Curatore: Massimo Coltrinari; email:direttore.cesvam@istitutonastroazzurro.org.it) ll blog è attivato per ricevere note, articoli, saggi, studi, contributi, notizie e documenti sulla attività del Corpo Italiano di Liberazione operante nelle Marche dal giugno al settembre 1944 ed altri contributi sulla storia delle Marche nella Guerra di Liberazione 1943-1945. e per approfondimenti di Storia Militare delle Marche nell'ambito del Club Ufficiali Marchigiani.
I Carri polacchi in marcia verso Castelferretti, al bivio di Casteld'Emilio, sotto Paterno 18 lugli
sabato 31 dicembre 2016
venerdì 23 dicembre 2016
Quadro di Battaglia delle Forze Partigiane II
Con l’arrivo di
Alessandro Vaja, e la cattura di Tommasi si arriva ad un nuovo ordinamento:
(13 aprile 1944)
Gruppo Divisione Marche
. Comandante: Alessandro Vaja
(Alberti)
. Vice Comandante. Ruggero Giannini
(Franco)
. Commissario Politico: Ernesto
Sarti ( Ruggero)
Tutti i distaccamenti
esistenti dislocati nelle zone A, B,C, (Pesaro Ancona, Macerata) presero la
denominazione di:
- Brigata Pesaro, al
comando di Ottavio Ricci
- Brigata Ancona, al
comando di Amato Tiraboschi
- Brigata
Spartaco, al comando di mercoledì 21 dicembre 2016
Quadro di Battaglia delle Forze Partigiane III
Struttura Organizzativa
dei GAP (Gruppo di Azione Patriottica)
. Nucleo: 5 uomini
. Squadra, 2 nuclei =
10 uomini
. Distaccamento: 3
squadre = 30 uomini
. Battaglione: 4
distaccamenti = 120 uomini
. Brigata, 2
distaccamenti = 240 uomini
Al comando di ogni
brigata vi era:
. Comandante
. Commissario Politico
. Un Tecnico
. Vari Ufficiali
Nella Seduta del 21
giugno 1944 il Comitato di Liberazione delle Marche approvò un documento in
cui, tra l’altro, si stabiliva:
1……
2. La delegazione è
l’organo supremo di tutte le forze armate delle Marche ed ad esso sono
subordinati i distaccamenti e le brigate partigiane nonché l’organizzazione
militare GAP.
3. I GAP (Gruppi di
Azione Patriottica)già organizzati, stabiliscono accordi con altre formazioni
militari territoriali allo scopo di unificare i comandi di brigata, di
distaccamento, di squadra, utilizzando tutti i patrioti che corrono a
partecipare alla lotta contro i fascisti e l’invasore tedesco secondo le loro
capacità, la loro fede patriottica e le prove date nell’azione pratica….
4…; 5…; 6..; 7...
Il rappresentante del PCI, Ruggero Luigi, del PDC, Rabini dr.
Francesco, Partito d’Azione, Marinelli Avv. Oddo, PSI, Bocconi avv. Alessandro,
Partito dell’Opposizione liberale, Gruppo Ufficiali, conte Fiorenzo Fiorenzi.
