I Carri polacchi in marcia verso Castelferretti, al bivio di Casteld'Emilio, sotto Paterno 18 lugli

I Carri polacchi in marcia verso Castelferretti, al bivio di Casteld'Emilio, sotto Paterno 18 lugli
Bivio per Casteld'Emilio, sotto Paterno: La popolazione civile, in maggioranza femminile in quanto gli uomini erano nascosti applaude al passaggio dei carri polacchi

domenica 5 novembre 2017

Il C.I.L. da Jesi al Metauro III

MOVIMENTI E TRASFERIMENTI Dl UNITÀ - RIDUZIONE DELLA FORZA OPERANTE DEL C. I. L.
 In conformità con le direttive generali emanate dall'8a armata britannica, il Corpo polacco mentre ancora le unità del C. I. L. stavano completando il loro schieramento nel nuovo settore — dispose che il C. I. L. si trasferisse a sud di Macerata, nella zona di Loro Piceno, «allo scopo di riorganizzarsi, rimettersi in efficienza e riposare », con questa avvertenza :
— che il settore di cui il C. I. L. aveva in atto la responsabilità, doveva essere tenuto da una brigata sulle direttrici generali Sassoferrato - Frontone - Cagli e Sassoferrato - Pergola, e da un battaglione sulla direttrice generale Pascelupo - Cagli;
— che la divisione «Nembo» sarebbe passata in riserva a disposizione delle forze di cavalleria polacche che agivano nel settore già tenuto, nella prima quindicina di agosto, dalle unità del C. I. L.; — che le rimanenti unità del C. I. L. dovevano essere ritirate nella zona predetta di Loro Piceno, tra il fiume Chienti e il parallelo di S. M. di Pieca, tenendo presente che il loro movimento doveva essere ultimato entro le ore 12 del 20 agosto.
Il comandante del C. I. L. diede in conseguenza i suoi ordini disponendo (All. 59) :
a) Nel settore Sassoferrato - Gubbio dovevano rimanere soltanto:
— comando tattico del C. I. L.
— comando II brigata con queste unità dipendenti: reggimento marina «S. Marco», battaglione alpini «Monte Granero» con relativa batteria alpina da 75/13, IX reparto d'assalto, IV e V gruppo da 75/13 someggiato, V gruppo cannoni da 57/50 controcarri meno una sezione, due compagnie salmerie del XXII gruppo;
— comando 4° reggimento bersaglieri col solo XXIX battaglione, rinforzato da una sezione cannoni da 57/50 controcarri, e con una compagnia salmerie del XXII gruppo a disposizione: alle dirette dipendenze del comando del C. I. L. ;
— I° compagnia motociclisti del reggimento bersaglieri: in riserva per il comando del C. I. L.  
— 11° reggimento artiglieria col I gruppo da 105/28, il II gruppo da 100/22 e il CLXVI gruppo da 149/ 19, alle dipendenze del comando del C. I. L. tramite comando artiglieria del C. I. L.;
— tutti gli elementi del genio tenendo presente che i plotoni telegrafisti della II brigata dovevano essere portati a due.
b) Quanto allo schieramento degli anzidetti reparti, su un totale di 5 battaglioni, 3 dovevano essere schierati in 1° scaglione e 2 in 2° scaglione, e precisamente, da destra a sinistra (Schizzo n. 19):
— il battaglione alpini «Monte Granero» sulle posizioni da q. 263 di fosso della Pera a q. 402 di C. Gilioni;
 — il battaglione «Bafile» da q. 388 di Piandigallo a q. 555 a nord di Monte Morcia;
— il XXIX battaglione bersaglieri sulle posizioni di Cantiano;
— il IX reparto d'assalto e il battaglione «Grado», in 2à scaglione, rispettivamentc a Coldorso e a Poggetto (a nord - est di Serra S. Abbondio);
— 1a compagnia bersaglieri motociclisti, in riserva, a Cabernardi;
— per l'artiglieria :
·         il IV e V gruppo da 75/13 someggiato rispettivamente nella zona poco a nord di Pianello e in quella di Tangano;
·         il I gruppo da 105/28 dell'11° reggimento nella zona di q. 495 (a nord -est di Poggio Maledetto);
·         il II gruppo da 100/22 dell'11° reggimento nella zona di q. 454 (a nord di Poggio Maledetto);
·         il IV gruppo da 75/18 a est di Frontone; il CLXVI gruppo da 149/19 a Poggio Maledetto;
·         il V gruppo da 57/50 controcarri, frazionato coi battaglioni in 1°scaglione.
c) La divisione «Nembo» passava alla dipendenza temporanea di impiego delle forze di cavalleria polacche quale riserva.
