“La polvere ,
la sitibonda
sorella del
fango, ha bevuto
un fiume di
sangue, ed è nera”.
(D’annunzio -
Maia).
Il C.I.L ha serrato sotto e, mentre il nemico battuto sul
Chienti si organizza a difesa del Musone, si stanno preparando azioni decisive
a Macerata dove risiede il nostro Comando. E' in palio una posta importante: la
conquista di Ancona. Al II° Corpo Polacco ed al Corpo Italiano di Liberazione
viene affidato il complesso di operazioni strategiche che dovranno portare
all'aggiramento e alla conseguente caduta della città per manovra.
Azione preliminare è la conquista di Filottrano, importante
caposaldo nemico (8 luglio) che segna una pagina di sangue e di eroismo per i
Paracadutisti della “Nembo”.
In una commossa rievocazione del Generale Comandante del C.I.L.,
così viene descritto l'importante fatto d'arme: “I battaglioni mano a mano che
scendevano dall'autocarro si lanciavano nella mischia senza preparazione. Fu un
combattimento garibaldino, tutto l'impeto, tutto di passione, saettante e
spregiudicato: a sera non c'era più una riserva.
Sui verdi dossi che in lieve pendio ascendente concorrono fino al
paese, si aprivano nel sole ardente di luglio i plumbei fiori delle bombe e
delle granate a falciare le giovani vite. Ma le squadre progredivano correndo,
esili linee kaki allineate le une dietro le altre, come le strofe di una
canzone. E un'epica canzone era davvero nel cuore di quei ragazzi, gioiosi e
terribili, e forse fu essa, più del mitra e più del cannone, a sgominare il
nemico. Asserragliati nell'Ospedale, aggrappati all'orlo del conteso obiettivo
tennero duro alle puntate dei carri ai soprassaldi dei contrattacchi;
tenacemente mantennero la presa, scoraggiarono ogni velleità di riscossa: ed al
mattino seguente il tricolore sventolava sull'alta mole del serbatoio
dell'acqua che tutta la linea su larga fronte aveva piegato.
Fu una lotta molto cruenta. I polacchi cavallereschi spettatori,
abbassarono il cappello.
Onore ai morti ed ai vivi di Filottrano”.
Noi della 51^ Sezione di Sanità non abbiamo partecipato a quel
combattimento.
Per tutta l'eroica giornata, con l'orecchio e l'animo intenti al
cannoneggiamento, alle notizie, alle ansie
della alterna vicenda dell'azione, abbiamo concorso al ricovero ed alla
cura dei numerosissimi feriti, che ad ambulanze stracariche venivano riversati
su Macerata: abbiamo udito il grido di gioia erompente da quelle bocche,
quando, dopo una giornata d'assalti, il tricolore garrì al vento dal più alto
fastigio di Filottrano.
Qualche settimana dopo, un plotone della 51^ Sezione di Sanità
mosse a ricercare le salme degli eroi nelle fosse improvvisate sui declivi
della collina, ai margini delle strade polverose, sulle bordure dei campi, e a
ricomporle all'ombra dei cipressi, presso il muro esterno del cimitero,
allineate a squadre così come erano andati all'assalto.
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