Il 22 Giugno 1044 le forze partigiane nella provincia di
Ancona furono distribuite come segue sul territorio:
. Divisione “Ferruccio”, 24 distaccamenti, operanti in:
.. Fabriano
.. Sassoferrato
.. Stigliano (sede del comando di
Brigata “Mario”)
.. Valdiola ( campo di lancio n. 2)
.. Porcarella
.. Roti
.. Poggio San Vicino
.. Acquaccio ( campo di lancio n. 2)
.. Castel San Pietro
.. Cingoli
.. Apiro
.. Fabriano
.. Castelletta
.. Serra San Quirico
.. Albacina
.. Montignano
.. San Cataldo
.. Merano
.. Serralta
.. Forchiusa
.. Trivio
.. Pescacci
.. Castellaro
Massimo Coltrinari
info:centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org
venerdì 9 dicembre 2016
Quadro di Battaglia delle Forze Partigiane IV
. Divisione “Valle Misa”, con
26 distaccamenti operanti in:
.. Montefortino
.. Caudino
.. Palazzo
.. Costa
.. Piticchio
.. San Mariano
.. Avacelli
.. Magnadorsa
.. Castiglioni
.. Cabernardi
.. San Fortunato
.. Piana di Serra
.. Marzocca
.. Senigallia
.. Castelleone di
Suasa
.. San Nicola
.. Battistini
.. Tomba
.. Bombo
.. Ostra
.. Pianello di
Ostra
.. Corinaldo
.. Ripe
.. Montemarciano
.. Barbara
. Divisione “Valle
Esina” con 24 distaccamenti operanti in:
.. Jesi
.. Chiaravalle
.. Morro d’Alba
.. Belvedere
Ostrense
.. Monsanvito
.. Castelferretti
.. Moie
.. Falconara
.. Santa Lucia di
Monte San Vito
.. Santa Maria
Nuova
.. Collina di Santa Maria Nuova
.. Angeli di Rosura
.. Mergo
.. Cupramontana
.. Staffolo
.. Porcarella
.. Sasso
.. Domo
.. Maiolati
.. Monte Roberto
.. Casal Bellino
.. Pianello
. Divisione “Conero”
con 36 distaccamenti operanti in:
.. Ancona
.. Ancona Cantiere
Navale
.. Tavernelle
.. Varano
.. Santo Stefano
.. Posatora
..
Poggio-Massignano
.. Conero
.. Camerano
.. Sirolo-Numana
.. Aspio-Candia
.. Offagna
.. Osimo
.. Filottrano
.. Castelfidardo
.. Loreto
.. Sappanico
.. Montacuto
.. Gallignano
.. Castel d’Emilio
.. Agugliano
.. Paterno
.. Pietralacroce di
Ancona
.. Casine di
Paterno
.. Polverigi
massimo coltrinari
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venerdì 25 novembre 2016
lunedì 21 novembre 2016
.Universita 5 Castelli, Corsa di Storia C48
E' stato attivato per l'anno Accademico 2016-2017
il corso C48
Storia delle Marche in età monarchica
1860-1946
SI PREFIGGE DI PORRE L'ACCENTO SUI MOMENTI FOCALI DELLA STORIA DELLA REGIONE
DAL PASSAGGIO DELLE MARCHE
DALLO STATO PREUNITARIO ALLO STATO NAZIONALE
FINO ALLA PRIMA GUERRA MONDIALE QUANDO LA REGION E DU NELLA TRINCEAMARITTINA IN PRIMA LINEA
ED ALLA SECONDA GUERRA MONDAILE OVE NEL LUGLIO 1944 VIDE IL PASSAGGIO DEL FRONTE FINO AL REFERENDUM ISTITUZIONALE DEL 1946
domenica 23 ottobre 2016
Il Corpo di Liberazione Italiano ed Ancona
BIBLIOGRAFIA e
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Sitografia
www.cronacheanconetane.it
www.labattagliadifilottrano.it
www.libreriauniversitaria.it
domenica 2 ottobre 2016
.Organigramma del Corpo Polacco
II
Corpo d’Arma Polacco, nel marzo 1944, aveva questo ordinamento:
Comando, Quartier Generale, Unita dipendenti. base logistica
.. 7a Divisione di
Riserva
.. Sezione Stampa
.. Ospedale da 600
letti
.. Ospedale da 600
letti
.. Ospedale da 600
letti
.. Ospedale da 200
letti
.. centro di
addestramento complementi
.. scuola di tattica
.. ospedale a lunga
degenza
Unità direttamente dipendenti
. 9° Reggimento artiglieria da campagna
. 10° Reggimento artiglieria pesante-campale
. 11° reggimento Artiglieria pesante-campale
. 7° reggimento artiglieria a cavallo
. 7° reggimento semoventi controcarro
. 7° reggimento artiglieria contraerei leggera
. 8° reggimento artiglieria contraerei pesante