d) Tutte le altre unità del C. I. L. dovevano trasferirsi nella prevista zona di riordinamento a sud di Macerata, dove sarebbero state, sino a nuovo ordine, alle dipendenze del comandante della I brigata[1] .
Il movimento sarebbe avvenuto:
— per autotrasporto: comando I brigata, 68° reggimento fanteria, V battaglione controcarri, 30 reggimento alpini col battaglione «Piemonte» e relativa batteria alpina, XXXIII battaglione bersaglieri, III e IV gruppo[2] da 75/18 dell'11à reggimento artiglieria;
— per via ordinaria: salmerie dei reparti e CCL gruppo salmerie.
e) Riserva di ordini per il riordinamento e il movimento dei servizi.
Erano stati appena diramati questi ordini, quando il comando polacco comunicò che la divisione «Nembo», dopo essere stata sostituita dal 15° reggimento lancieri e dalla banda «Maiella», si sarebbe spostata, nella mattinata del 18 agosto, nella zona Castiglioni Avacelli - Serra S. Quirico - Mergo, tornando alle dipendenze del C.I.L.
Successivamente, il comando del II Corpo polacco dispose che anche la divisione «Nembo» venisse trasferita nella zona di riposo stabilita per le unità del C. I. L., effettuando il movimento nei giorni 21, 22 e 23 agosto. In tal modo, delle truppe del C. I. L., rimasero impiegate per le operazioni solo quelle del settore Sassoferrato - Gubbio: forze equivalenti a circa una brigata mista con una proporzionalità quasi paritetica tra elemento di manovra — 5 battaglioni di fanteria — ed elemento fuoco pesante di artiglieria — 6 gruppi oltre quello controcarri — quindi di poco a favore di quest'ultimo[3] .
La densità di fuoco delle linee tenute dalle truppe del C. l. L. rimaste ad operare, rispetto all'ampiezza del settore affidato il cui sviluppo in linea d'aria era di circa 18 chilometri, risultava sensibilmente scarsa. C'era tuttavia da considerare che la densità di fuoco delle linee tenute dai tedeschi risultava sempre inferiore, anche se le forze nemiche fronteggianti lo schieramento del C. I. L. non consistevano più — stando alle ultime notizie fornite da prigionieri— in un battaglione, come era stato detto in un primo tempo, ma in 3 battaglioni schierati all'incirca comeappresso:
— il II del 194° reggimento fanteria, sulle posizioni ad est di Pergola;
— il II dell'85° reggimento Iaeger, sulle posizioni ad ovest di Pergola;
— il I dell'85° reggimento Iaeger, in 2° scaglione a sud di Acqualagna.
A proposito del nemico si precisava che egli teneva una compagnia controcarri dell'85° reggimento nella zona di Cupe, a cavallo della rotabile Pergola -Cagli, e che inoltre presidiava le località di Molleone e di Fenigli, nonchè le alture a nord della rotabile Pergola Cagli. Circa una quarantina di tedeschi erano stati notati, con armi automatiche e mortai, nella zona di Acquaviva, poco a sud -est di Cagli. Sulla displuviale fra il fiume Cesano e il torrente Tarugo, a nord di Pergola, il nemico occupava Monte Rolo, Monte della Serra, Monte Gherardo. Una compagnia risultava schierata nella zona di Barbanti. Notizie, come si vede, piuttosto confuse, il cui velo soffuso di mistero, caratteristico proprio della guerra, attendeva di essere squarciato dall'atto di forza delle truppe del C. I. L.



[1] Tutti i reparti affluiti in zona di riordinamento a sud di Macerata, compresa poi la divisione «Nembo», passarono in seguito alle dirette dipendenze dell'8a armata inglese
[2] In realtà però il IV gruppo rimase ad operare ancora con le truppe rimaste in linea.
[3] All'atto della costituzione del I raggruppamento motorizzato, anch'esso della forza di circa una brigata mista e che fu l'unità che iniziò la collaborazione attiva con gli alleati e su cui si innestò poi il C. I. L. , il rapporto tra elemento di manovra, fanteria e fuoco pesante di artiglieria, era pure di poco a favore di quest'ultimo. Infatti, ad un totale di 3 battaglioni di fanteria (I e II del 670 reggimento fanteria e LI battaglione bersaglieri) corrispondeva un totale di 4 gruppi di artiglieria dell'11° reggimento

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