Curatore: Massimo Coltrinari; email:direttore.cesvam@istitutonastroazzurro.org.it) ll blog è attivato per ricevere note, articoli, saggi, studi, contributi, notizie e documenti sulla attività del Corpo Italiano di Liberazione operante nelle Marche dal giugno al settembre 1944 ed altri contributi sulla storia delle Marche nella Guerra di Liberazione 1943-1945. e per approfondimenti di Storia Militare delle Marche nell'ambito del Club Ufficiali Marchigiani.
I Carri polacchi in marcia verso Castelferretti, al bivio di Casteld'Emilio, sotto Paterno 18 lugli
giovedì 24 settembre 2020
Fonti. Il Passaggio del fronte Luglio 1944
lunedì 21 settembre 2020
Osimo Passaggio del fronte una strage annunziata
La provocata strage in municipio
13 luglio 1944 ore 18,30
Elmo Cappannari ritrae i palazzi
colpiti in tre bozzetti
Massimo Coltrinari*
Questa seconda nota dedicata a Elmo
Cappannari ed ai suoi bozzetti di Osimo ferita dalla guerra, si incentra sui
giorni 12 e 13 luglio. Osimo era stata una prima volta liberata il 6 luglio,
dopo la I Battaglia per Ancona (1- 6 luglio) condotta dal II Corpo Polacco che
si risolse in una sostanziale fallimento. Attaccare con due divisioni su un
fronte di un Corpo d’Armata fidando sulla superiorità in termini di forze
corazzate ed artiglieria fu un atto di presunzione da parte di Anders.
Occorreva una terza divisione che fu presto trovata nel C.I.L. (Corpo Italiano
di Liberazione) che fu trasportato a ridosso della linea il 7 luglio e l’8
attaccò Filottrano, e, conquistala, aprì la via per un attacco sistematico ad
Ancona. Nel frattempo Osimo era in una situazione veramente difficile
Nel diario di
“12
luglio 1944. Oggi la giornata è stata pessima. Appena svegliata mi sono recata
a casa nostra per rimanere sino a mezzogiorno e ritornare nel pomeriggio,
affinchè la presenza di uno di noi desse l’impressione che la nostra casa non
fosse completamente disabitata dai proprietari: L’andirivieni dei militari è
continuo e numeroso. Ma questo non sarebbe niente se non fossimo stati
tartassati per quasi tutto il giorno dall’artiglieria tedesca che in certi
momenti è addirittura feroce!. Infatti per ben due volte ci siamo dovuti
rifugiare nella nostra piccola cantina insieme ai polacchi, però ho notato che
anche con l’infuriare del fuoco nemico la sentinella rimane al suo posto”
La situazione in Osimo non era poi
tanto sicura ed ogni giorno diventava sempre più difficile.
Nel diario di Francesca Bonci si
legge, alla data del giorno successivo, il 13 luglio, giornata passata sotto i
cannoneggiamenti di artiglieria (che
abbiamo descritto nella nota precedente):
“Ore
20. circa. In questo momento veniamo a sapere due fatti uno più sensazionale dell’altro!.
Nella notte passata i tedeschi hanno
tentato di rientrare in Osimo! Erano già arrivati sul ponte San Valentino alle
porte della cosiddetta via della Gattara al Borgo San Giacomo!. E’ vero che li
hanno respinti, ma si pensa quali conseguenze potevano avere se i Polacchi non
li respingevano?!. Oggi avremo avuto il bombardamento aereo come sul Monte
della Crescia con la differenza che lassù è terreno disabitato qui invece è un
paese!!! Al solo pensiero viene i brividi.”[1] In Osimo molti speravano in un ritorno dei
tedeschi, e alcuni avevano ragguagliato il Comando tedesco sulle difese
polacche.