. 1° reggimento Osservatori di Artiglieria
. Reggimento
Esplorante “Lancieri dei Carpazi”
. X battaglione Genio
. 10a compagnia pontieri
. XII battaglione trasmissioni
. Battaglione Guardie
. Compagnia Polizia Militare
. Sezione Topografica
. Sanità. Servizio medico
. Unità Rifornimento e Trasporti
. Unità Meccani Elettricisti
. Unità Materiali logistici
. Unità Recupero Materiali
. 12° Corte Marziale (Tribunale Militare di Corpo d’Armata)
Unità
. 3a Divisione di fanteria “Fucilieri dei Carpazi”
. I Brigata di
fanteria “Fucilieri dei Carpazi”
.. I Battaglione
.. II Battaglione
.. III Battaglione
. II Brigata di
fanteria “Fucilieri dei Carpazi”
.. IV Battaglione
.. V Battaglione
.. VI Battaglione
. 1° Reggimento
artiglieria da campagna
. 2° Reggimento
artiglieria da campagna
. 3° Reggimento
artiglieria da campagna
. 4° Reggimento
artiglieria controcarro
. 3° Reggimento
artiglieria contraerei leggera
. 12° Reggimento
esplorante “Lancieri di Podolia”
. III Battaglione Trasmissioni
. III Battaglione Genio
. III Battaglione Mortai – Mitragliatrici
. 3a Compagnia Polizia Militare
. Servizi
.. 1a Ambulanza
da campo
.. 2a Ambulanza
da campo
.. 1a Compagnia
Trasporti
.. 2a Compagnia
Trasporti
.. 12a Compagnia
Trasporti
.. 13a Compagnia
Trasporti
.. 1a Officina
meccanici elettricisti
.. 2a Officina
meccanici elettricisti
.. 3° Parco
materiali logistici
.. 3° Corte
Marziale (Tribunale militare divisionale)
.. Servizi
divisionali
. 5a Divisione di fanteria “Kresowa”
. . V Brigata di fanteria “Wilno”
.. XIII
Battaglione
.. XIV Battaglione
.. XV Battaglione
. VI Brigata di
fanteria “Lwow”
.. XVI Battaglione
.. XVII
Battaglione
.. XVIII
Battaglione
. 4° Reggimento
artiglieria da campagna “Kresowa”
. 5° Reggimento
artiglieria da campagna “Wilno”
. 6° Reggimento artiglieria
da campagna “Lwow”
. 5° Reggimento
artiglieria controcarro
. 5° Reggimento
artiglieria contraerei leggera
. 15° Reggimento
esplorante “Lancieri di Poznan”
. V Battaglione Trasmissioni
. V Battaglione Genio
. V Battaglione Mortai – Mitragliatrici
. 5a Compagnia Polizia Militare
. Servizi
.. 5a Ambulanza
da campo
.. 6a Ambulanza
da campo
.. 5a Compagnia
Trasporti
.. 6a Compagnia
Trasporti
.. 15a Compagnia
Trasporti
.. 16a Compagnia
Trasporti
.. 5a Officina
meccanici elettricisti
.. 6a Officina
meccanici elettricisti
.. 5° Parco
materiali logistici
.. 5° Corte
Marziale (Tribunale militare divisionale)
.. Servizi
divisionali
(continua)
informazioni: massimo coltrinari. centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org
sabato 1 ottobre 2016
Organigramma del 2°Corpo Polacco
. II Brigata Corazzata
.. 4°
Reggimento corazzato “Scorpione”
.. 1°
Reggimento corazzato “Lancieri di Krechowce”
.. 6°
Reggimento corazzato “Bambini di Lwow”
.. 9a Ambulanza da
campo
.. 9a
Compagnia Trasporti
.. 9a Officina
meccanici elettricisti
.. 9° Parco
materiali
.. 9° Squadrone
Trasmissioni
.. Polizia Militare
.. Corte Marziale
(Tribunale militare)
.. Servizi[1]
massimo coltrinari
info: centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org
giovedì 29 settembre 2016
Madonna degli Angeli Cerimonia
ESERCITO ITALIANO AL SACELLO MILITARE MADONNA DEGLI ANGELI A
SULMONA (AQ)
L’AQUILA, 2
novembre 2016
Oggi 2 novembre 2016, il Gen. B. Rino DE VITO,
Comandante Militare dell’Esercito per l’Abruzzo, su invito dell’Istituto
Nazionale per la Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon, ha partecipato
alla solenne cerimonia commemorativa in suffragio dei caduti di tutte le guerre
e su tutti i fronti presso il Sacello militare Madonna degli Angeli sito in
Badia, frazione di Sulmona (AQ).
