Curatore: Massimo Coltrinari; email:direttore.cesvam@istitutonastroazzurro.org.it) ll blog è attivato per ricevere note, articoli, saggi, studi, contributi, notizie e documenti sulla attività del Corpo Italiano di Liberazione operante nelle Marche dal giugno al settembre 1944 ed altri contributi sulla storia delle Marche nella Guerra di Liberazione 1943-1945. e per approfondimenti di Storia Militare delle Marche nell'ambito del Club Ufficiali Marchigiani.
I Carri polacchi in marcia verso Castelferretti, al bivio di Casteld'Emilio, sotto Paterno 18 lugli
venerdì 31 dicembre 2021
lunedì 20 dicembre 2021
venerdì 10 dicembre 2021
martedì 30 novembre 2021
sabato 20 novembre 2021
mercoledì 10 novembre 2021
domenica 31 ottobre 2021
mercoledì 20 ottobre 2021
domenica 10 ottobre 2021
giovedì 30 settembre 2021
GIuseppe Fondiduri.
IL NONNO RACCONTA …
Mi chiamo Giuseppe Fonsdituri, sono nato a Casamassima, un Comune in
provincia di Bari, da una famiglia onesta e numerosa, avevo solo 9 anni quando
mio fratello Oronzo, decise di partire in guerra, nonostante l’insistente
contrarietà dei miei genitori. Oronzo era il terzogenito ed aveva diciannove
anni quando partì volontario per il fronte.
Durante la 2^ guerra mondiale (1940-1945) l’Italia si alleò con la
Germania nazista e antisemita. I tedeschi si ritenevano un popolo di razza
superiore: “ariana”, infatti, gli
italiani divennero succubi e da qui nacque la necessità di insorgere, di
liberare il nostro Paese (guerra di liberazione).
Il giorno 8 settembre 1943 partiva da Bari un treno diretto a San
Pietro Vernotico (Campania), che trasportava mezzi, e uomini destinati a
combattere a fianco degli alleati (americani-francesi-inglesi) contro i
tedeschi.
Era il Nucleo di Sanità Motorizzato formato da due reparti:
- 51^ Sezione di Sanità
- 1^ Raggruppamento Motorizzato.
Mio fratello Oronzo e il suo compagno Salvatore Carlucci di Putignano
facevano parte del primo reparto, erano soldati sanitari catalogati fra le
truppe dei servizi, quindi ritenuti meno esposti a rischio, raramente
riscuotevano quel riconoscimento dovutogli per la loro operosità sul campo di
battaglia.
Seguivano passo passo l’avanzare del fronte, talvolta, dovevano uscire
dal ricovero (ospedale da campo) e sotto il tiro incessante del nemico
strisciavano sul terreno con foga affannosa, perché sapevano che dove scorreva
sangue del “fratello” il tempo era vita e ogni indugio, pur breve, era morte.
A casa, quando, arrivava una lettera dal fronte mia madre piangeva
dalla gioia, tutti sedevano intorno a lei e ascoltavamo attentamente ciò che
leggeva e fra i saluti e gli abbracci ricordava sempre la sua cagnolina
Bellina, che aveva cresciuto sin da piccolo e gli era affezionato.
Il 17 luglio 1944 il XI Reparto d’Assalto compiva una brillante azione
a Cingoli, Villastrada e Rustico, mietendo morti, a decine, e feriti, a
centinaia. Il rischio di calpestare una mina era alto, non solo per i soldati
ma anche per chi soccorreva i feriti.
Era notte inoltrata e una voce chiamava dal terreno minato, dove si
aggiravano nemici sbandati, ma duri a cedere. Il soldato, gravemente ferito,
l’ardito Oronzo Fonsdituri, lo riconobbe alla voce il suo vecchio Comandante
del 1^ Plotone di Fanteria, tenente Piero D’Ercole. Il tenente si accorse a
ricercarlo nell’oscurità, lo sollevò e lo portò a braccia di là del fiume,
purtroppo il compagno Salvatore Carlucci giaceva a terra, falciato dalle
raffiche del mitra avversario.
Dopo quattro giorni di agonia, anche mio fratello soccomberà
all’ospedale da campo, in seguito alle gravi ferite riportate al capo, ad un
braccio e ad una gamba, in quanto colpito dalle schegge di una mina calpestata
dall’amico Salvatore, che camminava un passo avanti a lui. Erano due soldati
sanitari che ambirono di fregiarsi delle fiamme azzurre e di imbracciare il
mitra.
Si ritrovarono sul campo d’onore col Comandante che ripeteva loro, al
momento in cui lasciarono la 51^ Sezione di Sanità e passarono al XI Reparto
d’Assalto: <… perché andate via? … anche qui si fa la guerra… anche qui si
muore…>
Ricordo che facevo un sogno: io e mio fratello eravamo al paese per la
via del cimitero, i cipressi si muovevano al vento che soffiava, dicevo:
“Oronzo vieni andiamo a casa”.
Oronzo mi
rispondeva: “Non posso, non posso più tornare a casa!” e scompariva nel buio
delle tenebre.
La mattina appena mi
svegliai raccontai alla mamma dello strano sogno, ma lei amorevolmente mi
tranquillizzò subito. Accadde uno strano episodio, da tre giorni Bellina non
mangiava e si lamentava, era rintanata nella sua cuccia e ringhiava a chi gli
si avvicinava. Al quarto giorno il cane uscì dalla sua cuccia e cominciò ad abbaiare
e ululare… per poi spegnersi inspiegabilmente.
In casa si respirava aria di tensione, l’ansia cresceva man mano che
passavano i giorni e non arrivavano notizie da parte di Oronzo.
Il 21 luglio 1944, di buon mattino, ricevemmo la visita dei carabinieri
che comunicavano la tragica morte del nostro amato Oronzo. C’era una calma
apparente, nessuno faceva rumore, ci si evitava a vicenda, quando mia madre
cominciò a singhiozzare e poi scoppiò in un pianto straziante tenendo stretto a
sé il ritratto di Oronzo.
I miei genitori erano inconsolabili. Ricordo mia madre che spesso si
sedeva sul letto, guardava la foto di Oronzo e piangeva e noi fratelli più
piccoli a consolarla con gli occhi gonfi di lacrime. Mia madre espresse il
desiderio che i resti di suo figlio fossero riportati al paese e, dopo la morte
di entrambi i genitori, tumulati con loro.
Tutti i giovani che partirono volontari alla guerra di liberazione,
invece di restare a casa ad aspettare, coraggiosamente affrontarono il destino,
perché serbavano fede al principio: <un mondo migliore può nascere con
Giustizia, Lealtà e Sacrificio>.
lunedì 20 settembre 2021
venerdì 10 settembre 2021
Rivista QUADERNI n. 2 del 2021 Aprile - Giugno 2021
Nota redazionale
Come noto, questa rivista,
espressione del sostegno ai master di primo livello attivati, per l’area forze
armate, presso la Università degli Studi N. Cusano Telematica Roma, sui temi di
storia militare e politica militare, è articolata, conseguentemente, su due
versanti, il primo dedicato alla storia ed il secondo dedicato alla geografia,
e, per estensione alla geografia politica economica e quindi alla geopolitica.
