I Carri polacchi in marcia verso Castelferretti, al bivio di Casteld'Emilio, sotto Paterno 18 lugli

I Carri polacchi in marcia verso Castelferretti, al bivio di Casteld'Emilio, sotto Paterno 18 lugli
Bivio per Casteld'Emilio, sotto Paterno: La popolazione civile, in maggioranza femminile in quanto gli uomini erano nascosti applaude al passaggio dei carri polacchi

martedì 31 maggio 2022

51a Sezione di Sanità. L'avanzata sul fronte adritiatico Macerata

 Macerata

 

Il nemico fuggente sosta, con intendimenti ritardatori, sul fiume Chienti ed attende gli inseguitori. La “Nembo” subisce delle perdite. La sua attrezzatura sanitaria non è sufficiente e la 51a Sezione di Sanità, che segue a ruota nel movimento il 332° Ospedale da Campo ed il 34° Nucleo Chirurgico, si sposta con elementi tattici e seguendo un malagevole itinerario attraverso le provincie di Teramo ed Ascoli Piceno, si attesta come riserva a Campanotico presso Sarnano, il 28 giugno.

Il II° Reparto si porta sulla strada per Macerata al Bivio di S. Ginesio, poi presso il ponte sul Chienti a sud di Tolentino, quindi il 6 luglio a Pollenza.

Nella stessa giornata tutta la Sezione è a Macerata da cui i tedeschi snidati dalla Valle del Chienti ed incalzati ancora, hanno ritirato le truppe. Nella notte però la loro pervicacia si sfoga ancora con un’incursione aerea sulla città. Viene effettuata un'azione di mitragliamento e spezzonamento che purtroppo fa delle vittime.

Macerata costituisce il traguardo di una lunga corsa; lunga per chi ha dovuto percorrere a piedi più di trecento chilometri col fisico snervato, con le scarpe rotte ed i piedi sanguinanti, con la divisa ridotta ad un succinto paio di calzoncini di tela.  “..... e il petto talora andava scoperto incontro alle raffiche di mitraglia, ed il marciare a torso nudo non era sempre espressione di giovanile spregiudicatezza e di difesa dalla canicola, chè le rugiadose notti trascorse all'addiaccio ed il freddo delle alte quote recavano torpore alle membra stanche di quei ragazzi....!.”

E avanti, sempre avanti a piedi. I canti e le acclamazioni deliranti all'ingresso dei paesi e delle città avranno talora coperto od interrotto qualche lunga litania di moccoli fioriti, che si levavano da quelle colonne al termine della marcia polverosa: ma anche i Santi del Paradiso avranno benignamente turate le orecchie .....

 

 

venerdì 20 maggio 2022

51a Sezione di Sanità. L'avanzata sul frontre adrisatico. Chieti. 1944

 Chieti

  I campi minati mietono vittime; si medica avanzando; si avanza medicando i feriti sulle stesse autoambulanze che ritornano traballando per strade stravolte al bivio di S. Eusanio e poi giù giù agli ospedali da campo attendati sul Sangro.

Il II° Reparto raggiunge Casacanditella e Bucchianico (10 giugno), Masseria Burracchio (11 giugno), mentre la Sezione, nella medesima notte, con un trasferimento movimentatissimo e con una marcia da tregenda per straducole e campi che consentono un cauto e stretto passaggio, raggiunge Chieti.

Chi non ricorda la visione spettrale delle rovine di Ortona a Mare, al primo livido chiarore dell'alba? Chi non ha impresso nella memoria l'orrido aspetto di Tollo, lo sfacelo di Ripa Teatina e di Miglianico? Quante ferite, quante interruzioni stradali, quante enorme buche, quante macchine ribaltate hanno ritardato i movimenti della lunga colonna? Ad ogni piè sospinto gli uomini devono balzare dagli automezzi e con picconi e badili si affannano a riattare il passaggio, a sollevare a forza di spalle le macchine. Il terreno sembra sconvolto dalla azione sovrumana di elementi avversi. In alcune caverne semi-franate sul fianco della strada imputridiscono i resti dei tedeschi inchiodati nelle postazioni dal fuoco dei carri armati.

 

* * *

 

Chieti, salvata dalla distruzione per il fulmineo intervento dei nostri soldati, saluta festante le truppe nazionali, sventola tutte le sue bandiere, si riveste di mille manifesti variopinti, accoglie ospitale gli uomini e ne deterge con affettuosa bontà il sudore ed il sangue. Sono stanche le truppe appena uscite dalla battaglia che, iniziata con decisione ed accanimento, ha sconvolto il nemico deciso ad una azione ritardatrice ed invece volto in precipitosa fuga.

Dall'alto della città lo sguardo spazia avido per la serena valle della Pescara; non si ode più il tuono del cannone; il nemico fugge veloce inseguito dalle mute della “Nembo”.

 

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La sosta a Chieti non è lunga. Tutti hanno ormai la frenesia di correre e son grossi guai per gli addetti ai servizi del C.I.L., per rifornire le truppe di viveri, di acqua, di munizioni, di carburanti, di foraggi e soccorsi sanitari... Ci vorrebbe la moltiplicazione degli autocarri come quella dei pani nel deserto. In attesa del miracolo biblico il Comando del C.I.L. è costretto a mobilitare ... il cavallo di S. Francesco. Difatti la 1a Brigata, schierata nei pressi della rotabile di Popoli, inizia a piedi la marcia a grandi giornate su Aquila degli Abruzzi.