Le Autorità militari, civili e religiose intervenute
hanno potuto visitare il Sacello e successivamente hanno partecipato alla
cerimonia iniziata con le note dell’Inno Nazionale e con l’ alzabandiera,
proseguita con la deposizione di una corona d’alloro sulle note della Leggenda
del Piave e con il Silenzio per concludersi con la celebrazione della Santa
Messa officiata dal Parroco Don Andrea Accivile.
lunedì 26 settembre 2016
Brigata Maiella Parte V. Operazioni sul Cesano
(nota redazionale a cura di Federico Mammarella)
d)
SLOGGIAMENTO DEL NEMICO DALLA RIVA MERIDIONALE
DEL
FIUME CESANO
(14
- 19 agosto)
Il
13 agosto il C. I. L. viene trasferito sulla linea di Fabriano mentre il settore
viene presidiato da un nuovo gruppo di cavalleria composto di tre reggimenti da
ricognizione, nonché dal H.C.R. e dalla Brigata “Maiella” tutti sotto il comando
del generale Bohusz-Szyszko.
Primo
compito affidato alla “Maiella” entro la nuova formazione fu quello di assumere
una parte del settore fino allora tenuto dal C. I. L. (183° reggimento
fanteria) e di continuare la sorveglianza del proprio settore. Ciò ha nuova mente
esteso il settore di competenza a 20 chilometri.
La
sostituzione del C.I.L con la “Maiella” si effettua con l’assunzione, da parte
di un plotone della Brigata di appena 40 uomini, del settore già affidato al
183° reggimento fanteria appoggiato da un gruppo di artiglieria, ciò perché il
reggimento non aveva avuto contatto diretto col nemico essendo stata svolta l’attività
di [39] operazioni soltanto dalle opposte artiglierie.
Resosi
edotto della nuova situazione, il Comandante della Brigata lascia sulla
direzione di Pergola una pattuglia di osservazione, mentre concentra il grosso
della “Maiella” nella direzione Piticchio (170394) - San Lorenzo(150465).
Il
14 agosto le formazioni della “Maiella” sloggiano dalla dorsale Loretello(149428)
- San Pietro (136425) le forze di copertura del nemico e prendono contatto col
nemico fortemente piazzato sulla dorsale Monte secco [rectiusz Montesecco}
(110430) - Mezzanotte (080418) a sud del fiume Cesano.
Contemporaneamente
pattuglie della Brigata giungono sul fiume riconoscendone i passaggi e
individuando le posizioni nemiche sulla riva settentrionale.
Correlativamente
alla predisposta operazione del gruppo di cavalleria sul fiume Metauro, la
“Maiella” riceve l’incarico di respingere il nemico nel proprio settore sulla
riva nord del fiume, predisponendone i passaggi e le teste di ponte.
Per
rendere possibile l’esecuzione di tale incarico il tenente colonnello Lewicki
concentra ogni sforzo della Brigata al fine di occupare la dorsale di Montesecco
che costituisce il principale punto di resistenza nemica a sud del fiume.
L’operazione è condotta concentricamente da 3 parti, ovest, sud ed est.
