“Ragazzi, in piedi: perché questa
è l'aurora di un giorno migliore....
La scelta da parte del comando alleato di S. Agata dei Goti come sede del I° Raggruppamento Motorizzato, in fase di riordinamento, poteva considerarsi un ritorno. A S. Agata in effetto erano stati i Bersaglieri del 51° btg. a temprare gli animi e le armi alla vigilia della grande impresa. A S. Agata erano già giunte le notizie delle giornate tremende della prova. Le accoglienze che vennero fatte ai reduci della battaglia di Monte Lungo furono veramente affettuose: correva di bocca in bocca la narrazione degli episodi più salienti, il ricordo dei nomi dei valorosi; rientravano dagli ospedali i primi feriti guariti e convalescenti. Nel tepore di molte case, circondati dall'affettuosità di innumeri famiglie ospitali, i soldati del 51° Nucleo di Sanità trovarono un po' di pace e di riposo nell'attesa di nuovi eventi.
S.
Agata dei Goti, appollaiata su un isolotto roccioso quasi tagliato fuori dal
mondo – l'ardito ponte del Vanvitelli era stato fatto saltare dei tedeschi in
fuga – fu testimone, in quel freddo gennaio 1944, dei più fondati timori sulla
sorte del rinascente esercito italiano e sulla continuità ed efficacia del
primo sforzo pagato a duro prezzo di sangue. L'efficienza dei battaglioni di
fanteria e di bersaglieri era seriamente compromessa dalle perdite; occorreva
tempo per riordinare le file, troppo tempo perché il comando della 5^ Armata non si decidesse
ad abbandonare l'idea di un reimpiego del Raggruppamento.
Furono
seguiti con ansiosa attesa i passi del
Generale comandante che allo Stato Maggiore rappresentava la situazione nella
sua cruda realtà. Fu salutata con entusiasmo la notizia sulla trasformazione
del I° Raggruppamento in Divisione.
Il
51° Nucleo di Sanità Motorizzato che il Capo di Stato Maggiore dell'Esercitò
passò in rivista e per cui ebbe lusinghiere parole di elogio, si presentava
serrato nei suoi ranghi, senza incrinature, e si apprestava a divenire Sezione
di Sanità divisionale.
Sopravvengono
giorni di nero sconforto e di abbattimento. Gli americani insistono per avere
singoli reparti del raggruppamento quali unità di lavoratori; si accentuano di
nuovo i sintomi di uno sbandamento morale per la incertezza della nostra
situazione.
Ne
approfittarono gli eroi del bar e del tappeto verde, sulle cui labbra troppo
spesso fioriva il frizzo “chi ve lo fa fare?” e dove bisognava costruire essi
tentavano di demolire, dove urgeva suscitare la fiamma dell'entusiasmo essi si
affannavano a narcotizzare lo spirito,
Si
parlava di scioglimento, di assorbimento dei nostri servizi e delle nostre
artiglierie da parte degli alleati. Il morale non accennò a migliorare se non
quando, non appena giunto il nuovo Comandante, Generale Utili, si sente dire
che il Generale Clark è ritornato sul proposito di escludere il Raggruppamento
da compiti di linea. Si vocifera di movimenti in vista. Pare trattarsi
solamente del XXIX° Btg. Bersaglieri e del 185° Reparto Paracadutisti “Nembo”.
Si parla più avanti anche di due gruppi di artiglieria eppoi di elementi
alleggeriti del genio e del Nucleo di Sanità. Incominciavano ad incrociarsi
ordini, ricognizioni, preparativi febbrili: nasceva l'aurora di un giorno
migliore.
Il
Capo Ufficio di Sanità viene inviato di tutta fretta a prendere istruzioni dal
Generale medico Huguénot direttore dei servizi sanitari del Corpo di Spedizione
Francese. Il 6 febbraio il 51° Nucleo di Sanità Motorizzato muove con tutte le
altre truppe e raggiunge il fronte in zona Volturno, a fianco della 2^
Divisione Marocchina.
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