Il nostro II° Reparto le stà alle calcagna (Bivio di Rosciano - Bivio di Manoppello).  Sorpassata l'Aquila (23 giugno) si lascia indietro, il giorno successivo, Montereale, eppoi Tufo (26 giugno), fino a Venarotta. Tutto il resto della Sezione ha serrato sotto con armi e bagagli. Ma la grande distanza dai centri Ospedalieri territoriali ancora esistenti (Bari e Napoli) porta in primo piano il grave problema dei ricoveri.

La 51a Sezione di Sanità, che si è mostrata sempre al1'altezza di qualsiasi compito, anche di   emergenza, affronta pure questa volta con prontezza e duttilità la situazione. Mentre distacca Reparti, riordina materiali e prepara i suoi uomini a sostenere altre dure giornate che l’attendono, mette in azione tutti i suoi elementi, tutti i suoi mezzi e soprattutto la sua buona volontà e riesce a tamponare con disinvoltura più di una falla dovuta al peccato originale del C.I.L.: quello di essere stato dotato di un numero troppo ristretto di Ospedali da campo.

 


martedì 10 maggio 2022

51a Sezione di Sanita. L'Avanzata sul Fronte adriatico

 

“. . . e cento a morte

ruinanti in ardita impari guerra

combattitori intrepidi, coorte

invincibil. audaci d’ogni terra

di quante terre il nostro mar circonda

o Appennin traversa o Alpe serra..”

(Marradi - Rapsodie garibaldine)

 

 

Non erano tutti canti di gioia quelli che si levavano dalle autocolonne snodantisi per i fianchi e per le valli dei monti d'Abruzzo nel primo giorno di giugno! c'era un che di amaro che ristagnava in tondo agli animi e che non si lasciava sciogliere dall'entusiasmo della partenza, dall'andare innanzi verso il sospirato nord.

Per tre lunghi mesi presso le chiare sorgenti del Volturno eravamo stati assillati dal desiderio del ritorno nella Capitale ... Ed ora un ordine improvviso ci portava lontano presso le lente acque del Sangro.

Rifiorivano acerbe le speranze e le aspirazioni del 1° Raggruppamento Motorizzato, alla vigilia dell'azione di Monte Lungo, di poter entrare trionfanti in Roma, chè senza di essa troppo poco era rimasto all'Italia libera, troppo poco ad un tronco mutilato ... L'ansia trepida per quanto stava succedendo al nord, l’incomprensione ed il larvato disprezzo di non pochi al sud per chi ancora sperava e combatteva, davano le ali ai nostri desideri. Ma per molto tempo ancora non sarebbe stata concessa tanta felicità a chi aveva affrontato animoso la via dei più duri sacrifici per riaprirsi la soglia di casa.

Questa fugace amarezza, rinfocolata nelle ore monotone del lungo viaggio, tra visioni di pace e tra panorami di indicibili distruzioni, fu sopraffatta dalle nuove preoccupazioni.

 

* * *

Superato il Sangro non lontano dalla foce, la nostra colonna oltrepassò S. Vito Chietino, alto sul mare, giunse a notte fonda ai margini dell'abitato di Treglio, presso Lanciano.

Già molte truppe del C.I.L. sono ammassate in questa zona; i reggimenti della "Nembo” hanno completato lo schieramento. Si avverte il pericolo dei campi minati, triste eredità lasciata dal nemico fuggente alla terra abruzzese, si sceglie con grande cautela un prato dove bivaccare e ci si getta stanchi a terra, mentre il duello incessante delle opposte artiglierie ci ammonisce che il nemico è vicino e disposto a vendere care le posizioni.

Alle prime luci del nuovo giorno la Sezione si impianta al bivio di S. Eusanio di Sangro.  Domina il paesaggio maestoso la Maiella su cui si attardano le ultime bave di neve.

A Stazione d'Archi si costituisce la nostra base. Siamo tutti riuniti: cosa rara per la Sezione di sanità, date le sue attribuzioni. Si celebra in famiglia la Festa del Corpo Sanitario (4 giugno) e si invoca, con la tradizionale Messa al campo, l'aiuto di Dio sull’ardua fatica di oggi e sull'incerto domani.

Gli arditi si sono schierati ai piedi della Maiella; c’è nei paraggi il IV° gruppo di artiglieria someggiato; un nostro reparto viene schierato in zona a Piani Aventino (Casoli) e rientra il 10 giugno quando il IX° Reparto d'Assalto punta su Guardiagrele.

Ma già dalla mattina del 9 tutte le truppe sono in movimento ed il nostro II° reparto si sposta con automezzi e quadrupedi al seguito della 1a Brigata. Guardiagrele è la sua prima tappa.

I1 68° fanteria occupa Orsogna, ridotta sull'alto costone ad una squallida maceria: tutte le truppe avanzano dalla Maiella al mare.