Questo numero, per la parte di
storia, ospita contributi relativi alla data centenaria della traslazione del
Milite Ignoto, sulla scia dei contributi pubblicati nei numeri precedenti. Da
sottolineare la pubblicazione integrale del Calendario Azzurro del 2021
dedicato al Milite Ignoto, sintesi felice ed eccellente predisposta da Antonio
Daniele. Seguono gli articoli di tre laureati al Master di Storia Militare,
uno, di Augusto Angelini (epoca napoleonica) sulla ricostruzione della
battaglia di Salamanca, l’altro di Sotorios E. Drokalos (seconda guerra
mondiale) che ci dà la versione greca della nostra aggressione al suo paese nel
1940. Infine il terzo contributo di Romano Olevano dedicato ad un tema, il
soldati del primo tricolore che la copertina del numero passato aveva
preannunciato come tema di trattazione.
Per la parte geografica
l’articolo Valentina Trogu che tratta del rapporto tra la sociologia e scienze
strategiche, è rinviato al numero 4 del 2021 per ragioni di spazio, mentre in
geopolitica delle prossime sfide si tratta dell’impatto del Governo Draghi nei
rapporti internazionali dell’Italia. In Scenari una breve scheda della
influenza che ancora oggi hanno i principi e dogmi dell’Impero romano e della
sua eredità.
Nelle rubriche, quelle relative
al CESVAM si riportano alcune peculiari attività del Centro, con la
pubblicazione dei Bandi relativi alle due nuove iniziative, ovvero
l’attivazione del Master dedicato al Terrorismo e all’Antiterrorismo
Internazionale, e al Corso di Aggiornamento e Specializzazione sempre sullo
stesso argomento riservato anche ai diplomati, mentre gli Indici della rivista
QUADERNI ON LINE si riferiscono al I trimestre del 2021 Ulteriori notizie sulla
attività del CESVA sono possibili trovarle sulla home page della piattaforma
www.cesvam.org alla rubrica “Eventi” ed alla rubrica “Notizia CESVAM”, La
rubrica di chiusura riporta la iconografia della Brigata “Caltanisetta”, della
prima guerra mondiale, come tradizione di questa rivista.
Da ultimo, l’editoriale del
Presidente Nazionale ed il Post editoriale del Direttore del Periodico anche
per questo numero sono intonati al tema della celebrazione del Milite Ignoto,
nel solco delle scelte sopra dette, e dei contenuti evidenziati nella
pubblicazione consorella.
(massimo coltrinari)
Il prossimo numero 3 del 2021,
20° della Serie, sarà dedicato, come continuazione del n. 3 del 2019, 16° della
Serie, al CESVAM Report. Settembre 2019- Agosto 2021 ove si illustreranno le
attività e le realizzazioni dell’ultimo biennio. (massimo Coltrinari)
In I di Copertina: Il Milite Ignoto Cerimonia del 4 Novembre 1921
all’Altare della Patria.
Il presente numero è stato chiuso
in tipografia il 30 giugno 2021
martedì 31 agosto 2021
venerdì 20 agosto 2021
Ricordare chi ci liberò.. I Comandanti del Corpo Italiano di Liberazione
MASSIMO COLTRINARI
La liberazione di Osimo.
Ricordare chi ci liberò
Secondo articolo ispirato all’intervento
di Paolo Mieli, lo scorso 16 luglio, nel quadro delle celebrazioni per il 77°
anniversario della Liberazione di Osimo; come noto il giornalista ha proposto
un interessante motivo di recupero della memoria e contrasto all’oblio,
significando che sarebbe cosa degna di nota che strade, vie, rondò ed altro
fossero intestati ai protagonisti di quelle giornate, i soldati polacchi del II
Corpo e i soldati italiani del Corpo Italiano di Liberazione. Con la nota
precedente abbiamo delineato l’iniziativa[1]
ed indicato i nomi dei Comandanti polacchi, con questa indichiamo i nomi dei
comandati del C.I.L. che furono i protagonisti di quelle giornate.
Perché i comandanti del Corpo
Italiano di Liberazione ? Che cosa centrano costoro con la liberazione di Osimo?
e con la battaglia per Ancona?
Negli anni si è costruita una
storia che è basata su pochi presupposti. Noi abbiamo adottato un approccio più
ampio sulla Guerra di Liberazione che si basa sul concetto militare di una
guerra su cimque fronti; il sud, il movimento partigiano al nord,
l’internamento in Germania ( la resistenza del “No”), la resistenza dei soldati
italiani all’Estero (Grecia, Jugoslavia, Francia, Albania ecc.) e la prigionia
di guerra (1943-1945)[2].
Rinviando al dizionario citato in nota per il framework adottato, qui possiamo
dire che i Polacchi, senza l’intervento di ulteriori forze non avrebbero con le
loro forze disponibili potuto conquistare Ancona. I rapporti di forza tra
tedeschi (difesa) e polacchi (attaccanti) erano si a favore dei polacchi ma non
sufficienti. Ovvero i polacchi non erano in grado di attuare una manovra a
livello corpo d’armata, ma solo a livello divisionale. Questo lo appreso a loro
spese con la sconfitta nella Prima battaglia per Ancona (1-6 Luglio 1944) in
cui attuando una manovra a livello divisionale, avendo come obiettivo Ancona, a
mala pena riuscirono a sorpassare Loreto e giungere sulla costa orientale di
Crocette-Castelfidardo, perdendo il 25% delle forze corazzate (49 carri armati sui
200 disponibili) in quattro giorni di battaglia. Perdite inaccettabili per i
risultati conseguiti. Sospesa la battaglia, riconsiderati i termini operativi,
come da dottirna, Ancona poteva essere conquista solo con una manovra di Corpo
d’Armata, ovvero impiegando con differenti compiti tre divisioni. I Polacchi
avevano solo due divisioni la 3a “Lancieri dei Carpazi” e la 5a
“Krescowa”. Nel loro organico dal mese
di aprile 1944 vi era anche il C.I.L., Corpo Italiano di Liberazione, 25 mila
uomini con i supporti, ovvero una unità a livello divisionale. Questa era
disseminata da Macerata fermo fino in Abruzzo, e si muoveva per via ordinaria,
cioè a piedi. Il Comando della VIII Armata Britannica ed il XV Gruppo d’Armate
in Italia avevano chiaramente detto che non vi era disponibili per i prossimi mesi nessuna divisione ne
altre turppe.