Contemporaneamente
pattuglie vengono appostate durante la notte dal 17 al 18 agosto a settentrione
di Montesecco, cosicché quando l’ultimo {40] reparto nemico si ritira dalla
città esso viene preso sotto il fuoco delle nostre mitragliatrici, subendo
notevoli perdite.
Già
nello stesso giorno la zona a sud del fiume Cesano viene rastrellata mentre
pattuglie della “Maiella” inviate a nord riescono ad individuare le posizioni nemiche.
Malgrado
il ripiegamento effettuato al di là del fiume, i tedeschi profittano dello
sparso dislocamento della Brigata nella zona e conducono attive ricognizioni
notturne al fine - secondo dichiarazioni rese da prigionieri catturati dalle pattuglie
- di riconoscere l’entità delle nostre forze nel settore e soprattutto di constatare
l’entità degli spostamenti sulle principali vie di comunicazione.
Una
di tali pattuglie, utilizzando i servizi resi da un fascista del luogo, cerca di
assaltare nella notte dal 19 al 20 agosto la sede del Comando della Brigata “Maiella”
nella città di Piticchio. Grazie alla efficiente vigilanza dell’apposito corpo
di guardia l’assalto viene sventato e il nemico e costretto a ripiegare oltre il
fiume con notevoli perdite in morti e feriti.
domenica 25 settembre 2016
Testimonianze. 1944.
Di Federico Mammarella
Ricerca: Il Corpo
Italiano di Liberazione da Jesi al Metauro
Oggetto: Intervista
a Franco Del Baldo (Ad Mandinel)
Granarola
(Gradara), Lunedì 2 Maggio 2016
“La mia
famiglia aveva 20 ettari di terra, tutta la vallata sotto al monte di
Granarola; alla fine della guerra, quando i tedeschi si ritirarono contammo ben
133 granate cadute sulla nostra proprietà, con voragini di 5-6 metri l’una e
profonde 2-3 metri. Noi stavamo qui, in questa casa, ma a fine agosto un gruppo
di tedeschi ci mandò via e vi si insediò, piazzando anche un cannone di
contraerea. Noi dovemmo quindi sfollare sul monte, nelle grotte sopra via San Savino, vicino alla vecchia casa dei
Mauri.
Tutte le famiglie di questa parte (nord-est)
del paese sfollarono in queste grotte, mentre quelle verso la chiesa si
rifugiarono nelle grotte sotto al castello, dal lato verso Cattolica.
Quando cominciarono i
bombardamenti alleati sulla zona, noi eravamo già sfollati, lasciando quindi
campo libero alle truppe tedesche che potevano così controllare l’intera zona
fino verso Tavullia-Borgo Santa Maria[1].
Essendo sul finire
dell’estate, avevamo preparato i covoni del grano e aspettavamo il momento
adatto per trebbiarli, ma l’avanzata del fronte alleato e la ritirata sulla
linea difensiva dei tedeschi ci impedì di completare i lavori, cosicché tutti i
covoni rimasero lì.
Quando ricevemmo l’ordine di sfollare, ci raggiunsero nelle
grotte anche un nostro zio di Gabicce ed un amico, pescatore, di Cattolica: mio
zio portò con se la sua Fiat Balilla ed
una motocicletta, mentre il pescatore portò 10
quintali di tonno come scorta. Si decise di nascondere tutto sotto ai
covoni, ai quali aggiungemmo due cassoni di farina e, vicino, posizionammo
anche i gabbioni dei conigli, con circa 50-60 animali dentro.
Nelle grotte eravamo al
sicuro dai bombardamenti, essendo in aperta campagna e completamente invisibili
dall’alto, mentre rimanere nelle case sarebbe stato più pericoloso, anche
cercando di rispettare il coprifuoco, dal momento che una minima fiammella
poteva diventare un facile bersaglio per i bombardieri inglesi. Ma, anche se
eravamo al sicuro dalle bombe che piovevano dal cielo, non eravamo al sicuro
dai tedeschi: infatti questi rastrellavano continuamente la zona in cerca di
uomini adulti da arruolare nelle fila della Todt[2] e inviarli sul
fiume Foglia per scavare le trincee
anticarro e fortificare le difese.
