I Carri polacchi in marcia verso Castelferretti, al bivio di Casteld'Emilio, sotto Paterno 18 lugli

I Carri polacchi in marcia verso Castelferretti, al bivio di Casteld'Emilio, sotto Paterno 18 lugli
Bivio per Casteld'Emilio, sotto Paterno: La popolazione civile, in maggioranza femminile in quanto gli uomini erano nascosti applaude al passaggio dei carri polacchi

martedì 31 gennaio 2023

51a Sezione di Sanità. La Battaglia decisiva. Parrocchia di Vignale

 

 

Ancora una pagina bella per le truppe del Gruppo “Legnano”. E sono gli arditi del IX° Reparto d’Assalto a scriverla con la consueta audacia e con l’indomito valore.

Schierati in secondo scaglione sul settore di destra (68 Fanteria) essi intensificano il lavoro di ricognizione e studiano il terreno. Lo studiano come lo sanno fare le loro mirabili pattuglie, per le quali uscire dalle linee, entrare nei dispositivi tedeschi, sventare le insidie, raccogliere dati e informazioni, attaccare, difendersi, catturare, appiattarsi, ed infine rientrare non è che un giuoco, terribile giuoco la cui posta è la vita.

10 Aprile, colpo grosso: quota 459 di Parrocchia di Vignale. Si tratta di sorprendere un importante caposaldo tedesco, eliminarlo, prelevare prigionieri da cui avere notizie importanti ali effetti delle operazioni successive.

I comandi hanno preparato meticolosamente l’azione e la 123ª Compagnia del IX Reparto d’Assalto si rivela all’altezza delle tradizioni. Il colpo riesce, ma la reazione dei mortai tedeschi da un lato, le mine dall’altro causano gravi perdite.

L’intervento della Sanità si rivela tempestivo ed efficace. Già dalla sera del 9 aprile, una robusta squadra di portaferiti si è unita alla Compagnia di Arditi che è in procinto di muoversi.

 

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Manca qualche ora all’inizio della marcia notturna di avvicinamento. I nostri ne approfittano per concedersi un’ora di sonno in una casa diroccata sotto Castelvecchio. Qualche colpo di mortaio, che scoppia qua e là, mantiene il colore all’ambiente; le mura sgretolate ed aperte in larghe fenditure sembrano voler crollare da un momento all’altro.

Un   lumicino   rompe appena le tenebre   della   stanza: ci sono i due colleghi medici degli Arditi.

L’uno sarà il medico della Compagnia attaccante. Sta meticolosamente controllando tutte le cose indispensabili alla bisogna, con quella esperienza sicura che tante azioni di guerra gli hanno conferito.

L’altro domani uscirà con una sua squadra. Ha un compito      speciale di cui non si possono ancora     conoscere i particolari, ma molto si intuisce, perché fin dai primordi della Guerra di Liberazione, il giovane sottotenente medico ha combattuto non solo la sua guerra umanitaria, ma anche quella del mitra e delle bombe a mano, e numerosi segni del valore fregiano il suo petto.

Ora, a quel fioco lume di un mozzicone di candela, poche ore prima dell’azione che si presume dura e sanguinosa, legge tranquillo un volumetto; di medicina forse? Un romanzo? No... Potrebbe essere un opuscolo di argomento filosofico, di filosofia di guerra, là sugli ultimi contrafforti dell’Appennino conteso, al riparo di quattro macerie pericolanti prima della battaglia, fra uomini sognanti la lotta e la casa, sul limite delle linee nostre e nemiche, sulla soglia della vita e della morte.

 

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È questo un quadretto di ambiente del personale di Sanità. Uno dei tanti episodi delle vigilie d’armi che sfuggono quasi sempre ai profani intenti alla ricerca del fatto sensazionale, del colpo ad effetto.

L’indomani l’azione è fulminea, gli obbiettivi raggiunti; reazione del nemico, feriti a decine, diversi morti.....

Il personale di Sanità è all' opera. Non c’è bisogno di suonare l'allarme, tutti sono al loro posto. Il II° Reparto funziona in pieno, le ambulanze in rinforzo sono pronte a Migliarina, le jeeps attrezzate si spingono a Castelvecchio ed i portaferiti, in più squadre, sono là, a fianco degli Arditi, fanno e rifanno la stessa strada, corrono e ricorrono lo stesso pericolo.

È rimasto laggiù, fra le mine, qualche ardito che non chiede aiuto, non parla più.

Si innalza il vessillo della Croce Rossa, si invita il nemico al rispetto della sofferenza e della morte. Il medico ardito ed i portaferiti escono in campo aperto. Altrettanto fanno i tedeschi.

Nel silenzio generale delle ridotte e delle trincee, nella tregua delle armi e degli animi, sotto la protezione della Croce, muovono dai campi avversi gli uomini della Sanità, si stringono la mano e si dedicano al loro doloroso lavoro.

Dai posti di comando dagli osservatori avanzati mille occhi ansiosi seguono le vostre mosse, o portaferiti… e domani a testimonianza del vostro valore e della vostra abnegazione, ci sarà più di una decorazione al valore “sul campo” con delle motivazioni che suonano ad onore per tutta la Sezione.

 


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