“La
seconda è questa: che l’artiglieria tedesca ha colpito nella furia delle ore 17
il Municipio, dove in quell’ora c’è stata una riunione di tutti gli amministratori
Agricoli, per parlare e mettersi d’accordo in aiuto della popolazione che
soffre la fame, discutendo per approntare i viveri ed altro e lì hanno trovato
la morte istantanea il dott. Ravaglia amministratore della casa Briganti
Bellini, il fornaio Mengarelli (uno dei gemelli) ed altra persona che non
ricordo il nome. Feriti gravemente sono il sig. Giuseppe Petrini amministratore
della casa Baldeschi Baleani, sig. Buglioni Edoardo, Conte Sinibaldi Giulio,
sig. Giulio Badialetti, Marchese Zucconi ed altri. Dio mio. Non se ne può più.
Quando finirà questa tragedia?
Mons. Carlo Grillantini, che era
presente alla riunione, ma dalla sala comunale era uscito 10 minuti prima che
la stessa fosse colpita dalle granate, non esista ad affermare che era opinione
comune che i tiri dell’artiglieria tedesca sul Municipio fossero frutto di
precisi intenti e quindi di spionaggio pro-tedeschi.[2] Massimo Morroni aggiunge: “ a quel tempo odi feroci contrapponevano gli
Osimani per quella guerra che aveva ridotto la popolazione ad una condizione
tanto disgraziata.”[3] In
effetti aprire il fuoco da parte tedesca con tiro mirato contro il Municipio
aveva il solo scopo di effettuare una rappresaglia, non un intervento tattico a
favore della propria fanteria.[4] I giorni ad Osimo erano veramente difficili. Testimonianza
di quelle vicende, che si auspicano non abbiano più a verificarsi, Elmo
Cappannari subito dopo il fronte a disegnato questi tre bozzetti dandoci
immagini di Osimo veramente significative, che si sono ormai perse nella nostra
memoria.
Il
Bozzetto 4 (24x30), matita, b/n ritrae un palazzo a sinistra con due palazzi
sullo sfondo. Il primo palazzo risulta dal disegno colpito al terzo piano nella
facciata da una granata con evidenti danni. E’ riportata la nota di Cappannari
ad inchiostro nero Palazzo B. Bellini, che sta per Briganti Bellini. Sono anche
apposte due frecce che indicano la finestra che dà sul balcone ad angolo. Una
terza freccia è posta in alto che indica un punto, cerchiato con inchiostro
nero, sul tetto, il cui significato rimane ignoto. A matita in fondo a destra
vi è la dicitura Palazzo Bellini e quindi a destra la firma, Cappannari. Il
Palazzo ritratto è posto ad angolo tra via Lionetta e Via Antica Rocca.
Peraltro la indicazione della Farmacia è un segno inequivocabile che questo sia
il Palazzo Briganti Bellini
Il
Bozzetto 5, (24x30), matita, b/n riprende i palazzi di via Cinque Torri; molto
probabilmente questo bozzetto è stato ripreso dalla terrazza di Casa Scarponi,
Non riporta indicazioni, ma solo i punti dove i palazzi sono stati colpiti. A sinistra
l’indicazione “Via Cinque Torri” e a destra sempre in basso la firma Cappannari.
Non vi sono scritte ad inchiostro.
Il
Bozzetto 6 (24x30), matita, b/n ritrae una casa completamente distrutta nel
rione San Marco, mancante completamente del tetto e con i soli muri perimetrali
in piedi, con ai lati case anch’esse distrutte. Vi è l’indicazione generica “Casa
distrutta nel Rione San Marco” e la data “Luglio1944” riportata con inchiostro
nero; la stessa dicitura è riportata in basso a matita, si presume, dallo
stesso Cappannari, che pone la sua firma in basso a destra
In
base agli schieramenti di artiglieria sia tedeschi che polacchi, nel Bozzetto 4
Palazzo Briganti Bellini è molo verosimile che sia stato colpito
dall’artiglieria polacca, in quanto è impossibile colpire questa parte dalle
posizioni tedesche. Anche nel Bozzetto 5 è molto probabile che le granate siano
di provenienza polacca, essendo via Cinque Torri abbastanza defilata rispetto
alle fonti di fuoco tedesche. Mentre nel Bozzetto 6 le ipotesi sono tutte
valide: i danni possono essere stati arrecati sia da artigliere polacche, che
tedesche o da entrambe essendo il rione San Marco il più esposto, rispetto
all’iniziale confronto degli opposti schieramenti.
