La provocata strage in municipio
13 luglio 1944 ore 18,30
Elmo Cappannari ritrae i palazzi
colpiti in tre bozzetti
Massimo Coltrinari*
Questa seconda nota dedicata a Elmo
Cappannari ed ai suoi bozzetti di Osimo ferita dalla guerra, si incentra sui
giorni 12 e 13 luglio. Osimo era stata una prima volta liberata il 6 luglio,
dopo la I Battaglia per Ancona (1- 6 luglio) condotta dal II Corpo Polacco che
si risolse in una sostanziale fallimento. Attaccare con due divisioni su un
fronte di un Corpo d’Armata fidando sulla superiorità in termini di forze
corazzate ed artiglieria fu un atto di presunzione da parte di Anders.
Occorreva una terza divisione che fu presto trovata nel C.I.L. (Corpo Italiano
di Liberazione) che fu trasportato a ridosso della linea il 7 luglio e l’8
attaccò Filottrano, e, conquistala, aprì la via per un attacco sistematico ad
Ancona. Nel frattempo Osimo era in una situazione veramente difficile
Nel diario di
“12
luglio 1944. Oggi la giornata è stata pessima. Appena svegliata mi sono recata
a casa nostra per rimanere sino a mezzogiorno e ritornare nel pomeriggio,
affinchè la presenza di uno di noi desse l’impressione che la nostra casa non
fosse completamente disabitata dai proprietari: L’andirivieni dei militari è
continuo e numeroso. Ma questo non sarebbe niente se non fossimo stati
tartassati per quasi tutto il giorno dall’artiglieria tedesca che in certi
momenti è addirittura feroce!. Infatti per ben due volte ci siamo dovuti
rifugiare nella nostra piccola cantina insieme ai polacchi, però ho notato che
anche con l’infuriare del fuoco nemico la sentinella rimane al suo posto”
La situazione in Osimo non era poi
tanto sicura ed ogni giorno diventava sempre più difficile.
Nel diario di Francesca Bonci si
legge, alla data del giorno successivo, il 13 luglio, giornata passata sotto i
cannoneggiamenti di artiglieria (che
abbiamo descritto nella nota precedente):
“Ore
20. circa. In questo momento veniamo a sapere due fatti uno più sensazionale dell’altro!.
Nella notte passata i tedeschi hanno
tentato di rientrare in Osimo! Erano già arrivati sul ponte San Valentino alle
porte della cosiddetta via della Gattara al Borgo San Giacomo!. E’ vero che li
hanno respinti, ma si pensa quali conseguenze potevano avere se i Polacchi non
li respingevano?!. Oggi avremo avuto il bombardamento aereo come sul Monte
della Crescia con la differenza che lassù è terreno disabitato qui invece è un
paese!!! Al solo pensiero viene i brividi.”[1] In Osimo molti speravano in un ritorno dei
tedeschi, e alcuni avevano ragguagliato il Comando tedesco sulle difese
polacche.
“La
seconda è questa: che l’artiglieria tedesca ha colpito nella furia delle ore 17
il Municipio, dove in quell’ora c’è stata una riunione di tutti gli amministratori
Agricoli, per parlare e mettersi d’accordo in aiuto della popolazione che
soffre la fame, discutendo per approntare i viveri ed altro e lì hanno trovato
la morte istantanea il dott. Ravaglia amministratore della casa Briganti
Bellini, il fornaio Mengarelli (uno dei gemelli) ed altra persona che non
ricordo il nome. Feriti gravemente sono il sig. Giuseppe Petrini amministratore
della casa Baldeschi Baleani, sig. Buglioni Edoardo, Conte Sinibaldi Giulio,
sig. Giulio Badialetti, Marchese Zucconi ed altri. Dio mio. Non se ne può più.
Quando finirà questa tragedia?
