I Carri polacchi in marcia verso Castelferretti, al bivio di Casteld'Emilio, sotto Paterno 18 lugli

I Carri polacchi in marcia verso Castelferretti, al bivio di Casteld'Emilio, sotto Paterno 18 lugli
Bivio per Casteld'Emilio, sotto Paterno: La popolazione civile, in maggioranza femminile in quanto gli uomini erano nascosti applaude al passaggio dei carri polacchi

giovedì 10 marzo 2022

51a Sezione di Sanità. 1943 . Il Soldato di Sanità. Montelungo. Testimonianze 16 dicembre 1943

 

Il soldato di sanità

Il soldato di sanità, catalogato fra le truppe dei servizi, quindi ritenuto meno esposto al rischio, raramente riscuote quel riconoscimento che gli è dovuto per la parte che è chiamato a svolgere durante il combattimento. Egli è invece lo spettatore diretto ed immediato della visione più tragica della guerra, e, ad un determinato momento, ne diviene attore egli stesso. Il portaferiti non viene quasi mai fatto oggetto di selezione rispetto alle altre armi e corpi dell'esercito. Impiegato nella maggior parte dei casi, in servizio territoriale, nei lavori più umili ed estraneo a qualunque addestramento al coraggio e alla presenza di spirito, all'atto del combattimento viene condotto sulla linea del fuoco in diretto contatto col combattente. Quando la fortuna delle armi fa avanzare il fronte, egli segue passo passo; deve talvolta uscire dal suo ricovero mentre l'incessante tiro nemico ostacola i movimenti di tutti gli altri servizi. Quando una voce chiama deve correre allo scoperto, inerme, talora strisciando sul terreno con foga affannosa, perché sa che dove scorre i1 sangue del fratello il tempo è vita, e ogni indugio pur breve è morte.

Quando le sorti del combattimento sono meno felici e gli elementi attaccanti ripiegano sulle posizioni di partenza; quando pattuglie esploranti, uscite fuori dalle postazioni, entrano in contatto col nemico; quando il ferito cade oltre le linee, ecco il soldato di sanità combattente fra i combattenti, senza armi di offesa e di difesa andare al di là, sotto la minaccia delle bocche da tiro avversarie, in mezzo ad insidie d'ogni specie, non trascurabili quelle dei campi minati, il tappeto infernale disteso fra le due linee avversarie.

Egli muove indifeso, solo, a salvare la vita del compagno sotto l'impulso di una generosità senza riserve, di un ardimento e di un eroismo spesso oscuri, che solo possono valutare coloro che alla eroica abnegazione di un soldato di sanità debbono salva la vita.

Questo i nostri soldati hanno fatto a Mignano. Questo hanno fatto di giorno, di notte, sotto la pioggia, col fango fino alle ginocchia, in tutte le alterne vicende dei combattimenti; questo hanno dovuto fare quando l'inizio sfortunato di una grande impresa aveva da una parte falciato generosamente negli elementi di punta, dall'altra determinato incertezza ed abbattimento.

 

* * *

Mentre la valle rimbombava di mille fragori guerreschi, sotto le due uniche tende del Nucleo di Sanità che non hanno riparo alcuno nè alla vista nè dal tiro del nemico (le postazioni tedesche dominano tutto i1 breve orizzonte della valle) ferveva un lavoro intenso e febbrile. I pochi ufficiali medici, coadiuvati da infermieri e piantoni, non hanno mani sufficienti a medicare i feriti che giungono ininterrottamente… Il Cappellano militare riconsegna a Dio le anime dei primi caduti della guerra di liberazione, ne compone le salme nella rigidità del sonno eterno... Scendono nella terra straziata della Patria i germi della sua Resurrezione. Bianche croci si allungano in una dolorosa teoria e vegliare la memoria dei nostri eroi.

