Da "Il Corpo Italiano di Liberazione" Ed 1975 Ufficio Storico dell'Esercito ( a cura di M Crepanzano)
Ma
i tedeschi, di fronte allo sbalzo sulle nuove posizioni compiuto dalle unità
del C. I. L., non mancarono di reagire prontamente.
Il
giorno 11 agosto, dopo una violenta preparazione di fuoco effettuata
prevalentemente con mortai, forze germaniche valutate ad una quarantina di
uomini attaccarono, tra le ore 11 e le ore 12, le nostre posizioni di q. 211 a nord - est di Castelleone di Suasa. L'attacco, contenuto in un
primo tempo dagli elementi alpini che si trovavano sul posto, venne
successivamente stroncato del tutto per l'intervento di una compagnia del XIV
battaglione paracadutisti (del 184° reggimento). Il nemico fu così costretto a
ripiegare lasciando sul terreno 10 uomini tra morti e feriti.
L'indomani
12, sull'albeggiare verso le ore 4, i tedeschi con una compagnia tornarono ad
attaccare, più a sinistra, le posizioni di Loretello, tenute da due nostri
plotoni paracadutisti, i quali ritennero opportuno ripiegare di qualche
centinaio di metri. Ma giunta poco dopo una compagnia paracadutista in rinforzo
(la 46a), i nostri balzarono al contrattacco costringendo
l'avversario a ripiegare; cosicchè Loretello, verso le ore 8, tornava di nuovo
in nostro possesso. Nel pomeriggio, verso le ore 17, furono i nostri
paracadutisti a reagire occupando, dopo breve preparazione di artiglieria, la q. 312 (circa 500 m. a nord di
Loretello), dove venivano catturati 2 prigionieri. Risultò anche che il nemico,
nell'abbandonare la posizione, aveva portato con sè 4 morti e una decina di
feriti.
Pure
nella notte sul 13 agosto, i tedeschi attaccarono con pattuglie le nostre
posizioni avanzate di q. 245 (difese
dal XIV battaglione paracadutisti), C. S.
Onofrio (difese dal battaglione alpini «Monte Granero») e Croce del Termine (difese dal XXIX battaglione
bersaglieri). Ma dovunque la pronta reazione delle nostre truppe e del fuoco
pesante delle nostre artiglierie costrinse l'avversario a ripiegare oltre il
fiume Cesano. Anzi sulla sinistra, nella zona di Loretello, i nostri
paracadutisti ne approfittarono per reagire con una avanzata procedendo, con un
plotone del XVI battaglione (183° reggimento), alla occupazione di S. Pietro.
Tutte
queste puntate esplorative del nemico, senza contare l'azione di martellamento
svolta con la sua artiglieria e coi suoi mortai contro le nostre posizioni di
Corinaldo, C. S. Onofrio, Castelleone di Suasa e Loretello, erano in ultima
analisi manifestazioni, in forma piuttosto dinamica, di una volontà
temporeggiatrice. Si trattava per l'avversario di guadagnar tempo nello spazio
in relazione al quadro operativo d'insieme. Lo sviluppo dei vari solchi
fluviali nel senso dei paralleli, in connessione con l'andamento plastico delle
successive displuviali, facilitava ai comandi tedeschi l'attuazione di
irrigidimenti successivi, i quali, nei confronti della manovra offensiva
operata dal C. I. L. e dal Corpo
polacco, conservavano il vantaggio di poter attuare una logorante e sfibrante
manovra difensiva a tempi e spazi ristretti. Questo fatto continuava infatti a
costringere le unità del C. I. L. ad agire per così dire a spallate successive:
dal Musone all'Esino, dall'Esino al Misa, dal Misa al Nevola, dal Nevola al
Cesano. Si trattava, dunque, di preparare ora una nuova spallata, quando ecco
giungere l'ordine per il C. I. L. di cambiare settore.
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