“E
la morte
E la
vita son come una corona
sola
composta di due foglie attorte”
(D’Annunzio
– Merope)
Quale contrasto il veder seminati di
crateri e buche da scoppio di granate quei prati su cui primule e violette si
incaponivano a fiorire: il rigoglio prepotente della primavera, il diritto alla
vita sui campi dove la morte semina e miete ad un tempo! I biancospini che occhieggiano
dalle siepi rinverdite, un tepore che si diffonde ed alita nei cuori e nelle
membra avvertono l’arrivo della bella stagione che si presenta con la Pasqua di
Resurrezione.
Già da tempo il nostro comando si è
preoccupato di dare a tale festività il maggior risalto possibile, nei limiti
consentiti dalle necessità operative.
È la sera del sabato Santo:
vegliano i fanti nelle loro ridotte; vegliano i portaferiti di turno a Ronco
Britti e ad Osteria. Sotto Borgo di Bisano c’è chi si affanna agli ultimi
preparativi: non sono certo in programma delle tavolate, dei concerti, delle
cerimonie solenni. C’è la morte dappresso che attende inesorabile vicino a più
di un letto sotto le tende ricovero della Sezione di Sanità: ma un’ombra di
nostalgia, un minimo pensiero di gentilezza, ci vuole anche in prima linea il
giorno di Pasqua, ci vuole per i feriti ed i malati ed anche per i soldati di
Sanità, per i portaferiti che vegliano, di turno, là ai posti di raccolta
avanzati.
Ed allora ecco un fervore di
piccole iniziative e di attenzioni nel confezionare pacchi dono con sigarette,
dolciumi, oggetti da toeletta; ecco chi sta colorando le uova tradizionali,
ecco chi prepara ceste con fiaschi e bottiglie: oh! non è vino della
sussistenza; è vino di marca che il Barone Ricasoli ha regalato ai soldati
della 51ª Sezione di Sanità lassù in linea.
E la mattina di Pasqua, dopo l’intima
cerimonia religiosa e la soddisfazione al Precetto, si parte in macchina si girano
tutti i distaccamenti, si ritrovano tutti i posti di raccolta, i plotoni, le squadre:
nessuno è dimenticato, tutti nel ricevere quei piccoli doni, quegli auguri,
sentono l’affetto dei loro ufficiali, la comunione di spiriti e di intenti.
* * *
È un’altra delle feste tradizionali
passata lontano da casa: quale folla di sentimenti invade l’animo di ognuno! Ma
come sempre in queste occasioni, non c’è che da riprendersi, guardarsi d’attorno,
non sentirsi soli, comprendere il valore dell’amicizia, dell’amore del
prossimo.
La giornata di Pasqua passa rapida
nel conversare con i ricoverati, nel visitare e ritrovare quelli che da qualche
giorno sono stati trasferiti agli ospedali da campo.
Il Comandante del Gruppo di
Combattimento, il Vice Comandante, il Capo di Stato Maggiore e tutti i
Comandanti di Corpo, il giorno di Pasqua, si abbandonano un poco a queste umane
considerazioni: si ritrovano tutti là alla Sezione di Sanità; non ultimo il
Comandante Alleato del 52° Britisch Liaison Unit si intrattiene lungamente e
distribuisce doni ai nostri feriti.