Le Marche nel giugno 1944
“Osimo 10 Giugno 1944.
Sono esattamente quattro anni
che siamo in guerra! Chi di noi avrebbe immaginato che fosse così lunga? E
quale speranza abbiamo che presto finisca con tutti gli avvenimenti accaduti,
naturalmente sempre a scapito di noi poveri Italiani, malmenati, vilipesi
traditi?
Io non sono
all’altezza di giudicare profondamente politicamente i responsabili di questa
immane e non voluta guerra[1],
però nella mia piccola intelligenza, accuso quei capi che, per smisurata
ambizione e prepotenza, che per non lasciarsi sfuggirsi sfuggire “un seggio”
hanno mandato alla deriva questa nostra tanto amata e bella Italia! Come tutte
le nostre migliori città sono continuamente bombardate ferocemente, anche la nostra Ancona
subisce continui mitragliamenti e bombardamenti in centro della città ed alla
periferia (Falconara, Aspio, Varano, Stazione Loreto ecc.) La parte meridionale
che da Piazza delle Muse va al Porto e continua per via XXIX settembre, sino
alla Stazione, e la parte del Duomo, è tutta una maceria!
Naturalmente la
popolazione più povera fugge all’ultimo momento, quando uscita dai rifugi, non
trova che un ammasso di macerie della loro casa, o in tali condizioni da essere
inabitabile!. E’ una visuale straziante vedere
questa gente venire chi a piedi, chi con cavalli, affamati e sporchi,
con poche masserizie salvate a chiedere ospitalità!
Noi qui in Osimo
abbiamo quindicimila sfollati, sparsi in campagna ed in città, non solo di Ancona, Roma e Milano, precedentemente
venuti, ma anche quelli di Foggia e Palermo da più di un anno e mezzo! I locali
delle scuole elementari, dell’Istituto tecnico, del Ginnasio e del Liceo, sono
gremiti da famiglie e così come sopra detto in case di campagna dei contadini e
qui in città. Naturalmente con tutta questa affluenza di popolo, i viveri
incominciano a scarseggiare ed è da prevedersi giorni peggiori! La tensione
nervosa è un po’ in tutti. A parte la scarsità di viveri, le snevanti file per
poter comprare un po’ di roba, ci si sente anormali! Ad ogni bombardamento di Ancona
o sulla costa marittima sotto Loreto, qui ad Osimo tremano le case e si sente
il boato delle bombe! Il nostro timore è che potrebbero venire da noi, dato il
continuo passaggio di colonne tedesche che si dirigono verso Iesi e la
permanenza di camion tedeschi proprio entro la città. In più i maggiori
uffici di Ancona, come la Prefettura, la Questura e tanti altri, sono sfollati
qui e quindi potrebbero essere questi presi di mira come obiettivo. Man mano
che il tempo passa, i tedeschi diventano sempre più cattivi! Vogliono
illudersi, ma sanno che purtroppo la guerra l’hanno perduta e nella ritirata
diventano feroci!
Si sa che da fonte
sicura che nel fuggire dai luoghi occupati dagli Alleati, fanno razzia di ogni
cosa che a loro può far comodo. Naturalmente questi atti vandalici indignano e
spaventano le popolazioni che, indifese, debbono subire ogni sorta di
vessazioni materiali e qualche volta più o meno morali!
Che ironia l’alleanza
Italo-Tedesca!
E quando mai noi
Italiani siamo stati amici di questo popolo? Ma non ricordiamo la guerra del
1914-18 che ancora dopo 25 anni abbiamo le ferite aperte? E la Storia non parla
di questo Teutonico popolo nemico millenario dell’Italia nostra? Solo un pazzo
poteva gridare ai quattro venti e formare un alleanza non sentita nell’animo
degli Italiani. Verrà il giorno che la Germania sarà schiacciata! E’ il suo
destino da che è mondo. Con le sue barbarie arriva a una grande potenza, non
fatalità! Poco impera! E’ caduta nel passato e cadrà!.
[1] Nel
sentimento popolare coevo emergeva molto forte il desiderio di chiamare a
rispondere delle loro decisioni i vertici politico-militari del Regno d’Italia
per le decisioni prese e per la responsabilità della situazione creata da una
guerra che si era dimostrata non solo lunga, ma cruenta e terribile. E’ il nodo
centrale della mancanza di una “Norimberga in Italia”. I vertici
politico-militari della Germania e del Giappone, che insieme all’Italia ebbero
la responsabilità dello scatenarsi del conflitto mondiali, furono chiamati a rispondere
delle loro azioni. In Italia questo non avvenne e per il nostro Paese fu un
ulteriore errore, di cui ancora oggi paghiamo le conseguenze (n.d.a)
Nessun commento:
Posta un commento