I Carri polacchi in marcia verso Castelferretti, al bivio di Casteld'Emilio, sotto Paterno 18 lugli

I Carri polacchi in marcia verso Castelferretti, al bivio di Casteld'Emilio, sotto Paterno 18 lugli
Bivio per Casteld'Emilio, sotto Paterno: La popolazione civile, in maggioranza femminile in quanto gli uomini erano nascosti applaude al passaggio dei carri polacchi

venerdì 20 gennaio 2023

51a Sezione di Sanità. INtermezzo

 Intermezzo

 

Notti di guerra. Nel cielo stellato si incrociano i raggi dei potenti riflettori che frugano nelle tenebre. Lo spettacolo è bello anche se fra quelle luci ed ombre si aggira la morte. Passano sulla collina di Bisano i proiettili sibilanti e vanno a schiantarsi un poco più a monte di noi. Rispondono i rombi delle artiglierie pesanti Americane piazzate sui fianchi delle colline circostanti. In alto si aprono con scoppi soffocati gli “srhapnell” che si riconoscono dal rumore inconfondibile, come di giorno si avvertono le loro rose nere persistenti nell’azzurro.

Un ansimare di motore; un richiamo di clackson ... feriti in arrivo... Saltano su il medico di turno e gli uomini di guardia. Tutti gli altri dormono? No ... li vedi sbucare silenziosi, vestiti a metà, da tutte le parti. Chi va a scaricare i feriti, chi prepara l’acqua calda, chi i ferri. Questi fa bollire siringhe, quegli porge del cognac o delle bevande calde, o l’acqua per frenare l’arsura, uno spoglia, l’altro lava... ognuno trova il suo lavoro in un silenzio fatto di cenni.

Non è certo la curiosità che li ha spinti fuori dal giaciglio, curiosità di vedere sangue e strazi che ognuno ha davanti agli occhi da mesi ed anni... Ma è un dovere imperioso di bontà, di umanità, diventato come una seconda natura, che non è sancito da nessun ordine del giorno …. Soltanto quando il ferito si assopirà sotto l’azione della benefica morfina nella penombra della tenda, essi si dilegueranno silenziosi ancora, pronti ad interrompere di nuovo il sonno se la voce del dolore si facesse sentire…

 

***

 

          Come si è già detto la Sezione di Sanità sta un po’ al centro dell’attenzione di tutti, là, in quell’angolo di valle protetto dai roccioni di Bisano.

Chi, da S. Benedetto di Querceto va verso le linee, la vede in basso del fiume; chi ritorna attraverso i guadi e risale il fiume seguendo la strada a senso unico, tracciata nel greto, se la vede   improvvisamente   davanti, sul passaggio   obbligato, e deve fermarsi.

Passa il Generale   Truscott, Comandante la 5ª Armata Americana. Si ferma, visita tutto attentamente ed insiste col Comandante la Sezione per sapere se è necessario ancora qualcosa   per il funzionamento   del servizio. Il Comandante non si fa pregare a chiedere quattro jeeps attrezzate per il trasporto dei feriti, la cui utilità si rivelerà fin troppo palese qualche giorno dopo.

Il Generale Utili trova modo di dire al Generale Keyes, Comandante il II° Corpo d’Armata, che è del seguito, e le sue parole non sfuggono: “questa Sezione di Sanità è la medesima che è stata in linea col II° Corpo a Mignano”.

Sosta il Generale Medico Martin, Direttore dei Servizi Sanitari della 5ª Armata. E’ il nostro vecchio amico dei tempi di Mignano e Colli al Volturno; lo accompagna il Ten. Colonnello Camardella, il cui nome sonante non nasconde la sua origine Italiana. Ritornano alla mente i primi contatti avuti con loro nell’ottobre del 1943 alla Reggia di Capodimonte: ci guadagnammo allora la loro fiducia e da quel momento abbiamo avuto da loro aiuti positivi nell’espletamento del nostro servizio.

Il Generale Martin ispeziona tutto con la solita aria di casa. Trova tutto bene, come una volta ... Ed invece delle quattro jeeps richieste ce ne invia sei.

 

 

* * *

 

 

Qualche   giorno   dopo l’azione di Parrocchia di Vignale è nostro ospite il Ministro dell’Aeronautica   S. E.  Gasparotto. A volta sono giornalisti, fotografi, ufficiali di passaggio, soldati Italiani ed Americani, sono le popolazioni di Bisano, Lojano, Monghidoro, Frassineta, Campeggio, che in vere e proprie colonne guidate dai Parroci, ovvero dai Comitati di Liberazione, vengono a visitare i feriti recando i doni più svariati ed il conforto della loro impacciata affettuosità.

Tra una scarica e l’altra di colpi che si riversano secondo il quotidiano costume, sul bivio obbligato di Baccanello, passa il Luogotenente Generale. Egli si reca in linea a ritrovare i veterani del I° Raggruppamento Motorizzato e del C.I.L.

- Riconosce i bersaglieri di Monte Lungo, scambia qualche parola in piemontese con gli alpini di Monte Marrone; incontra i nostri portaferiti e chiede notizie della Sezione; saluta i fanti e gli arditi del Musone, i genieri e gli artiglieri di tutti i combattimenti.

Alla   Sezione di Sanità c’è fermata obbligatoria, anche se non incluso nel programma ufficiale: c’è fermata obbligatoria perché Egli ha rivisto sul margine della strada volti noti. Ha chiesto notizie ed è sceso a visitare i feriti che le granate tedesche hanno colpito al bivio di Monterenzio, proprio poco dopo il suo passaggio.

 

 


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