Ovviamente
il pericolo di essere colpiti in Osimo dal tiro delle artiglierie era reale.
Gli opposti osservatori avevano chiari gli obbiettivi in Osimo e, date le
distanze, risultavano estremante facili da colpire, come dimostra quelli effettuati
sul Municipio il 13 luglio 1944.
· centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org
[1] Bonci
F., Diario 1944. Il passaggio del fronte
ad Osimo, 13 luglio 1944, Roma, “Il Secondo Risorgimento d’Italia, n.3,
2004
[2]
Grillantini C, Diario di guerra dal
Novembre 1943 all’Agosto1945, Come furono viste le cose da un Osimano, Camerano
2001, ( a cura di) F. Toccaceli.
[3] Morroni
M, Passa Il fronte nella valle del
Musone, Osimo, s.c.ed., 2014 pag. 122
[4] Hoppe
H., Die 278 Infanterie- Division in
Italinem, 1944-1945, Bad Nauheim, Hans-Henning Podzum Verlag, 1953 (Vi è
anche la traduzione in Italiano a cura di Cesare Jacomini)
giovedì 17 settembre 2020
domenica 13 settembre 2020
Osimo 13 luglio 1944. Un Vero Miracolo
“Un vero miracolo”
Elmo Cappannari ritrae un
episodio straordinario di Osimo in guerra
13 luglio 1944
“13 luglio
1944. La nottata è passata bianca. Naturalmente molte ore le abbiamo
trascorse in grotta, perché le bombe erano una dietro l’altra senza tregua!
Oltre al rombo continuo dei cannoni polacchi che naturalmente rispondono e che
sono sotto le mura, al sibilo delle granate tedesche che penetra nelle carni,
in grotta c’è una tale umidità così fredda che io non resisto e non facendo
altro che andare e venire da laggiù e quassù
Pomeriggio. Terribile.
Aerei alleati hanno bombardato il Monte detto della Crescia. Il boato delle
bombe o spezzoni da un tale spostamento d’aria che pure in cantina passa tra
noi come il vento. I Tedeschi, di rimando, non attendono troppo per
contrattaccare e circa le ore 17,30 siamo sotto ad un fuoco d’artiglieria della
stessa intensità e fragore, che a me da l’impressione di un bombardamento
aereo!! Calmata la situazione dopo più di un’ora, s’immagini come io sia
fuggita da casa nostra, per ritornare dalla sig.ra Gisella, con il timore che
qui fosse accaduto qualcosa. Infatti o trovato tutti agitatissimi e mi
raccontano: “E’ stata colpita la Cappellina e lì c’erano gli zii”.