Con noi c’erano circa una ventina di uomini,
e i tedeschi in qualche modo vennero a saperlo. Un giorno vedemmo salire verso
la grotta una pattuglia di soldati, che puntavano verso di noi, sicuramente in
cerca di questi uomini. Per salvarli, le donne escogitarono il seguente piano:
fecero stendere tutti gli uomini sul fondo della grotta, e sopra vi
posizionarono delle coperte e dei tappeti, sulle quali esse si sedettero,
mettendosi a fare i loro lavori da massaia. Quando i tedeschi soldati
arrivarono, cercarono dappertutto, ma non riuscendo a trovarli, se ne andarono
senza successo.
Vicino casa, giù nella
vallata, il cannone di contraerea intanto continuava a sparare. Un giorno
riuscì a colpire un velivolo alleato che cadde poi nella zona di Santa Maria delle Fabbrecce (Pesaro).
Nella galleria del treno (la tratta Ancona-Bologna), invece, i
fascisti avevano nascosto armi e munizioni. I bombardieri inglesi, avendo
intuito la cosa, cominciarono a bersagliare continuamente la galleria, ma
essendo abbastanza ben protetta dallo strato superiore di terra, non riuscirono
a farla saltare: gli aerei arrivavano in picchiata dal lato nord (lato Gradara); a circa 1,5 Km sganciavano gli ordigni, che
arrivavano a colpire le immediate vicinanze della galleria per forza d’inerzia:
vennero ritrovate traversine e pezzi di binari fino a circa 1 Km di distanza a causa delle
esplosioni, ma le polveri e le munizioni non furono mai colpite.
Il bivio per Santo Stefano era presidiato da un carro
armato tedesco: un giorno esso venne cetrato in pieno dall’aviazione inglese e l’equipaggio
cercò dia mettersi in salvo ma uno di loro non vi riuscì. Quando quella sera
scendemmo dal monte per andare a vedere da vicino cosa fosse successo, vidi la
scena più brutta di tutta la mia vita: a tredici anni mi trovai davanti il
corpo di quel soldato tedesco, bruciato vivo, morto tra le fiamme scaturite
dall’esplosione. Non ho mai più
dimenticato quella scena, e ancora oggi me la ricordo come fosse ieri.
Finalmente, tra il I e
il 2 settembre, gli alleati riuscirono a sfondare la Linea a quota 204, nei
pressi di Pozzo Alto, arrivando sul Conca il 2 stesso, facendo ritirare i
tedeschi al di là del fiume, dove si trincerarono: Granarola era ormai fuori
dai combattimenti diretti. Ma, prima di ritirarsi, i tedeschi compirono le
ultime “eroiche” gesta: quel giorno, spirava un forte vento di maestrale, così
i soldati in ritirata pensarono bene di appiccare il fuoco ai primi covoni al
margine della proprietà, che con il vento a favore, ben presto si propagò a
tutti gli altri, scatenando un inferno di fuoco e fiamme, bruciando ogni cosa e
tutto ciò che vi avevamo nascosto: tonno, Balilla, motocicletta… i covoni
bruciarono tutto il giorno, e la mattina successiva, quando scendemmo per
controllare l’entità dei danni, i midul ( il bastone centrale del covone)
bruciavano ancora, e girando per quell’inferno, ritrovammo anche i gabbioni dei
conigli, che purtroppo non erano riusciti a salvarsi, chiusi dalla rete
metallica…
Quando sfollammo,
avevamo con noi anche una cavalla con la sua puledrina, che portammo con noi su
alle grotte. Ma i tedeschi, in ritirata, ci sequestrarono la cavalla,
lasciandoci la puledra. Qualche anno dopo, a guerra finita, andammo alla Fiera di San Gregorio a Morciano di Romagna, l’antica fiera
degli animali, e portammo con noi la puledra, che nel frattempo era diventata
una bella cavalla; all’improvviso la cavalla si imbizzarrì e sparì. La
ritrovammo più tardi assieme ad un’altra vecchia cavalla: sua madre. Quei
soldati che la portarono via, probabilmente poi la persero durante i frenetici
giorni della ritirata, e i due animali, annusandosi, si riconobbero subito,
nonostante gli anni passati e non fu più possibile separarle, tanto che dovemmo
ricomprare la nostra vecchia cavalla”
Ecco la storia di
Franco.
