“.
. . e cento a morte
ruinanti
in ardita impari guerra
combattitori
intrepidi, coorte
invincibil.
audaci d’ogni terra
di
quante terre il nostro mar circonda
o
Appennin traversa o Alpe serra..”
(Marradi
- Rapsodie garibaldine)
Non erano tutti canti di gioia quelli che
si levavano dalle autocolonne snodantisi per i fianchi e per le valli dei monti
d'Abruzzo nel primo giorno di giugno! c'era un che di amaro che ristagnava in
tondo agli animi e che non si lasciava sciogliere dall'entusiasmo della
partenza, dall'andare innanzi verso il sospirato nord.
Per tre lunghi mesi presso le chiare
sorgenti del Volturno eravamo stati assillati dal desiderio del ritorno nella
Capitale ... Ed ora un ordine improvviso ci portava lontano presso le lente
acque del Sangro.
Rifiorivano acerbe le speranze e le
aspirazioni del 1° Raggruppamento Motorizzato, alla vigilia dell'azione di
Monte Lungo, di poter entrare trionfanti in Roma, chè senza di essa troppo poco
era rimasto all'Italia libera, troppo poco ad un tronco mutilato ... L'ansia
trepida per quanto stava succedendo al nord, l’incomprensione ed il larvato
disprezzo di non pochi al sud per chi ancora sperava e combatteva, davano le
ali ai nostri desideri. Ma per molto tempo ancora non sarebbe stata concessa
tanta felicità a chi aveva affrontato animoso la via dei più duri sacrifici per
riaprirsi la soglia di casa.
Questa fugace amarezza, rinfocolata nelle
ore monotone del lungo viaggio, tra visioni di pace e tra panorami di
indicibili distruzioni, fu sopraffatta dalle nuove preoccupazioni.
Superato il Sangro non lontano dalla foce,
la nostra colonna oltrepassò S. Vito Chietino, alto sul mare, giunse a notte
fonda ai margini dell'abitato di Treglio, presso Lanciano.
Già molte truppe del C.I.L. sono ammassate
in questa zona; i reggimenti della "Nembo” hanno completato lo
schieramento. Si avverte il pericolo dei campi minati, triste eredità lasciata
dal nemico fuggente alla terra abruzzese, si sceglie con grande cautela un
prato dove bivaccare e ci si getta stanchi a terra, mentre il duello incessante
delle opposte artiglierie ci ammonisce che il nemico è vicino e disposto a
vendere care le posizioni.
Alle prime luci del nuovo giorno la
Sezione si impianta al bivio di S. Eusanio di Sangro. Domina il paesaggio maestoso la Maiella su
cui si attardano le ultime bave di neve.
A Stazione d'Archi si costituisce la
nostra base. Siamo tutti riuniti: cosa rara per la Sezione di sanità, date le
sue attribuzioni. Si celebra in famiglia la Festa del Corpo Sanitario (4
giugno) e si invoca, con la tradizionale Messa al campo, l'aiuto di Dio sull’ardua
fatica di oggi e sull'incerto domani.
Gli arditi si sono schierati ai piedi
della Maiella; c’è nei paraggi il IV° gruppo di artiglieria someggiato; un
nostro reparto viene schierato in zona a Piani Aventino (Casoli) e rientra il
10 giugno quando il IX° Reparto d'Assalto punta su Guardiagrele.
Ma già dalla mattina del 9 tutte le truppe
sono in movimento ed il nostro II° reparto si sposta con automezzi e quadrupedi
al seguito della 1a Brigata. Guardiagrele è la sua prima tappa.
I1 68° fanteria occupa Orsogna, ridotta
sull'alto costone ad una squallida maceria: tutte le truppe avanzano dalla
Maiella al mare.
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