Convocato il gen. Utili comandante
del C.I.L. (ed il suo capo di SM, Col Lombardi) al HQ Polacco si elaborò in piano per l’attacco su Ancona,
in gran parte suggerito dallo stesso Utili, facendo conto anche della sua
esperienza come Capo di SM del gen. Messe in Russia con il CSIR. Il Piano
prevedeva che, avendo come obiettivo Ancona, la 3a “Lancieri dei Carpazi”
esercitasse il fissaggio (cioè bloccare il massimo forze tedesche minacciando attacchi)
sulla parte destra dello schieramento (in pratica dalla Baraccola al mare verso
est), la 5a “Krescowa” sfondasse al centro lungo la via di facilitazione
Casenuove, Croce di San Vincenzo, Agugliano Cassero e sbucare a nord di
Falconara (chiudendo in una sacca tutte le forze tedesche a difesa), il C.I.L.
avanzare sulla sinistra, gravitare verso occidente puntare su Jesi, dando
sicurezza e protezione al fianco attaccante polacco. Ancona sarebbe stata
conquista per manovra, evitando combattimenti nel centro abitato.
Premessa fondamentale a questo
piano era il controllo del crocivia di Filottrano punto focale delle vie di
facilitazione che portano ad Ancona. Chi controlla Filottrano arriva in Ancona
e questo i tedeschi lo sapevano bene tanto che, percepita la minaccia, il 7
luglio fanno affluire a Filottrano un intero battaglione della loro esigua riserva. Compito di attaccare e conquistare
Filottrano fu affidato al C.I.L., che in 24-36 ore, fu portato con autocarri sulle
basi di partenza per l’attacco a Filottrano (gli autocarri che erano stati per
mesi negati, spuntarono miracolosamente in poche ore e furono messi a
disposizione degli Italiani). Conquista Filottrano il 9 luglio, entro una
settimana il piano per Ancona poteva essere attuato. E così fu.[3]
La volontà inglese di minimizzare ad ogni costo ed in ogni luogo ed in ogni
momento l’apporto degli italiani alla guerra al tedesco (Prima con il I
Raggruppamento Motorizzato, poi con il C.I.L., poi con i Gruppi di
Combattimento) ha fatto si che noi nella nostra storia abbiamo cancellato
questo apporto. Nessuno nel nostro territorio, Osimo compreso, sa che Osimo
come Ancona sono state liberate con la partecipazione dagli uomini del C.I.L.,
come in effetti avvenne. Ancona è stata liberata dai Polacchi. Prova indiretta
è il comportamento del Comando Polacco che avevano sul campo constatato che
senza i 25.000 uomini del C.I.L. Ancona non sarebbe stata presa se non
chiamando una divisone alleata, che non era disponibile al momento, da altri
settori. La concezione brillante del piano, l’azione vittoriosa su Filottrano,
premesse di successo, sono opera del C.I.L. l’azione di sicurezza svolta
durante l’attacco, fondamentale per impedire manovre aggiranti tedesche sono
così evidenti che permettono di dire che anche gli Italiani parteciparono alla
liberazione del nostro capoluogo. A conferma di ciò l’atteggiamento tedesco:
quando il 20 luglio mattina gli uomini del C.I.L. entrarono e conquistarono
Jesi, il gen Hoppe, comandante tedesco diede l’ordine di abbandonare tutte le
posizioni di resistenza e porsi in salvo oltre il fiume Cesano. Ancona era
definitivamente al riparo di ogni minaccia tedesca. Normalmente se una cosa uno
non la vuole ottenerem non la ottiene, così come se uno vuole negare una cosa
normalmente la nega. In tutta questa
vicenda prevale la volontà britannica,
di non dare nessun merito agli Italiani. Fino al 1949, dopo il trattato
di pace, e l’entrata dell’Italia nella NATO questa era la loro posizione. L’apporto
delle Forze Armate Italiane ( oltre 500 mila uomini alla fine della guerra) è
negato. Dopo il 1949, ma ormai l’onda era passata, arrivarono i riconoscimenti,, quelli che
ancora oggi non sono arrivati dagli Italiani per gli uomini che combatterono
nel I Fronte la Guerra di Liberazione.
Con questa iniziativa cerchiamo
di fare del nostro meglio e quindi onorare chi partecipò come soldati italiani alla
liberazione delle nostre terre, sotto comando Polacco, dedicando loro vie,
vicoli, larghi e rondò di terre per cui combatterono. Fuor di retorica,
ricordare e combattere l’oblio, ormai dominante potrebbe essere degno di nota
ricordare, con i comandanti, quei soldati che sono stati e sono gli ispiratori
dei componenti dell’Esercito attuale, loro erede, che come loro, non si è mai
risparmiato e non si risparmia per il bene di tutti.
Questi comandanti erano:
Gen. Giovanni Messe, Capo di
Stato Maggiore Generale, comandante di tutte le forzr armate italiane nel 1944
Gen. Paolo Berardi, Capo di Stato
Maggiore dell’Esercito, nel luglio 1944
Gen. Umberto Utili, Comandante
del Corpo Italiano di Liberazione del luglio 1944
Col. Lanfranco Lombardo, Capo di
SM del Corpo Italiano di Liberazione
Gen. Ettore Fucci, vice
comandante del Corpo Italiano di Liberazione
I Comandanti sono a livello di
Comandante di Corpo. Ovviamente non è nel progetto, per ragioni di opportunità,
indicare i Comandanti di Brigata, come il gen. Moriggi, l’artefice di
Filottrano, di reggimento, Ten.Col. Briatorre, artecice della liberazione di
Jesi, , Col Valfè di Bonzo, Col. Leandro Giaccone ecc. o equivalenti che sono
oltre una decina e men che meno i comandanti di battaglione che sono tre volte
tanto.
Nelle pubblicazioni indicate in nota[4]
saranno compilate le biografie dei Comandanti citati, ed anche quelli di
livello ordinativo inferiore non citati, che potrebbero essere di utilità nel
corpo del progetto.[5] Anche
attraverso le colonne della “La Meridiana”, oltre che sul blog “marche1944.blogspot.com, aggiorneremo chi è interessato a questa
iniziativa degli sviluppi futuri.
[1] Chi
volesse ulteriori dettagli Info: federazione.ancona@istitutonastroazzurro.org
[2] Vds
Dizionario minimo della Guerra di Liberazione, Roma-Viterbo, Edizioni
ArcheAres, Collana I Libri del Nastro Azzurro, 2018-2022, 8 Volumi.
[3] Una
dettaglia ricostruzione di quanto detto sta in Coltrinari M., Il Corpo Italiano di Liberazione e Ancona.