Finito di raccontare,
l’ho ringraziato, tendendogli la mano e lui me la strinse con forza, dicendomi:
«Sono io che ringrazio te. E’ bello vedere un giovane come te che si interessa
alla storia di noi anziani e alla storia del nostro paese! Tu devi sapere che
la mia generazione ha vissuto un periodo di cambiamento estremo, che io definisco
RIVOLUZIONE. Quando ero piccolo, ho
arato questa terra con l’aratro in legno, lo stesso attrezzo usato fin dai
tempi di Cristo, sempre uguale, senza innovazioni. Quando arrivò il primo
aratro in ferro, con il vomere e le ruote, sembrò un cambiamento epocale. Ora
abbiamo da poco comprato la nuova vendemmiatrice elettronica. Dimmi tu se questa
non è una rivoluzione?»
[1] Dopo la
presa di Montecassino (17 maggio 1944) e l'ingresso a Roma (4 giugno) da parte
degli alleati, le armate tedesche in Italia si ritirano verso nord per
attestarsi lungo la "Grüne Linie" (Linea Verde), più conosciuta col
nome di "Linea Gotica": una fitta rete di fortificazioni che corre
dal Tirreno (Grosseto) all'Adriatico (Pesaro) tagliando in due l'Italia, basata
sul concetto di "difesa in profondità", che terrà fermo il fronte
italiano per otto mesi. Fonti: http://www.lineagotica.eu/news.php?idk=9
[2]
L'Organizzazione Todt (OT) fu una grande impresa di costruzioni che operò,
dapprima nella Germania nazista, e poi in tutti i paesi occupati dalla
Wehrmacht impiegando il lavoro coatto di più di 1.500.000 uomini e ragazzi.
Creata da Fritz Todt, Reichsminister für Rüstung- und Kriegsproduktion
(Ministro degli Armamenti e degli Approvvigionamenti), l'organizzazione operò
in stretta sinergia con gli alti comandi militari durante tutta la Seconda
guerra mondiale. Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Organizzazione_Todt
venerdì 23 settembre 2016
Una testimonianza
Comm. Giovanni Corvino
Via Marchianò n°16
71121 Foggia
Tel. 0881-636341 – 32897770368
Egr. dr. Coltrinari,
conoscendo la Sua passione ed
interessi per le vicende militari, ritenendo di farLe cosa grata, Le accludo
copia del ruolino ricostituito del mio 1° plotone della 3^ compagnia del
Battaglione Alpini “Piemonte”, con delle precisazioni a conferma di quanto Lei
già conosce, provenienti da chi le ha realmente vissute.
Come Lei sa il plotone ha
partecipato alla conquista di Monte Marrone sul lato destro la notte del 31
marzo 1944, e come risulta dagli atti ufficiali, compresi quelli del Generale
Utili, l’intervento degli uomini della 3^ compagnia (trattasi del 1° plotone)
fu determinante nel respingere l’attacco tedesco nella notte di Pasqua del 9-10
aprile 1944.
A fine di maggio la terza compagnia,
passata dal Capitano Campanella, infortunatosi in una ricognizione, al Capitano
Barbieri, con in testa il 1° plotone conquistò Colle dell’Altare ed il giorno
successivo attraverso il Balzo della Cicogna scese alla Madonna del Canneto,
ove fu uno scontro con i tedeschi in ritirata per proseguire il giorno dopo sul
sentiero che portava ad Opi (fui decorato di Medaglia di Bronzo sul campo).