Ubicamente è
posta in un vicolo molto stretto e tutto si poteva pensare che quel posto
potesse essere colpito. Appena incominciato il bombardamento tutti si sono rifugiati
in cantina, ma lo zio stanco non ha voluto nuovamente recarsi laggiù (erano
pochi minuti che era ritornato di sopra) e con la zia si rifugiarono nella
Cappellina sicuri di non correre pericolo, tanto più che la notte precedente
per alcune ore
In un dato
momento una granata della medesima di uno spessore di circa cm 80, tutta la
parte a fianco, il soffitto ed il pavimento! La stessa rimbalzando colpisce poi
altra finestra e muro della casa del sig. Pascucci. Gli altri di sotto sentito
tutto questo schianto e fragore, ed accortesi della mancanza degli zii, si sono
ancora più spaventati e così che Lucidio ed il dott. Cardinali sono corsi di
sopra, ma non li trovavano perché la casa era piena di polvere e solo
chiamandoli hanno potuto rintracciarli. Immediatamente hanno preso lo zio e,
facendo la sedia, cosi detta del papa, lo hanno portato giù sotto con lo zio
dentro. Questo è davvero un miracolo! Non hanno subito alcuna scalfittura. Lo
spavento tanto, ma se si pensa che potevano trovare la morte, ci viene a tutti
i brividi di disperazione. Tutt’ora Lucidio[1]
ed il dott. Cardinali[2]
hanno tra i capelli pezzetti di vetro che hanno preso su le scale che danno
sotto la finestra in parola”.[3]
I tre bozzetti pubblicati ritraggono questo episodio
che Raffaella Bonci definisce “un miracolo”.
Il
Bozzetto 1 (24x30), matita, b/n ritrae la scena dove si svolse l’episodio sopra
descritto con a sinistra l’altare della Cappellina; sono indicati esattamente
ii punti con una XX e una X dove erano seduti “Cesare” e “Stamira”; a seguire
la data, 13 luglio 1944. Al centro la dicitura “squarcio di bomba”, che in
realtà era una granata di artiglieria di medio calibro, altrimenti la casa
sarebbe stata spazzata via.
Il
Bozzetto 2, (24x30), matita, b/n riprende due palazzi dalla terrazza Scarponi,
riportando due indicazioni n. 1 (1) Finestra e n, 2 (2) Gabinetto esterno palazzo Petrini attiguo a quello Scarponi. Il
alto la data, “Luglio 1944” ed in basso il punto da cui si disegnò la scena, la
Terrazza Scarponi.
Il Bozzetto 3 (24x30), matita, b/n composto da
una abitazione a fianco del terrazzo Scarponi Si ritrae il palazzo ove agli
ultimi piani vi erano (e sono descritte nel bozzetto) le abitazioni Graziosi e
Canapa. Vi è l’indicazione “balcone Graziosi, e “balcone Canapa” A destra la
scritta “terrazzo Scarponi” Il Bozzetto
ritrae i punti del Palazzo colpiti dalle granate.
Nel
Bozzetto 1 compare, in basso a sinistra la firma (Cappannari) e l’anno (’44).
Nel Bozzetto 2 compare sempre in basso a sinistra la firma (Cappannari) e la
data (Luglio 1944) è scritta all’interno
in alto a destra del bozzetto. Nel Bozzetto 3, invece non vi è né firma né
data, ma si presume che sia stato il terzo di tre e quindi ritenuto inutile
firmare e datare per non essere ripetitivi. Cosa questa che fa presumere i tre
bozzetti siano un tutt’uno.
[1] Lucidio Pasquini, reduce
dalla Campagna di Russia, ove fu decorato di Medaglia di Bronzo al Valor
Militare. Svolse le funzioni di “fattore” delle tenute Torlonia, i cui racconti
di guerra nei nostri incontri a Roma ancora riverberano nei ricordi la sua
grande simpatia ed umanità.
[2] Nelle pagine precedenti del Diario è riportato
il dato che nella cantina-rifugio vi era la famiglia del Dott. Ubaldo Cardinali
e quella della sorella proff.ssa Adinolfi in quanto la loro abitazione al Borgo
San Giacomo era completamente inabitabile.
[3] Da Coltrinari M., Il Corpo di Liberazione Italiano e Ancona.
Il tempo delle oche versi e del lardo rosso”, Roma, Università La Sapienza,
Edizioni Nuova Cultura, 2014. Il volume è reperibile presso la Edicola di Luca,
sotto le logge in piazza. Edicola posta in un locale che peraltro ospita una
pregevolissima opera di Elmo Cappannari, La
Storia di Osimo, dipinta nel 1982.