Il passaggio del fronte: giugno-luglio 1944. Il tempo delle oche versi e del
laro rosso, Roma, Università la Sapienza. Ed Nuova Cultura, 2014, La
ricostruzione è correlata dalle Note di Diario ( Giugno - Luglio 1944)
dell’osimana Francesco Bonci che riporta come ha vissuto Lei e la sua famiglia
in Osimo quei giorni di paura e di tragedia
[4]
Via via che si completano saranno pubblicate su
“www.coltrinarimarche1944.blogspot.com”
[5]
Le foto sono tratte da Giuseppe Campana (a cura di) La Battaglia di Ancona del
17-19 luglio 1944 ed il Corpo d’Armata Polacco, Ancona, Istituto regionale per
la storia del movimento di liberazione delle Marche. Il progetto vuole anche
rendere omaggio a Giuseppe Campana che si impegnò con estremo successo a ricostruire
questi avvenimenti ed a mettere a
disposizione di tutti materiale di archivio di estremo interesse. Un doveroso
omaggio allo studioso ed all’amico difficilmente dimenticabile.
martedì 10 agosto 2021
Ricordare chi ci liberò. I Comandati del II Corpo Polacco
MASSIMO COLTRINARI
La liberazione di Osimo.
Ricordare chi ci liberò
Secondo articolo ispirato all’intervento
di Paolo Mieli, lo scorso 16 luglio, nel quadro delle celebrazioni per il 77°
anniversario della Liberazione di Osimo; come noto il giornalista ha proposto
un interessante motivo di recupero della memoria e contrasto all’oblio,
significando che sarebbe cosa degna di nota che strade, vie, rondò ed altro
fossero intestati ai protagonisti di quelle giornate, i soldati polacchi del II
Corpo e i soldati italiani del Corpo Italiano di Liberazione. Con la nota
precedente abbiamo delineato l’iniziativa[1]
ed indicato i nomi dei Comandanti polacchi, con questa indichiamo i nomi dei
comandati del C.I.L. che furono i protagonisti di quelle giornate.
Perché i comandanti del Corpo
Italiano di Liberazione ? Che cosa centrano costoro con la liberazione di Osimo?
e con la battaglia per Ancona?
Negli anni si è costruita una
storia che è basata su pochi presupposti. Noi abbiamo adottato un approccio più
ampio sulla Guerra di Liberazione che si basa sul concetto militare di una
guerra su cimque fronti; il sud, il movimento partigiano al nord,
l’internamento in Germania ( la resistenza del “No”), la resistenza dei soldati
italiani all’Estero (Grecia, Jugoslavia, Francia, Albania ecc.) e la prigionia
di guerra (1943-1945)[2].
Rinviando al dizionario citato in nota per il framework adottato, qui possiamo
dire che i Polacchi, senza l’intervento di ulteriori forze non avrebbero con le
loro forze disponibili potuto conquistare Ancona. I rapporti di forza tra
tedeschi (difesa) e polacchi (attaccanti) erano si a favore dei polacchi ma non
sufficienti. Ovvero i polacchi non erano in grado di attuare una manovra a
livello corpo d’armata, ma solo a livello divisionale. Questo lo appreso a loro
spese con la sconfitta nella Prima battaglia per Ancona (1-6 Luglio 1944) in
cui attuando una manovra a livello divisionale, avendo come obiettivo Ancona, a
mala pena riuscirono a sorpassare Loreto e giungere sulla costa orientale di
Crocette-Castelfidardo, perdendo il 25% delle forze corazzate (49 carri armati sui
200 disponibili) in quattro giorni di battaglia. Perdite inaccettabili per i
risultati conseguiti. Sospesa la battaglia, riconsiderati i termini operativi,
come da dottirna, Ancona poteva essere conquista solo con una manovra di Corpo
d’Armata, ovvero impiegando con differenti compiti tre divisioni. I Polacchi
avevano solo due divisioni la 3a “Lancieri dei Carpazi” e la 5a
“Krescowa”. Nel loro organico dal mese
di aprile 1944 vi era anche il C.I.L., Corpo Italiano di Liberazione, 25 mila
uomini con i supporti, ovvero una unità a livello divisionale. Questa era
disseminata da Macerata fermo fino in Abruzzo, e si muoveva per via ordinaria,
cioè a piedi. Il Comando della VIII Armata Britannica ed il XV Gruppo d’Armate
in Italia avevano chiaramente detto che non vi era disponibili per i prossimi mesi nessuna divisione ne
altre turppe.
Convocato il gen. Utili comandante
del C.I.L. (ed il suo capo di SM, Col Lombardi) al HQ Polacco si elaborò in piano per l’attacco su Ancona,
in gran parte suggerito dallo stesso Utili, facendo conto anche della sua
esperienza come Capo di SM del gen. Messe in Russia con il CSIR. Il Piano
prevedeva che, avendo come obiettivo Ancona, la 3a “Lancieri dei Carpazi”
esercitasse il fissaggio (cioè bloccare il massimo forze tedesche minacciando attacchi)
sulla parte destra dello schieramento (in pratica dalla Baraccola al mare verso
est), la 5a “Krescowa” sfondasse al centro lungo la via di facilitazione
Casenuove, Croce di San Vincenzo, Agugliano Cassero e sbucare a nord di
Falconara (chiudendo in una sacca tutte le forze tedesche a difesa), il C.I.L.
avanzare sulla sinistra, gravitare verso occidente puntare su Jesi, dando
sicurezza e protezione al fianco attaccante polacco. Ancona sarebbe stata
conquista per manovra, evitando combattimenti nel centro abitato.
