Gli altri Italiani impiegati dai
Polacchi: La brigata “Maiella”.
La
situazione sul terreno merita una ulteriore annotazione, che introduce
indirettamente il tema delle partecipazione delle formazioni partigiane alle
operazioni.
I
Britannici, ed in particolare i Polacchi avevano accettato nelle loro fila una
“Brigata” partigiana,
Sul
fianco sinistro del Corpo Italiano di Liberazione, ove operava, al comando[1]
dell’avv. Ettore Troilo, la Brigata “Patrioti della Maiella”[2]
la situazione era alquanto fluida.[3]
Questa formazione aveva di fronte forze tedesche stimate in 3-4 battaglioni con
altrettante batterie e la sua consistenza organica si aggirava sui 900/1000
uomini con diverso armamento.
Era
questo il pericolo che il Comando Polacco paventava quanto cercava di mettere
in sicurezza il fianco sinistro. Occorre non lasciarsi fuorviare dai numeri:
l’entità delle forze tedesche qui considerate ammontava ad 1/5 di tutte quelle
che difendevano Ancona.
Per
fronteggiare la situazione “il Lewiki in
breve tempo assume il comando di tutti i gruppi partigiani della zona.
Contemporaneamente
A
rinforzare tali forze, dal 3 al 7 luglio 1944 prese posizione nel settore
affidato alla “Maiella” un reparto inglese, molto caratteristico, che poi
opererà con i Gruppi di Combattimento, composto da 50 uomini trasportato da 12
jeep armate di mitragliatrici pesanti, al comando del maggiore Popski.
Accogliendo la richiesta del ten. col. Lewiki appoggio per ben due volte le
operazioni della Maiella. Il 7 luglio
una jeep riuscì a portarsi a
Scrive
Domenico Di Napoli:
“I Tedeschi, che da giorni subivano gravi
perdite in seguito alle costanti infiltrazioni partigiane preferirono
abbandonare il paese ( di Cingoli, n.d.a) ritirandosi su Apiro. Il Comandante Lewiki si recò immediatamente sul
posto con alcuni uomini, cercando di organizzare le forze locali, in attesa
dell’arrivo di due plotoni. L’azione non ebbe successo perché il nemico,
conosciuta la esiguità delle forze italiane, riprese il comune dopo aver
impedito ad un reparto della Maiella di raggiungere Cingoli”[4]
La
incapacità da parte delle forze della Brigata Maiella di tenere le posizioni di Cingoli non poteva non essere
presa in considerazione sia dal Comando del II Corpo Polacco sia dal Comando
del Corpo Italiano di Liberazione.
In
vista della azione per la conquista del Polo di Ancona, occorreva che il fianco
sinistro dello schieramento fosse totalmente messo in sicurezza. Allo scopo di
potenziare, quindi, il fianco sinistro dello schieramento del Corpo Italiano di
Liberazione, il comando del II Corpo Polacco dispose che il 12° Reggimento
Ulani, a partire dal 9 luglio, passasse alle dipendenze del comando del Corpo
Italiano di Liberazione operando ad ovest della I brigata. Questa cessione di
unità sta a dimostrare la nuova considerazione che il Corpo Italiano di
Liberazione aveva ora assunto presso il Comando Polacco.
[1] Ettore Troilo
era stato volontario, a soli 18 anni, nella prima guerra mondiale, al termine
della quale si trasferì a Milano, dove venne a contato con ambienti socialisti,
in particolar modo con quello di Filippo Turati ed Anna Balabanoff; partecipò
alle attività della rivista “
[2] La Brigata “Patrioti della Maiella” nasce
dalla iniziativa dell’Avv. Troilo ed una quindicina di suoi concittadini che,
per impedire la distruzione del loro paese, Torricella Peligna, decisa da parte
del Comando Tedesco cercarono di raggiungere i Comandi Alleati. Espressa la
volontà di combattere a fianco degli Alleati, dopo una serie di avventure e
superata la diffidenza dei comandanti locali, grazie ai buoni ufficio del magg.
Wingram, amante dell’Italia, profondo conoscitore della nostra storia e dei
suoi abitanti, avendo ricevuto dal Comando del V Corpo inglese l’incaricato di
organizzare gruppi di volontari italiani, Ettore Troilo ottenne
l’autorizzazione a formare una unità di combattenti italiani a cui diede il
nome di “Patrioti della Maiella”. Tale unità aveva queste caratteristiche:
assoluta apoliticità, volontà di combattere ed assoluta fedeltà all’Italia. Gli
Inglesi si riservavano la zona d’operazioni per la brigata, a cui avrebbero
assicurato il vettovagliamento e le armi, nonché il diritto di modificare gli
organici o addirittura sciogliere
Cfr. Diario Storico del IX Corpo d’Armata. Allegato 3.
Rapporto del Gen. Properzj a Comando del
IX Corpo d’Armata. 18 febbraio 1944., Roma, Ministero della Difesa, Stato
Maggiore dell’Esercito,
[3] Domenico di Napoli scrive “Il seguito al ritiro delle truppe tedesche
lungo il fiume Chienti, il Comandante del II Corpo Polacco ordinò
l’inseguimento del nemico. Tuttavia, dovendo coinvolgere l’attività operativa verso
Ancona, fu costretto a rallentare le operazioni per consentire al Corpo
Italiano di Liberazione di serrare sotto, coprendo in tal modo il lato ovest
dello schieramento. Data la esiguità delle forze germaniche il Comandante della
Brigata Maiella decise di non
attendere l’arrivo della Nembo e di
proseguire verso il nord. Il due luglio la Brigata occupava Tolentino e San
Severino. Il giorno successivo all’impatto con la consistente linea di difesa
nemica la costringeva ad assumere un nuovo dispositivo: una aliquota della
brigata espugnava Serralta per impedire la via verso Cingoli, mentre altri
reparti occupavano Liforni bloccano la strada
verso Frontale. La Maiella
prese contatto con il 12° Lancieri polacco lungo la strada di San
Severino-Castel Raimondo, e con il Corpo Italiano di Liberazione lungo
[4]
De Napoli D., I “Patrioti” della Maiella, in Dalle Mainarde al Metauro. Il Corpo
Italiano di Liberazione (C.I.L.)
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