I Carri polacchi in marcia verso Castelferretti, al bivio di Casteld'Emilio, sotto Paterno 18 lugli

I Carri polacchi in marcia verso Castelferretti, al bivio di Casteld'Emilio, sotto Paterno 18 lugli
Bivio per Casteld'Emilio, sotto Paterno: La popolazione civile, in maggioranza femminile in quanto gli uomini erano nascosti applaude al passaggio dei carri polacchi

venerdì 31 marzo 2023

1944. Azione partigiana a sostegno dell'azione di Filottrano

 

Liberata Osimo, il 6 luglio, le forze partigiane svogono azioni concorrenti. Così esse sono riportate nella memorialistica

Il 6 luglio il distaccamento “Riccio”, trasferito all’interno della città ed il GAP Fabrizi, che operava nella zona circostante, attaccano i Tedeschi e li costringono ad abbandonare le loro posizioni Alle prime ore del 7 luglio Osimo è liberata e la popolazione saluta festante i partigiani” continua con una quasi requisitoria nei confronti dei Polacchi.”Nella stessa giornata arrivano i Polacchi del generale Anders che hanno rinunciato al loro piano di bombardare la città grazie all’intervento tempestivo dei partigiani. A nome del comando di divisione prendo contatto con il comando polacco il quale non mi vuole riconoscere, ma ordina ai partigiani e a tutti i cittadini di non muoversi da Osimo senza il loro permesso. Buona parte degli ufficiali apparteneva a quella nobiltà polacca che aveva saputo nel passato battersi nel passato per l’indipendenza del suo paese, ma che adesso era preoccupata soltanto di riconquistare il suo potere e di riprendere le sue immense proprietà fondiarie. Per questo dicevano apertamente di avere fretta di finire la guerra in Italia e ricominciarla subito contro l’Unione Sovietica. Nei nostri confronti il loro comportamento fu altezzoso e provocatorio, proprio da veri rampolli della nobiltà terriera; ma furono anche volgari e rozzi al punto di chiedere ai nostri partigiani, come fossero dei mezzani, di procurare loro le signorine”. 


Cfr. Vaia A., Da Galeotto a Partigiano, Milano, Teti, pag.1977. 209-11.

lunedì 20 marzo 2023

Una scritta di troppo. Ancona 18 maggio 1946

 

In occasione del II anniversario della Battaglia di Montecassino, il 18 maggio 1946, si tenne allo Stadio Dorico di Ancona una celebrazione  a cui parteciparono la maggiori autorità Alleate e locali. Ancona ancora era "off limits, e molti sfollati non avevano ricevuto il permesso di rientrare. Le tapparelle del palazzo sullo sfondo ancora sono tutte abbassate, segno evidente che non era abitato.

 Nell'occasione fu scalpellata all'ingresso dello Stadio ( che riporta la scritta in inglese "Stadium Sport Entrance", la scritta "Littorio" che ad un anno dalla fine della guerra ancora campeggiava sul frontespizio della porta accanto alla scritta originale che era "Stadio Dorico del Littorio" (Massimo Coltrinari)


Fonte: La foto è tratta da "Campana G., Orsetti R ( a cura di).1944 1946 Fotografie Il II Corpo d'Armata Polacco nelle Marche , Ancona Regione Marche,  2005

venerdì 10 marzo 2023

La battaglia per Ancona. Una battaglia in cinque fasi Ipotesi di studio.

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Soldato polacco in addestramento su un mortaio italiano
Marche, luglio 1944

L'Attacco polacco ad Ancona. Luglio 1944.

Durante le lezioni del 9° Corso ISSMI, ripreso poi in seguito, nel descrivere le operazioni nel settore adriatico, si elaborò l’assunto, dissertando sulla battaglia di Ancona, in cui questa fu vista in cinque fasi. Si diceva allora:

Per comprendere quello che è successo dal 1 al 20 luglio, le suddivisioni attuali partono dal punto di vista Polacco, ove il Corpo Italiano di Liberazione non è minimamente preso in considerazione. Un approccio che esclude gli Italiani da ogni ruolo partecipativo. Nostro intento è inserire tutti i protagonisti della Battaglia di Ancona e quindi, dobbiamo ipotizzare più fasi in questa battaglia.

Tenendo nella dovuta considerazione il Corpo Italiano di Liberazione e le sue azioni nel contesto degli avvenimenti, abbiamo avanzato l’ipotesi di articolare questo avvenimento in cinque fasi: la prima, detta anche battaglia di Loreto, dal 1-6 luglio 1944, che termina con l’occupazione di Osimo, a cui segue l’azione del Corpo Italiano di Liberazione, dal 7 al 9 luglio con la conquista di Filottrano, che si usa chiamare nel suo complesso, prima battaglia di Ancona; segue un momento di riflessione ed assestamento e riordino dei reparti, dal 10 al 16 luglio, in cui il Corpo Italiano di Liberazione assicura ulteriormente il fianco sinistro del Corpo d’Armata Polacco, riuscendo ad occupare Cingoli; terminata questa terza fase, inizia l’attacco principale, per aggiramento, ad  Ancona il 17-18 luglio 1944, con infine i giorni conclusivi quelli dello sfruttamento del successo, quinta fase, del 19-20, con la conquista di Jesi e con le forze tedesche costrette a retrocedere oltre linea dell’Esino, che comunemente è detta seconda battaglia di Ancona.”

Non è che sia di rilievo questa articolazione per la realtà storica: ma queste fasi, puramente teoriche, hanno nella loro accezione il preciso significato di segnalare e prendere in considerazione da parte di memorialisti e di storici e di altri che a vario titolo si interessano di questi argomenti, anche il Corpo Italiano Liberazione, che nella suddivisione fino ad ora proposta lo escluse, prendendo solo in considerazione l’azione del II Corpo Polacco. Da rilevare, infine, che proprio su queste riflessioni nacque l’idea di scrivere questo volume.  (massimo Coltrinari)