Premessa fondamentale a questo
piano era il controllo del crocivia di Filottrano punto focale delle vie di
facilitazione che portano ad Ancona. Chi controlla Filottrano arriva in Ancona
e questo i tedeschi lo sapevano bene tanto che, percepita la minaccia, il 7
luglio fanno affluire a Filottrano un intero battaglione della loro esigua riserva. Compito di attaccare e conquistare
Filottrano fu affidato al C.I.L., che in 24-36 ore, fu portato con autocarri sulle
basi di partenza per l’attacco a Filottrano (gli autocarri che erano stati per
mesi negati, spuntarono miracolosamente in poche ore e furono messi a
disposizione degli Italiani). Conquista Filottrano il 9 luglio, entro una
settimana il piano per Ancona poteva essere attuato. E così fu.[3]
La volontà inglese di minimizzare ad ogni costo ed in ogni luogo ed in ogni
momento l’apporto degli italiani alla guerra al tedesco (Prima con il I
Raggruppamento Motorizzato, poi con il C.I.L., poi con i Gruppi di
Combattimento) ha fatto si che noi nella nostra storia abbiamo cancellato
questo apporto. Nessuno nel nostro territorio, Osimo compreso, sa che Osimo
come Ancona sono state liberate con la partecipazione dagli uomini del C.I.L.,
come in effetti avvenne. Ancona è stata liberata dai Polacchi. Prova indiretta
è il comportamento del Comando Polacco che avevano sul campo constatato che
senza i 25.000 uomini del C.I.L. Ancona non sarebbe stata presa se non
chiamando una divisone alleata, che non era disponibile al momento, da altri
settori. La concezione brillante del piano, l’azione vittoriosa su Filottrano,
premesse di successo, sono opera del C.I.L. l’azione di sicurezza svolta
durante l’attacco, fondamentale per impedire manovre aggiranti tedesche sono
così evidenti che permettono di dire che anche gli Italiani parteciparono alla
liberazione del nostro capoluogo. A conferma di ciò l’atteggiamento tedesco:
quando il 20 luglio mattina gli uomini del C.I.L. entrarono e conquistarono
Jesi, il gen Hoppe, comandante tedesco diede l’ordine di abbandonare tutte le
posizioni di resistenza e porsi in salvo oltre il fiume Cesano. Ancona era
definitivamente al riparo di ogni minaccia tedesca. Normalmente se una cosa uno
non la vuole ottenerem non la ottiene, così come se uno vuole negare una cosa
normalmente la nega. In tutta questa
vicenda prevale la volontà britannica,
di non dare nessun merito agli Italiani. Fino al 1949, dopo il trattato
di pace, e l’entrata dell’Italia nella NATO questa era la loro posizione. L’apporto
delle Forze Armate Italiane ( oltre 500 mila uomini alla fine della guerra) è
negato. Dopo il 1949, ma ormai l’onda era passata, arrivarono i riconoscimenti,, quelli che
ancora oggi non sono arrivati dagli Italiani per gli uomini che combatterono
nel I Fronte la Guerra di Liberazione.
Con questa iniziativa cerchiamo
di fare del nostro meglio e quindi onorare chi partecipò come soldati italiani alla
liberazione delle nostre terre, sotto comando Polacco, dedicando loro vie,
vicoli, larghi e rondò di terre per cui combatterono. Fuor di retorica,
ricordare e combattere l’oblio, ormai dominante potrebbe essere degno di nota
ricordare, con i comandanti, quei soldati che sono stati e sono gli ispiratori
dei componenti dell’Esercito attuale, loro erede, che come loro, non si è mai
risparmiato e non si risparmia per il bene di tutti.
Questi comandanti erano:
Gen. Giovanni Messe, Capo di
Stato Maggiore Generale, comandante di tutte le forzr armate italiane nel 1944
Gen. Paolo Berardi, Capo di Stato
Maggiore dell’Esercito, nel luglio 1944
Gen. Umberto Utili, Comandante
del Corpo Italiano di Liberazione del luglio 1944
Col. Lanfranco Lombardo, Capo di
SM del Corpo Italiano di Liberazione
Gen. Ettore Fucci, vice
comandante del Corpo Italiano di Liberazione
I Comandanti sono a livello di
Comandante di Corpo. Ovviamente non è nel progetto, per ragioni di opportunità,
indicare i Comandanti di Brigata, come il gen. Moriggi, l’artefice di
Filottrano, di reggimento, Ten.Col. Briatorre, artecice della liberazione di
Jesi, , Col Valfè di Bonzo, Col. Leandro Giaccone ecc. o equivalenti che sono
oltre una decina e men che meno i comandanti di battaglione che sono tre volte
tanto.
Nelle pubblicazioni indicate in nota[4]
saranno compilate le biografie dei Comandanti citati, ed anche quelli di
livello ordinativo inferiore non citati, che potrebbero essere di utilità nel
corpo del progetto.[5] Anche
attraverso le colonne della “La Meridiana”, oltre che sul blog “marche1944.blogspot.com, aggiorneremo chi è interessato a questa
iniziativa degli sviluppi futuri.
[1] Chi
volesse ulteriori dettagli Info: federazione.ancona@istitutonastroazzurro.org
[2] Vds
Dizionario minimo della Guerra di Liberazione, Roma-Viterbo, Edizioni
ArcheAres, Collana I Libri del Nastro Azzurro, 2018-2022, 8 Volumi.
[3] Una
dettaglia ricostruzione di quanto detto sta in Coltrinari M., Il Corpo Italiano di Liberazione e Ancona.
Il passaggio del fronte: giugno-luglio 1944. Il tempo delle oche versi e del
laro rosso, Roma, Università la Sapienza. Ed Nuova Cultura, 2014, La
ricostruzione è correlata dalle Note di Diario ( Giugno - Luglio 1944)
dell’osimana Francesco Bonci che riporta come ha vissuto Lei e la sua famiglia
in Osimo quei giorni di paura e di tragedia
[4]
Via via che si completano saranno pubblicate su
“www.coltrinarimarche1944.blogspot.com”
[5]
Le foto sono tratte da Giuseppe Campana (a cura di) La Battaglia di Ancona del
17-19 luglio 1944 ed il Corpo d’Armata Polacco, Ancona, Istituto regionale per
la storia del movimento di liberazione delle Marche. Il progetto vuole anche
rendere omaggio a Giuseppe Campana che si impegnò con estremo successo a ricostruire
questi avvenimenti ed a mettere a
disposizione di tutti materiale di archivio di estremo interesse. Un doveroso
omaggio allo studioso ed all’amico difficilmente dimenticabile.
domenica 1 agosto 2021
INFOCESVAM, Anno VIII, 8, N. (, 1 Agosto 2021
INFOCESVAM
BOLLETTINO
NOTIZIE DEL CENTRO STUDI SUL VALORE MILITARE
centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org
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ANNO VIII, 8, N. 8, 1 Agosto 2021
VIII/8/376 - La
decodificazione di questi numeri è la seguente VIII anno di edizione, 8 il
numero progressivo di Infocesvam, 376 il numero della comunicazione dal numero
1 ad oggi. Il presente Bollettino svolge anche la funzione di informazione
“erga omnes” dello stato, sviluppo e realizzazione dei Progetti dell’Istituto
del Nastro Azzurro. L’Ultima indicazione aggiorna o annulla la precedente
riguardante lo stesso argomento
VIII/8/377 Rivista
QUADERNI. Si ribadisce, ANCORA UNA VOLTA, che non verranno presi in
considerazione i contributi già pubblicati su altre riviste o edizioni, né
parti di opere già pubblicate e soggette a Diritti di autore pertinenti ad
altri soggetti
VIII/8/378 Con il 1
agosto 2021 inizia l’anno accademico 2021-2022. Per il Master in Storia
Militare Contemporanea è la IV edizione, per il Master in Politica Militare Comparata
è la III Edizione.
VIII/8/379 A seguito
della approvazione del Relativo progetto da parte del Ministero della Difesa, relativo
al Centenario della traslazione della salma del Milite Ignoto si è deciso di
produrre un numero speciale della Rivista QUADERNI, in edizione a colori di 1000 copie da
distribuire alle Scuole di ogni ordine e grado.
