Macerata
Il nemico fuggente sosta, con intendimenti ritardatori, sul fiume Chienti ed attende gli inseguitori. La “Nembo” subisce delle perdite. La sua attrezzatura sanitaria non è sufficiente e la 51a Sezione di Sanità, che segue a ruota nel movimento il 332° Ospedale da Campo ed il 34° Nucleo Chirurgico, si sposta con elementi tattici e seguendo un malagevole itinerario attraverso le provincie di Teramo ed Ascoli Piceno, si attesta come riserva a Campanotico presso Sarnano, il 28 giugno.
Il II° Reparto si porta sulla strada per Macerata al Bivio di S. Ginesio, poi presso il ponte sul Chienti a sud di Tolentino, quindi il 6 luglio a Pollenza.
Nella stessa giornata tutta la Sezione è a Macerata da cui i tedeschi snidati dalla Valle del Chienti ed incalzati ancora, hanno ritirato le truppe. Nella notte però la loro pervicacia si sfoga ancora con un’incursione aerea sulla città. Viene effettuata un'azione di mitragliamento e spezzonamento che purtroppo fa delle vittime.
Macerata costituisce il traguardo di una lunga corsa; lunga per chi ha dovuto percorrere a piedi più di trecento chilometri col fisico snervato, con le scarpe rotte ed i piedi sanguinanti, con la divisa ridotta ad un succinto paio di calzoncini di tela. “..... e il petto talora andava scoperto incontro alle raffiche di mitraglia, ed il marciare a torso nudo non era sempre espressione di giovanile spregiudicatezza e di difesa dalla canicola, chè le rugiadose notti trascorse all'addiaccio ed il freddo delle alte quote recavano torpore alle membra stanche di quei ragazzi....!.”
E avanti, sempre avanti a piedi. I canti e le acclamazioni deliranti all'ingresso dei paesi e delle città avranno talora coperto od interrotto qualche lunga litania di moccoli fioriti, che si levavano da quelle colonne al termine della marcia polverosa: ma anche i Santi del Paradiso avranno benignamente turate le orecchie .....