Mons. Carlo Grillantini, che era
presente alla riunione, ma dalla sala comunale era uscito 10 minuti prima che
la stessa fosse colpita dalle granate, non esista ad affermare che era opinione
comune che i tiri dell’artiglieria tedesca sul Municipio fossero frutto di
precisi intenti e quindi di spionaggio pro-tedeschi.[2] Massimo Morroni aggiunge: “ a quel tempo odi feroci contrapponevano gli
Osimani per quella guerra che aveva ridotto la popolazione ad una condizione
tanto disgraziata.”[3] In
effetti aprire il fuoco da parte tedesca con tiro mirato contro il Municipio
aveva il solo scopo di effettuare una rappresaglia, non un intervento tattico a
favore della propria fanteria.[4] I giorni ad Osimo erano veramente difficili. Testimonianza
di quelle vicende, che si auspicano non abbiano più a verificarsi, Elmo
Cappannari subito dopo il fronte a disegnato questi tre bozzetti dandoci
immagini di Osimo veramente significative, che si sono ormai perse nella nostra
memoria.
Il
Bozzetto 4 (24x30), matita, b/n ritrae un palazzo a sinistra con due palazzi
sullo sfondo. Il primo palazzo risulta dal disegno colpito al terzo piano nella
facciata da una granata con evidenti danni. E’ riportata la nota di Cappannari
ad inchiostro nero Palazzo B. Bellini, che sta per Briganti Bellini. Sono anche
apposte due frecce che indicano la finestra che dà sul balcone ad angolo. Una
terza freccia è posta in alto che indica un punto, cerchiato con inchiostro
nero, sul tetto, il cui significato rimane ignoto. A matita in fondo a destra
vi è la dicitura Palazzo Bellini e quindi a destra la firma, Cappannari. Il
Palazzo ritratto è posto ad angolo tra via Lionetta e Via Antica Rocca.
Peraltro la indicazione della Farmacia è un segno inequivocabile che questo sia
il Palazzo Briganti Bellini
Il
Bozzetto 5, (24x30), matita, b/n riprende i palazzi di via Cinque Torri; molto
probabilmente questo bozzetto è stato ripreso dalla terrazza di Casa Scarponi,
Non riporta indicazioni, ma solo i punti dove i palazzi sono stati colpiti. A sinistra
l’indicazione “Via Cinque Torri” e a destra sempre in basso la firma Cappannari.
Non vi sono scritte ad inchiostro.
Il
Bozzetto 6 (24x30), matita, b/n ritrae una casa completamente distrutta nel
rione San Marco, mancante completamente del tetto e con i soli muri perimetrali
in piedi, con ai lati case anch’esse distrutte. Vi è l’indicazione generica “Casa
distrutta nel Rione San Marco” e la data “Luglio1944” riportata con inchiostro
nero; la stessa dicitura è riportata in basso a matita, si presume, dallo
stesso Cappannari, che pone la sua firma in basso a destra
In
base agli schieramenti di artiglieria sia tedeschi che polacchi, nel Bozzetto 4
Palazzo Briganti Bellini è molo verosimile che sia stato colpito
dall’artiglieria polacca, in quanto è impossibile colpire questa parte dalle
posizioni tedesche. Anche nel Bozzetto 5 è molto probabile che le granate siano
di provenienza polacca, essendo via Cinque Torri abbastanza defilata rispetto
alle fonti di fuoco tedesche. Mentre nel Bozzetto 6 le ipotesi sono tutte
valide: i danni possono essere stati arrecati sia da artigliere polacche, che
tedesche o da entrambe essendo il rione San Marco il più esposto, rispetto
all’iniziale confronto degli opposti schieramenti.
Ovviamente
il pericolo di essere colpiti in Osimo dal tiro delle artiglierie era reale.
Gli opposti osservatori avevano chiari gli obbiettivi in Osimo e, date le
distanze, risultavano estremante facili da colpire, come dimostra quelli effettuati
sul Municipio il 13 luglio 1944.
· centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org
[1] Bonci
F., Diario 1944. Il passaggio del fronte
ad Osimo, 13 luglio 1944, Roma, “Il Secondo Risorgimento d’Italia, n.3,
2004
[2]
Grillantini C, Diario di guerra dal
Novembre 1943 all’Agosto1945, Come furono viste le cose da un Osimano, Camerano
2001, ( a cura di) F. Toccaceli.
[3] Morroni
M, Passa Il fronte nella valle del
Musone, Osimo, s.c.ed., 2014 pag. 122
[4] Hoppe
H., Die 278 Infanterie- Division in
Italinem, 1944-1945, Bad Nauheim, Hans-Henning Podzum Verlag, 1953 (Vi è
anche la traduzione in Italiano a cura di Cesare Jacomini)
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