Ma ormai la strada per Roma era
aperta. Per cui il Battaglione Alpini “Piemonte” tornò alla base di Monte
Marrone per essere trasferito con tutto il C.I.L. su settore Adriatico alle
dipendenze dell’8^ Armata inglese, per l’avanzata sul settore Adriatico,
Orsogna, Guardiangrele, Torre dei Passeri, l’Aquila, Ascoli Piceno, fiume
Musone, incontrando anche grosse difficoltà e resistenze. La sera del 19
luglio, sul fiume Esino la 1^ e la 2^ compagnia del Battaglione Piemonte ebbero
degli scontri con i tedeschi a Case Guglielmi, mentre il mattino del 20 luglio
alle ore 7, con il mio plotone ho attraversato l’Esino e sono entrato a Jesi.
Egregio dr. Coltrinari, io,
nonostante la mia giovane età, solo 22 anni, avevo già maturata una grossa
esperienza nella campagna di Russia, facevo parte, sempre come comandante di
plotone fucilieri, del Battaglione “Val Cismon” del 9° alpini della Divisione
Julia. Ero rientrato in Italia nel
gennaio 1943, perché ferito in combattimento da pallottola di parabellum a
quota 205.6 del famoso quadrivio di Seleny Yar-Deserowka (fui decorato di
Medaglia di Bronzo, anche se la proposta era per Medaglia d’Argento sul campo
non andata in porto per i noti eventi della ritirata).
L?8 settembre ero nell’Alta Val
d’Isonzo, precisamente a Voschia (zona slava), dopo aver raggiunto il nostro
Centro di Mobilitazione di Feltre e consegnato quanto eravamo riusciti a
recuperare, fui ospite a casa del Tenente medico della mia compagnia, dr.
Salvatore Vergani, a Montebelluna e dopo qualche giorno di valutazione per
quale decisione prendere, fui catturato il 15 settembre, ad Ancona dai tedeschi
e trascorsi 15 giorni, come prigioniero nella Caserma Cialdini. Prevedendo di
essere internato, riusci a liberarmi ed il 13 ottobre 1943 attraversai la linea
Gustav tra Guglionesi e Montenero di Bisaccia (Termoli).
Una volta al Sud, dal Distretto
Militare di Foggia fui inviato prima a Bari al Comando Tappa n.8 e poi a Lecce
al Comando Tappa n.10 per essere poi destinato a Bari presso il costituente
Reparto Esplorante Alpini (forza una compagni mista tra alpini ed artiglieri
alpini) comandata dal Capitano Renato Maiorca. Il Reparto fu trasferito ad
Alberobello per iniziare la preparazione e successivamente a Nardò ove si erano
radunati altri alpini e fu costituito un Battaglione di Alpini ed una Batteria
di Artiglieria Alpina denominato priam Battaglione Alpini Taurinense, poi
Battaglione Alpini Piemonte. Per vari motivi il Battaglione fu trasferito a
Cisternino per completare l’addestramento.
Il Battaglione Alpini Piemonte entrò
a far parte del 1° Raggruppamento Motorizzato, che già l’8 dicembre era stato
impiegato a Montelungo, per cui nei primi di marzo il Battaglione fu
trasportato nella zone delle Mainarde (Colli al Volturno-Scapoli-Castelnuovo al
Volturno) per poi essere impiegato nella
conquista di Monte Marrone.
Del periodo 5 anni, trascorsi con l
divisa grigio-verde, sono soddisfatto, ho sempre fatto al meglio il mio dovere
e ne rimango grato, perché partito volontario a 18 anni, come un bambino, sono
fortunato, perché ho riportato a casa il mio telaio, con tanta esperienza e
maturità, capace di affrontare le gioie ed i dolori che la vita ci offre.
Mi scusi per la lunga chiacchierata
e per il tempo che le ho rubato e cordialmente La saluto.
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