Spesso il lavoro viene bruscamente interrotto dal rombo di aerei nemici che sventagliano raffiche a bassa quota, incuranti dei segni di neutralità. Pur nelle buche-rifugio continua la medicazione dei feriti nostri e tedeschi.... Poi un tiro concentrato del nemico sulle tende ricovero, impone la necessità di arretrare il Nucleo di Sanità al bivio di Presenzano.

Le autombulanze fanno prodigi di equilibrio e di resistenza a superare certe deviazioni stradali nei pressi di Mignano e gli autieri che si sono ormai automaticamente selezionati alla scuola dell'ardimento possono vantare una preminenza che più nessuno loro disconosce: autiere d'ambulanza: il miglior autiere.

Essi sanno che i loro antiquati cassoni fanno da bersaglio al nemico, ma non si fanno rincrescere a spingersi più avanti possibile per accorciare il tragitto ai portaferiti affaticati dai pesanti fardelli; sempre più avanti fino all’ultimo ponte rotto... fino all'ultima interruzione non superabile... E si appostano colla loro macchina dietro un muro rovinato dalle granate ed attendono i portaferiti che sgusciano fuori da un sentiero e da un camminamento col carico che si rinnova.

Più di un soldato di sanità viene colpito nell’adempimento della sua missione. La motivazione della concessione della medaglia d'argento “sul campo”, alla memoria del soldato Pettinari Enrico è testimonianza non dubbia dell’alto spirito di sacrificio con cui i componenti il 51° Nucleo di Sanità si sono prodigati in quella tragica ora:

“Portaferiti di un Nucleo di Sanità, già distintosi in precedenti azioni di guerra durante una violenta azione tedesca, accortosi che un compagno ferito era rimasto oltre le linee, accorreva   prontamente in suo aiuto. Ferito una prima volta non desisteva dal suo nobile proponimento e, raccolto li compagno esanime, tentava di iniziarne il trasporto nelle nostre linee. Colpito una seconda volta a morte immolava la giovane vita nell'eroico e sublime atto di abnegazione.”

Zona di Monte Lungo, 16 dicembre 1943.

 

                         Testimonianze

 La riconsacrazione al fuoco delle nostre truppe aprì larghi vuoti nelle file del 1° Raggruppamento Motorizzato, ma aprì anche la via a tutte le possibilità della resurrezione e del riscatto. Non tardarono i riconoscimenti alleati. Il Generale Clark così si espresse in un messaggio al Generale Dapino, comandante delle truppe italiane: “Desidero congratularmi con ufficiali soldati per il successo riportato nel loro attacco di ieri su Monte Luogo e su quota 343. Questa azione dimostra la determinazione dei soldati italiani di liberare il loro paese dalla dominazione tedesca, determinazione che può ben servire come esempio ai popoli oppressi d' Europa.”

Ed il generale Fred. L. Walker, comandante la 36a Divisione di fanteria americana: “Le mie sincere congratulazioni per la splendida vittoria su M. Lungo e per l’eroico sforzo contro S. Pietro. Prego comunicare i miei ringraziamenti e le mie congratulazioni ai comandanti ed ai reparti interessati.”

L'entusiasmo del popolo italiano e l'orgoglio dei nostri comandi per il fiero comportamento dei figli d'Italia che primi erano passati all'azione, furono posti in efficace rilievo dalla stampa e da lusinghieri messaggi, primo fra tutti quello del Capo di Stato Maggiore Generale. I feriti ricoverati nell'Ospedale da campo 244 e 34° Nucleo Chirurgico al bivio di Caianello, quelli sgomberati sull'Ospedale Militare di Caserta in Maddaloni restano al centro di un unanime interessamento ed attirano da ogni parte ammirazione e simpatia. Più di un ospedale di Napoli, e, primo fra essi, l'Ospedate Principessa di Piemonte del Sovrano Militare Ordine di Malta, si contende l’onore di avere dei feriti di Monte Lungo; la cittadinanza napoletana apre una pubblica sottoscrizione per raccogliere doni e distribuire premi.

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