VIII/8/380 Nella sessione
estiva del Master di Terrorismo ed Antiterrorismo tenutasi il 5 luglio 2021 si
sono laureati i Frequentatori Livio T., Domenico V, Vincenzo C., Parnanzone C.,
VIII/8/381 E’ stato
predisposto il manoscritto n. 2 del Volume I “Vicende dei Militari Italiani in
Russia, nell’ambito del Progetto 2020 dedicato alla Campagna di Russia
VIII/8/382 Nella sessione
estiva del Master di Storia Militare Contemporanea dal 1795 al 1960 il 20 luglio 2021 tutti i Frequentatori si
sono laureati
VIII/8/383 Save the Date.
Il 16 ottobre 2021 si terrà un Convegno a Roma, modalità e programmi su www.cesvam.org, organizzato dal CESVAM,
dedicato alla al centenario del Milite Ignoto
VIII/8/384 Nell’ambito
del progetto dedicato al Milite Ignoto, una iniziativa, nell’offerta didattica
del Master di Storia Militare Contemporanea, prevede di dedicare tesi alla
tematica del Milite Ignoto.
VIII/8/385 Al Ministero
della Difesa, dietro richiesta, sono stati presentati i progetti per l’anno
2022 con lettera ufficiale. Tra gli altri quello relativo al Centenario dell’Istituto,
alla Missione in Libano, al potenziamento del Museo dell’Istituto e agli
ordinamenti della Costituzione 1945-1949.
VIII/8/386 Con il nuovo
anno accademico L’Istituto del Nastro Azzurro/Cesvam ha attivato un terzo
Master, riedizione di un precedente master, dal Tema “Terrorismo ed Anti
Terrorismo Internazionale”. L’Edizione di questo anno sarà la VII
VIII/8/387 Nell’ambito
del Convegno che si terrà a Roma il 16 ottobre 2021, saranno presentate ed
illustrare le tesi di frequentatori dei Master in Storia Militare e Politica
Contemporanea sotto forma di comunicazione
VIII/8/388 Contrariamente
a quanto annunciato nel Bollettino precedente nel quale si notificava che Il
Cesvam, seguendo il calendario accademico avrebbe sospeso le attività per la
pausa estiva per i mesi di luglio ed agosto. Per la realizzazione del progetto del Milite Ignoto,
dati i tempi tecnici, rimane aperto e prosegue le attività normalmente.
VIII/8/389 Nell’ambito
del progetto dedicato al Milite Ignoto, una iniziativa, nell’offerta didattica
del CESVAM è stato approntato l’edizione 2021/Milite Ignoto del progetto Storia
in Laboratorio. Elementi di informazione su www.storiainlaboratorio.blogspot.com
mesi di agosto/settembre 2021
VIII/8/390 Progetto Prigionia
2017/2. Il volume I della serie dedicato
alla prigionia è in stampa. Sarà pronto entro la prima decade di Agosto
VIII/8/391 VIII/7/368 La
sessione estiva di laurea che si è tenuta il 2 luglio 2021 del Corso di
Aggiornamento e Perfezionamento in Terrorismo ed Anti terrorismo ha visto
brillantemente laurearsi la Dott.ssa Annalisa C.
VIII/8/392 Medaglie
coniate in occasione della Grande Guerra. A tutte le scuole che parteciperanno
al Progetto Storia in Laboratorio ed ai Frequentatori del Master che sceglieranno
una tesi sul Milite Ignoto sarà offerta a ricordo le suddette medaglie, a
significare la tradizione medaglistica dell’Istituto.
VIII/8/393 VIII/8/382 Nella
sessione estiva del Master di Politica Militare Comparata: Piani, Mezzi,
Obiettivi il 20 luglio 2021 tutti i
Frequentatori si sono laureati
VIII/8/394 Il Blog www.valoremilitare,blogspot.com per
il mese di luglio 2021 ha avuto un numero di accessi mensile oltre i 2020, mantenendosi nei livelli dei mesi precedenti
VIII/8/395 La Campagna di
divulgazione ed informazione, che doveva iniziare il I settembre 2021 inizierà
il 1 agosto 2021 in relazione al progetto del Milite Ignoto e alla
organizzazione del Congresso Nazionale che si terrà il 22 ottobre ad Arezzo
VIII/8/396 Con il nuovo
anno accademico L’Istituto del Nastro Azzurro/Cesvam ha attivato, per laureati,
riedizione di un precedente master, Corso di aggiornamento e perfezionamento
dal Tema “Terrorismo ed Anti Terrorismo Internazionale. L’Edizione di questo
anno sarà la VII
VIII/8/397 Sono stati
pubblicati sul Sito del Nastro Azzurro/CESVAM e sulla Piattaforma www.cesvam
gli Indici del mese di luglio della Rivista QUADERNI ON LINE
VIII/8/398 Progetto Prigionia
2017/2. Il volume II della serie
dedicato alla prigionia è in stampa. Sarà pronto entro la seconda decade di
Agosto
VIII/8/399. Si ribadisce
che Il Progetto Capire la Grande Guerra si articola in tre volumi. Il Volume III
dedicato ai Generali della Grande Guerra è stato pubblicato. I Volumi I ,Né Alleati né Amici, ed il Volume II, “Una
Vittoria sul Campo” sono nella fase di editing. Si ritiene utile aspettare
anzichè andare in una terza Casa Editrice per ragioni di omogeneità
VIII/8/400 Prossimo
INFOCESVAM sarà pubblicato il 1 settembre 2021. I precedenti numero di
Infocesvam (dal gennaio 2020) sono pubblica su www.cesvam.org
e sul sito dell’Istituto del Nastro Azzurro/ comparto CESVAM
martedì 20 luglio 2021
Il Passaggio del fronte nella provincia di Ancona Luglio 1944
Osimo celebra il 77° Anniversario
della Liberazione
Nota a margine
Di Massimo Coltrinari
Presente la figlia del Generale
Anders, con l’intervento del noto giornalista Paolo Mieli Osimo ha celebrato il
77mo anniversario della Liberazione avvenuta il 18 luglio 1944. La lodevole
iniziativa ancora una volta ha sottolineato il dato che questi avvenimenti sono
poco conosciuti, almeno a livello locale. Su più ampio prospetto sembra che la
seconda guerra mondiale sia stata acquisita solo per didascalia. Sottolineato come
dato di novità il fatto che i polacchi erano anticomunisti e molto distanti da
tutto il movimento comunista. Una delle caratteristiche della seconda guerra
mondiale, come tutte le guerre, è proprio quello che sono inutili e che non
risolvono i problemi. Il principio che la guerra è la continuazione della
politica, acquista su una mala interpretazione del “Della Guerra” del generale
von Clausewitz, è completamente fuorviante. Con la politica, intesa come arte
di uomini onesti che cercano di risolvere e conciliare opposti interessi per
raggiugere e trovare senza violenza successivi equilibri di convivenza a tutti
i livelli fra uomini e collettività, si risolvono le controversie e si evitano
i conflitti. Nel 1939, ed è stato detto e si spera che solo pochi nell’uditorio
siano stati sorpresi da questa asserzione, Stalin, e quindi la URSS comunista,
firmò il patto di non aggressione tramite i loro ministri degli esteri. La
speranza del dittatore comunista era quella di evitare la guerra con la
Germania e quindi sperare che tutta la potenza tedesca si riversasse sulle
odiate democrazie occidentali, distruggerle e quindi eliminare l’espressione
politica del capitalismo. A sostegno di tutto ciò fornì fino all’ultimo minuto
enormi quantità di materie prime strategiche con cui la Germania condusse a suo
agio i primi, due anni di guerra, compreso l’attacco alla Francia che fu
debellata in quattro settimane nel maggio 1940. Questo patto scatenò la seconda
guerra mondiale e la URSS, se si è onesti, deve essere considerata una delle
potenze che, per puro suo egoismo, fu responsabile della seconda guerra mondiale.
