I Carri polacchi in marcia verso Castelferretti, al bivio di Casteld'Emilio, sotto Paterno 18 lugli

I Carri polacchi in marcia verso Castelferretti, al bivio di Casteld'Emilio, sotto Paterno 18 lugli
Bivio per Casteld'Emilio, sotto Paterno: La popolazione civile, in maggioranza femminile in quanto gli uomini erano nascosti applaude al passaggio dei carri polacchi

sabato 20 gennaio 2024

Corpo Italiano di Liberazione 1944 Ordinamento

L ’ordinamento definitivo del Corpo Italiano di Liberazione 


Il Corpo Italiano di Liberazione aveva acquisito attraverso le esperienze di Montelungo, Monte Marrone e le operazioni nelle Mainarde una buona consistenza organica, ben amalgamata, ma si sentiva l’esigenza di adottare una snodatura organica che facilitasse il funzionamento del Comando. A tale riguardo il Comandante del Corpo Italiano di Liberazione nel momento di lasciare la zona delle Mainarde, ma queste sue intenzioni erano sul tappeto da tempo, ritenne opportuno di costituire due brigate, la I e la II, in via provvisoria e in attesa della superiore approvazione, a partire dal 1 giugno 1944, fermo restando che il provvedimento avrebbe interessato tutte le truppe e i reparti non inquadrati nella divisione Nembo. Della I Brigata, al comando del col. Fucci, con base il 4° reggimento bersaglieri e il 3° reggimento alpini; della II Brigata, al comando del col. Moggio, con base il 68° reggimento fanteria e il IX Reparto d’Assalto (fanteria paracadutista). Veniva, inoltre, costituito un comando artiglieria del Corpo Italiano di Liberazione, al comando del gen. Moro, con base l’11° reggimento artiglieria. L’ordinamento venne nelle settimane successive affinato, e a partire dal 20 giugno 1944 il Corpo Italiano di Liberazione assunse un ordinamento con base il Comando, la Divisione Nembo, la I e la II Brigata. Si trattava nella sostanza di brigate miste nelle quali, come d’altronde nella stessa divisione Nembo, il rapporto tra elemento di manovra (fanteria) ed elemento di fuoco (artiglieria) era tutto a favore del primo, quasi a sottolineare l’importanza attribuita alla manovra degli uomini in un momento in cui l’offensiva stava per assumere un ritmo celere. La manovra dei proiettili pesanti veniva, peraltro, accentrata tenendo alla mano, per ogni eventuale bisogno, ben sei gruppi di artiglieria. In totale i gruppi di artiglieria erano dieci, compresi quelli della divisione Nembo a fronte di 14 battaglioni di fanteria; il rapporto tra fanteria e artiglieria era dunque, all’incirca, di 1,5 a 1. Tuttavia, desiderando dare anche alle unità dipendenti la possibilità di disporre in proprio di un maggiore volume di fuoco pesante, fu prevista, nel corso delle operazioni, l’assegnazione del III gruppo da 75/18 dell’11° Reggimento artiglieria alla divisione Nembo e del IV gruppo da 75/18, pure dell’11° Reggimento artiglieria, alla II Brigata. Salvo qualche variante di non grande rilievo, fu questo l’orrdinamento che il Corpo Italiano di Liberazione mantenne fino al suo scioglimento. L’ordinamento sopra detto, nel dettaglio, era il seguente, come risulta dalla disposizione n. 404 di prot. ord. emanata in data 16 giugno 1944,


 Massimo Coltrinari

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