“Un vero miracolo”
Elmo Cappannari ritrae un
episodio straordinario di Osimo in guerra
13 luglio 1944
“13 luglio
1944. La nottata è passata bianca. Naturalmente molte ore le abbiamo
trascorse in grotta, perché le bombe erano una dietro l’altra senza tregua!
Oltre al rombo continuo dei cannoni polacchi che naturalmente rispondono e che
sono sotto le mura, al sibilo delle granate tedesche che penetra nelle carni,
in grotta c’è una tale umidità così fredda che io non resisto e non facendo
altro che andare e venire da laggiù e quassù
Pomeriggio. Terribile.
Aerei alleati hanno bombardato il Monte detto della Crescia. Il boato delle
bombe o spezzoni da un tale spostamento d’aria che pure in cantina passa tra
noi come il vento. I Tedeschi, di rimando, non attendono troppo per
contrattaccare e circa le ore 17,30 siamo sotto ad un fuoco d’artiglieria della
stessa intensità e fragore, che a me da l’impressione di un bombardamento
aereo!! Calmata la situazione dopo più di un’ora, s’immagini come io sia
fuggita da casa nostra, per ritornare dalla sig.ra Gisella, con il timore che
qui fosse accaduto qualcosa. Infatti o trovato tutti agitatissimi e mi
raccontano: “E’ stata colpita la Cappellina e lì c’erano gli zii”.
Ubicamente è
posta in un vicolo molto stretto e tutto si poteva pensare che quel posto
potesse essere colpito. Appena incominciato il bombardamento tutti si sono rifugiati
in cantina, ma lo zio stanco non ha voluto nuovamente recarsi laggiù (erano
pochi minuti che era ritornato di sopra) e con la zia si rifugiarono nella
Cappellina sicuri di non correre pericolo, tanto più che la notte precedente
per alcune ore
In un dato
momento una granata della medesima di uno spessore di circa cm 80, tutta la
parte a fianco, il soffitto ed il pavimento! La stessa rimbalzando colpisce poi
altra finestra e muro della casa del sig. Pascucci. Gli altri di sotto sentito
tutto questo schianto e fragore, ed accortesi della mancanza degli zii, si sono
ancora più spaventati e così che Lucidio ed il dott. Cardinali sono corsi di
sopra, ma non li trovavano perché la casa era piena di polvere e solo
chiamandoli hanno potuto rintracciarli. Immediatamente hanno preso lo zio e,
facendo la sedia, cosi detta del papa, lo hanno portato giù sotto con lo zio
dentro. Questo è davvero un miracolo! Non hanno subito alcuna scalfittura. Lo
spavento tanto, ma se si pensa che potevano trovare la morte, ci viene a tutti
i brividi di disperazione. Tutt’ora Lucidio[1]
ed il dott. Cardinali[2]
hanno tra i capelli pezzetti di vetro che hanno preso su le scale che danno
sotto la finestra in parola”.[3]
I tre bozzetti pubblicati ritraggono questo episodio
che Raffaella Bonci definisce “un miracolo”.
Il
Bozzetto 1 (24x30), matita, b/n ritrae la scena dove si svolse l’episodio sopra
descritto con a sinistra l’altare della Cappellina; sono indicati esattamente
ii punti con una XX e una X dove erano seduti “Cesare” e “Stamira”; a seguire
la data, 13 luglio 1944. Al centro la dicitura “squarcio di bomba”, che in
realtà era una granata di artiglieria di medio calibro, altrimenti la casa
sarebbe stata spazzata via.
Il
Bozzetto 2, (24x30), matita, b/n riprende due palazzi dalla terrazza Scarponi,
riportando due indicazioni n. 1 (1) Finestra e n, 2 (2) Gabinetto esterno palazzo Petrini attiguo a quello Scarponi. Il
alto la data, “Luglio 1944” ed in basso il punto da cui si disegnò la scena, la
Terrazza Scarponi.
Il Bozzetto 3 (24x30), matita, b/n composto da
una abitazione a fianco del terrazzo Scarponi Si ritrae il palazzo ove agli
ultimi piani vi erano (e sono descritte nel bozzetto) le abitazioni Graziosi e
Canapa. Vi è l’indicazione “balcone Graziosi, e “balcone Canapa” A destra la
scritta “terrazzo Scarponi” Il Bozzetto
ritrae i punti del Palazzo colpiti dalle granate.
Nel
Bozzetto 1 compare, in basso a sinistra la firma (Cappannari) e l’anno (’44).
Nel Bozzetto 2 compare sempre in basso a sinistra la firma (Cappannari) e la
data (Luglio 1944) è scritta all’interno
in alto a destra del bozzetto. Nel Bozzetto 3, invece non vi è né firma né
data, ma si presume che sia stato il terzo di tre e quindi ritenuto inutile
firmare e datare per non essere ripetitivi. Cosa questa che fa presumere i tre
bozzetti siano un tutt’uno.
[1] Lucidio Pasquini, reduce
dalla Campagna di Russia, ove fu decorato di Medaglia di Bronzo al Valor
Militare. Svolse le funzioni di “fattore” delle tenute Torlonia, i cui racconti
di guerra nei nostri incontri a Roma ancora riverberano nei ricordi la sua
grande simpatia ed umanità.
[2] Nelle pagine precedenti del Diario è riportato
il dato che nella cantina-rifugio vi era la famiglia del Dott. Ubaldo Cardinali
e quella della sorella proff.ssa Adinolfi in quanto la loro abitazione al Borgo
San Giacomo era completamente inabitabile.
[3] Da Coltrinari M., Il Corpo di Liberazione Italiano e Ancona.
Il tempo delle oche versi e del lardo rosso”, Roma, Università La Sapienza,
Edizioni Nuova Cultura, 2014. Il volume è reperibile presso la Edicola di Luca,
sotto le logge in piazza. Edicola posta in un locale che peraltro ospita una
pregevolissima opera di Elmo Cappannari, La
Storia di Osimo, dipinta nel 1982.
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