 al 19 luglio 1944. Inserire l’episodio di Filottrano nel più ampio contesto delle battaglie di Ancona ha un’unica funzione di chiarezza storiografica e nulla toglie, ovviamente, al valore dei soldati del C.I.L. (Corpo Italiano di Liberazione, n.d.a)”. [1]



[1] Campana G. (a cura di), Rapporto sulle operazioni del II Corpo Polacco nel settore adriatico. Giugno-Settembre 1944, la guerra nelle Marche. Le battaglie di Ancona, Loreto, del Metauro, della Linea Gotica in un documento del P.R.O., Ancona, Istituto Regionale per la Storia del Movimento di Liberazione nelle Marche, 1999, pag. 32 e segg. Al riguardo, si rimanda alla nota 00 

(Massimo Coltrinari)



[1] Campana G. (a cura di) , Rapporto sulle operazioni del II Corpo Polacco nel settore adriatico. Giugno-settembre 1944. La guerra nelle Marche: le battaglie di Ancona, di Loreto, del Metauro, della Linea Gotica in un documento del Public Record Office britannico, Ancona, Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nelle Marche, 1999

[2] Ibidem

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