Testimonianza 2
Giuliana Cannella ricorda: "Quando tornammo a San Patriniano
perché il fronte si era spostato più a nord, la località era tutta minata e,
per tentare di raccogliere qualche fagiolo, perché la fame era proprio tanta,
saltarono per aria una ragazza della mia età, una contadina col marito e il
figlio Angelo (che il giorno dopo sarebbe dovuto andare a lavorare nei cantieri
navali di Ancona) e una sfollata che dopo la guerra seppi essere una zia del
mio futuro marito Corrado Fiorini (che ancora non conoscevo). Sono ricordi
molto tristi e dolorosi; i polacchi avevano obbligato alcuni uomini fra cui mio
padre ad andare a raccogliere i morti e i feriti, in quell'occasione ebbi tanta
paura per l'incolumità di papà. Dovemmo aspettare ancora fino a settembre per
poter tornare finalmente nella nostra casa in Ancona."
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