I Carri polacchi in marcia verso Castelferretti, al bivio di Casteld'Emilio, sotto Paterno 18 lugli

I Carri polacchi in marcia verso Castelferretti, al bivio di Casteld'Emilio, sotto Paterno 18 lugli
Bivio per Casteld'Emilio, sotto Paterno: La popolazione civile, in maggioranza femminile in quanto gli uomini erano nascosti applaude al passaggio dei carri polacchi

lunedì 2 maggio 2016

Brigata Maiella Parte IV Allegato 1

Allegato n. 1

LA BEFFA DI APIRO

Erano passati già quattro giorni dall’occupazione di Moscosi e i tedeschi non si erano fatti vivi né con pattuglie né con piccole azioni locali, ma solo la loro artiglieria rovesciava su noi il suo fuoco senza tregua.

Allo scopo di conoscere le intenzioni e la forza del nemico, il colonnello Lewicki mi ordinò di effettuare con un pattuglione una puntata su Apiro situato a nord-est di Moscosi. Tra i vari preparativi soliti ad ogni pattuglia, ve ne era uno fuori dell’ordinario, ed esattamente il compilare due manifesti: uno in italiano scritto da me e uno in tedesco, dal tenente Filliter, che invitava la guarnigione germanica alla resa con laute promesse di luculliani banchetti. Insieme a tali manifesti pensai di affiggere anche il Proclama n. del Governo Militare Alleato, che ordina l’immediata consegna delle armi da fuoco. Scese le prime ombre della notte, la pattuglia di 23 uomini me compreso si avvia alla volta di Apiro. Dopo circa un’ora di marcia tra i campi minati, arriviamo alla periferia di Apiro. Restammo pochi minuti per accertarci che non esistevano sentinelle da quella parte, e proseguimmo cautamente per le strade del paese. Giungendo esattamente davanti al comando tedesco - cosa strana, nessuna sentinella era all’esterno del fabbricato - sicché fu relativamente facile affiggere i manifesti.

Poco dopo i tedeschi se ne accorsero, e diedero l’allarme. Per tutta risposta noi iniziammo un nutrito fuoco di armi automatiche. I germanici evidentemente sorpresi non risposero al nostro fuoco, se non con urli di belve. Preoccupato di un accerchiamento che i tedeschi avrebbero potuto effettuare con le altre forze dislocate nel paese mi ritirai, con le dovute precauzioni ad un gruppo di case all’uscita del paese; qui un gruppo di tedeschi tentò di tagliarci la strada.
All’alt intimatoci da pochi passi rispondemmo con raffiche di mitra e lancio di granate. Dopo circa mezz’ora di fuoco i tedeschi si ritirarono. Era mia intenzione rientrare nelle nostre linee quando 5 o 6 uomini fra i più audaci del plotone si slanciarono dietro ai tedeschi, sparando, per le strade del paese. Rientrarono uno alla volta, affannati e sorridenti, poco tempo dopo. Avrei voluto sgridarli ma non ne ebbi il coraggio. Verso le 4 antimeridiane del 16 luglio feci ritorno alle nostre linee. La mattina alle 6 i tedeschi strappati i manifesti, fecero saltare alcune mine, e fuggirono. Alle 10 Apiro era libera.


De Ritis


Nota redazionale a cura di Federico Mammarella
precedenti posto in data allegato 4
 5 febbraio 2016, allegato 3
28 febbraio 2016, allegato 2
24 marzo 2016, allegato 1

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