I Carri polacchi in marcia verso Castelferretti, al bivio di Casteld'Emilio, sotto Paterno 18 lugli

I Carri polacchi in marcia verso Castelferretti, al bivio di Casteld'Emilio, sotto Paterno 18 lugli
Bivio per Casteld'Emilio, sotto Paterno: La popolazione civile, in maggioranza femminile in quanto gli uomini erano nascosti applaude al passaggio dei carri polacchi

sabato 20 agosto 2022

51a Sezione di Sanità. La Marcia si Arresta

Che tristezza profonda! Ognuno ha cullato in sè la speranza e la sicurezza che la marcia iniziata fosse quella definitiva, che l'Appennino stesse per essere superato e che la liberazione fosse totale ...

Ma così non la pensava il Comando Alleato che prevedeva una nuova resistenza invernale e intendeva intensificare su altri scacchieri del continente europeo il suo maggior sforzo offensivo.

Ed un graduale pacato ragionamento convinse, coll'ausilio della stanchezza delle membra fiaccate da lunghi mesi di linea, i cuori più focosi e ribelli; e rintuzzò ancora una volta le ardite speranze degli animi protesi verso la casa. Il pensiero di un ritorno nell'Italia Meridionale trovò gli uomini della 51a Sezione di Sanità, disciplinati e sottomessi, anche se non del tutto rassegnati.

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 La riunione di tutto il nostro Reparto alla Stazione delle Pole, nei primi giorni di settembre, diede l'occasione alla benedizione di un artistico labaro.

Era stato confezionato dalle Infermiere Crocerossine dell'Ospedale Principessa di Piemonte di Napoli, e S. E. il Marchese Carlo Maresca, Priore in Napoli del Sovrano Militare Ordine di Malta, l'aveva offerto alla Sezione come pegno d'onore per le eroiche giornate della liberazione.

Da un lato, in campo amaranto, il fregio della Sanità Militare; dall'altro, legati dallo scudo Sabaudo i colori d'Italia e gli emblemi delle Associazioni di soccorso: la Croce Rossa di Ginevra e la bianca Croce di Malta, i segni dell'amore e del dolore presenti su tutti i campi di battaglia.

Una sorella di Croce Rossa ne fu la madrina: l'acqua lustra le scendeva su quel vessillo e scendevano nel profondo del cuore di tutti le parole del Comandante: “Possa questa bandiera - possa in un giorno non lontano sventolare nell'aria rinnovata di una Italia libera dal nemico. Possa sventolare davanti a questo sole che è la più grande ricchezza della nostra terra, che darà a tutti i suoi figli la forza di rinascere, di redimersi, di ricostruire dalle macerie.”

 

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 Un chiaro mattino domenicale. S. Maria degli Angeli. Brilla la Madonnina della grande Basilica Francescana.  Si tuffa con armonioso slancio nell' azzurro e “la cupola bella del Vignola.”

Stipati con tutte le masserizie nei vagoni ferroviari riprendiamo la via del ritorno verso il Lazio e la Campania.

Nella stretta di Mignano ricerchiamo ansiosi nella terra sconvolta, i tre piccoli Cimiteri solitari dove riposano i nostri fratelli di fede, i più generosi. Un pensiero doloroso, un ritorno di inafferrabili nostalgie... e via .... Ecco i roccioni di Valle Lauro e la Casetta rossa! Ecco il Bivio di Presenzano ed il prato dell'Osteria di Ponte Nuovo. Non sono ancora cancellate del tutto le tracce dell'attendamento del 244° Ospedale da Campo e del 34° Nucleo Chirurgico. Eccoci al Bivio di Caianello ed alla Stazione di Vairano. Bisogna scendere, scaricare per la ennesima volta casse e fagotti, ricaricare, partire...

Non canti, non risa gioconde ... l’entusiasmo è svanito. È la fine del Corpo italiano di Liberazione.

 

 


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