Senza l’alleanza del 1939 con al URSS, la Germania mai sarebbe stata in grado
di entrare in guerra. Come se tutto questo non bastasse, al momento della
invasione della Polonia il 1 settembre, la URSS applicò alla lettera una delle
clausole segrete del Patto del 23 agosto 1939: invase anch’essa la Polonia e si
annesse con metodi autoritari tutta la parte Orientale della Polonia. Una
politica così miope e cosi opportunistica di basso profilo che trova nella
valutazione dello Stato Maggiore tedesco la sua conferma: ci sono altri 200 km
in più da conquistare prima di arrivare a Mosca, tanto erano avanti i piani
tedeschi per la già decisa invasione della URSS, che risalgono addirittura al
Main Kampf del 1923 con la teorizzazione della conquista dello spazio vitale.
La Polonia fu divisa fra nazisti
e comunisti e cancellata dalla carta geografica. Come se tutto questo non
bastasse, ed è stato detto ieri, la URSS tramite la sua polizia politica, la
tristemente nota NKVD, eliminò fisicamente a Katiyn 11.000 Ufficiali polacchi,
da s. ten. a generale suoi prigionieri, in pratica tutta la classe dirigente
polacca caduta nelle sue mani. Una frattura tale che impedì qualsiasi riconciliazione
dal 1941 in poi quando la URSS, attaccata, entrò per forza nella coalizione
antihitleriana. Quando Varsavia insorse, nel 1944, con l’Armata Rossa a pochi
chilometri, La URSS non mosse un dito lasciando i tedeschi liberi di annientare
gli insorti polacchi. Nel 1945 la URSS era di nuovo padrona questa volta di
tutta la Polonia e la NKVD entrò di nuovo in azione con i rastrellamenti e le
deportazioni di polacchi. Varsavia ricorda questi tristi giorni con un
monumento rappresentato da un carro merci su un binario in partenza. VI è
sufficiente materia per comprendere come i Polacchi, quelli sopravvissuti a
queste politiche, tritati tra nazisti e comunisti, riuniti in un Corpo
Militare, nel momento che combattevano i tedeschi in Italia, diciamolo con un
eufemismo non vedevano di “di buon occhio” tutto quello che lontanamente
assomigliasse al comunismo. Erano circa 43.000, fra uomini e donne, i Polacchi
del II Corpo d’Armata. Pochi, in
relazione a quello che era l’Esercito Polacco del 1940. Infatti, questi sopravvissuti,
non erano né teneri né permissivi nei confronti delle formazioni partigiane
comuniste italiane (vds., varie testimonianze tra cui quelle di Paolino
Orlandini, recentemente scomparso) e l’unica formazione partigiana che
accettarono nelle loro fila era la Brigata Maiella, al comando di Ettore Troilo
formatasi in Abruzzo e dichiaratamente anticomunista.
Chi impersonificò tutto questo è
il generale Anders, comandante del II Corpo Polacco che liberò Ancona, ma anche
Imola e Bologna.
Il Sindaco Pugnaloni ha esordito
al Chiostro intervistando Paolo Mieli con una domanda pertinente. Che cosa si
deve intendere per Regime, Resistenza, Liberazione. Paolo Mieli ha dato una
risposta ancora più pertinente. Occorre essere prudenti nell’usare queste
parole, che devono essere considerate quasi sacre. Regime, Resistenza e
Liberazione, per noi sono un tutto uno, quasi consequenziale. Per i Polacchi
Regime significò occupazione ferrea di nazisti e comunisti, Resistenza
significò lotta disperata contro nazisti e contro comunisti sia durante la
guerra che dopo, Liberazione, giunta solo nel 1989 con il crollo della URSS. In
mezzo un gruppo di loro che combattè nelle fila alleate, che conquistarono
Monte Cassino, liberarono le nostre città e il nostro territorio, e come
compenso ebbero l’ostracismo dalla Polonia dominata dai comunisti e quasi tutti
morirono in esilio sognando la loro Polonia. Osimo come Ancona, dati militari
alla mano non fu liberata dai partigiani (come è evidente da un anche
superficiale studio delle operazioni del 17-20 luglio 1944 e dalle relazioni
del Ten. Col. Corradi responsabile militare delle formazioni partigiani ad Osimo
e dai diari e testimonianze di chi ha vissuto quei momenti) ma per manovra dai
Polacchi. A cui va un altro grande ringraziamento. L’esito infelice della Prima
Battaglia per Ancona (ieri si è
molto equivocato su questo concetto: non vi è una Battaglia di Ancona come non vi può essere una
Battaglia di Osimo, o del Monte della Crescia che è stato
ieri suggerito in modo improprio, ma una battaglia per il Porto di Ancona, ovvero le operazioni finali dell’avanzata dal
Potenza verso Nord del II Corpo Polacco iniziate il 30 giugno 1944) fece
prendere in considerazione al Comando Polacco l’ipotesi di un bombardamento da
parte della aviazione tattica di Osimo, che sarebbe stata rasa al suolo.
L’intervento del gen. Utili, Comandante del CIL e fresco vincitore a
Filottrano, e del suo Capo di Stato Maggiore (Col. Lombardi) convinse Anders
della inutilità di questa azione; più redditizia sarebbe stata una manovra
classica di Corpo d’Armata (fissaggio a sinistra (polacchi), progressione e
rottura al centro (forze corazzate polacche), sicurezza a destra (Italiani del
CIL). Anders ed i suoi accettarono il consiglio ed il piano suggerito da Utili
portò alla conquista del porto di Ancona in sole 24 ore (18 luglio). Osimo,
attuata questa manovra fu occupata così come Ancona fu occupata, in quando i
tedeschi, per non cadere in trappola ed essere annientati, le abbandonarono in
tutta fretta.
Mieli ha ragione che sta
iniziando una nuova stagione culturale per l’Italia. Ben detto. Ma nel
respingere chi ha generato la dittatura e la guerra, non accettando ogni
tentativo di riabilitazione di nazisti e fascisti (Auschwitz e quello che significa, ricordarlo per non
riviverlo), cominciamo a conoscere a fondo persone come Anders e fatti come
quelli riferiti al II Corpo Polacco. Un minimo di gratitudine e riconoscenza a
chi ci diede tantissimo, a cui noi abbiamo contraccambiato con la manipolazione
e, peggio ancora, con la scarsa conoscenza delle loro gesta con l’aggiunta di
indifferenza e oblio.
sabato 10 luglio 2021
mercoledì 30 giugno 2021
Documenti - Disposizioni per il CIL: - Ufficio Operazioni Comando del II Corpo POlacco
Comando del II Corpo Polacco
Ufficio Operazioni
22 luglio 1944, ore 13,15
Ordine particolare per il Comandante del Corpo Italiano di
Liberazione
Reparti distaccati del Corpo Polacco stanno combattendo per
la conquista del crinale Ostra (334475) – Madriola (375565)
Dopo aver raggiunto il fiume Misa ambedue i reparti distaccati, nel caso il nemico intenda fare
resistenza, si sistemeranno a difesa assicurando il possesso dei propri punti
di osservazione chiudendo le direzioni principali nonchè mantenendo il contatto
col nemico ed eseguendo ricognizioni a mezzo pattuglie. Il movimento continua
nel caso il nemico si allontani
Compito del Corpo Italiano di Liberazione
Raggiungere il fiume Misa nel tratto di competenza tra il
limite con il Corpo Polacco e C. Monteforte (235420) dove, in caso si debba
riscontrare resistenza da parte del nemico, occorre organizzarsi in difensiva
assicurando il possesso dei punti di osservazione e chiudendo le direzioni
principali. Con pattuglie eseguire ricognizioni e mantenere il contatto con il
nemico. Il movimento continua nel caso il nemico si debba allontanare
Il Comandante il II Corpo Polacco
Gen. Di Div. Anders
domenica 20 giugno 2021
Dispositivo del Copro Italiano di Liberazione sulle posizioni raggiunte. 24 luglio 1944
Corpo Italiano di Liberazione
Stato Maggiore Ufficio Operazioni
N. 1905 di prot. Op.
24 luglio 1944 ore 17.00
Oggetto: Dispositivo del Corpo Italiano di Liberazione sulle
posizioni raggiunte
Al Comando Divisone Nembo ( a mezzo moto)
Al Comando I Brigata ( a mezzo moto)
Al Comando II Brigata (a mezzo moto)
Al Comando Artiglieria del C:I:L: ( a mano)
Al Comando genio C.I.L: ( a mano)
Al Comando IX reparto d’assalto ( a mezzo moto)
A seguito completamento disposizioni verbali del giorni 23.
In attesa dello sviluppo delle operazioni
nel settore delle truppe polacche intendo adottare per le truppe
dipendenti un dispositivo idoneo al contempo:
-
Al saldo possesso della importante posizione di ove per
ciò si Belvedere Ostrense ;
-
Alla rapida ripresa del movimento ove per ciò si producessero condizioni
favorevoli:
Dispongo:
1° - 2a Brigata
-
Organizzi e sistemi a difesa l’abitato di Belvedere
Ostiense lungo il suo perimetro. Forze da destinare: un battaglione rinforzato
da adeguati mezzi di fuoco controcarro e di accompagnamento:
-
Dislochi sul costone di Madonna del Sole (3444) un
battaglione ad immediato sostegno del primo.
2° - 1° Brigata:
-
Sostituisca nella notte sul 25 il IX reparto d’assalto
nelle posizioni di q.245 (3139) di casa Collina (3240) e di l’Aquasanta (3339);
-
Assicuri con la dislocazione così completata delle
proprie unità il fianco sinistro del Corpo Italiano di Liberazione dalle
predette posizioni fino a Tabano (incluso)
-
Si orienti a muovere lungo la direzione di Casa Collina
– Vasa Girolomini (300401) Casa Ercolani (268423 Barbara (2144) Castelleone di
Suasa (173470)
3° Divisone “Nembo”
-
Dislochi a nord di F. Esino un reggimento (183°)
provvedendo con uno dei suoi battaglioni a prolungare il dispositivo di
protezione del fianco sinistro del Corpo Italiano di Liberazione da Tabano
(escluso) alla riva sinistra del fiume stesso
-
Orienti il 184° reggimento ad agire lungo la direzione
di Jesi- San Marcello- Belvedere Ostiense- Ostra Vetere, a sostegno della 2°
Brigata
4° Limiti di settore:
-
Tra truppe polacche e 2a Brigata: da definire;
-
Tra 2a Brigata e 1a Brigata: la valle del torrente
Granita –C Pasqualini (3341) alla 2a Brigata; C. leopardi (3141) alla 2a
Brigata; Fosso del Vaccarile- Case
Padovano (2643) alla 2a Brigata; Fosso della Rota
5° Collegamento tra 1a e 2a Brigata: nell’attuale situazione
a mezzo pattuglie di entrambe le brigate
lungo la
rotabile L’Aquasanta. C. Pasquinelli, q.203(3343) Belvedere.
6° Riserva del Corpo Italiano di Liberazione: IX reparto
d’assalto che si dislocherà nella zona
immediatamente a nord di Jesi
7° Artiglierie
Lo
schieramento delle artiglierie, dovendo rispondere ad esigenze generali di
azione di
fuoco in
tutto il settore del Corpo Italiano di Liberazione pur assicurando le
specifiche
azioni di
ogni brigata, sarà determinato e coordinato conseguentemente dal comandante
dell’artiglieria del Corpo Italiano di Liberazione su direttive già da
me impartite.
8° Genio:
a)
Lavori:
. posa delle mine per la difesa
di Belvedere Ostiense (accordi con 2a Brigata);
. sgombero mine per le rotabili
interessanti le direzioni di movimento delle due brigate;
. ripristino interruzioni sulle
rotabili suddett3e. Nell’attuale sosta operativa provveda al
ripristino delle interruzioni tra l’Aquasanta e Casa Collina ( Accordi
con il IX reparto
d’assalto e 1a Brigata)
. tenere presente inotre che al
Corpo Italiano di Liberazione interessa l’uso della rotabile n. 76 fra Jesi ed
il mare. Ricordo perciò notizie sulla sua transitabilità e prenda accordi con
genio polacco circa eventuali ripristini di interruzioni
b)
Collegamenti
. inizi asse di collegamento
sulla direzione di movimento della 1a Brigata
. attui delle trasversali di
collegamento tra asse 2° Brigata e asse 1° Brigata
Il
generale comandante
Umberto
Utili
-