Visto
il progredire delle forze polacche da Polverigi, nella notte tra il 17 ed il 18
luglio:
“Il presidio
tedesco di Agugliano distrugge i cannoni delle due batterie e si ritira,
lasciando via libera alla colonna di carri armati polacchi che si attesta la
sera stessa nelle alture di Monte Varino nei pressi del C. Raffaeli.
Il 18 luglio i polacchi
iniziano il rastrellamento dell’abitato di Agugliano, ma dei soldati tedeschi
nessuna traccia: la popolazione civile esce dai rifugi e festeggia i liberatori
che transitano sui loro carri armati in direzione Castel d’Emilio, Borgo
Ruffini e Camerata Picena.
Sembra che l’incubo della battaglia sia
finito, ma non è così: durante la ritirata un gruppo di tedeschi con armi
leggere ed un mortaio si nasconde sul colle del Cimitero di Agugliano.
Il vice Parroco Don Anselmi
indica ad un’autoblindo polacca i tedeschi che sono lì asserragliati, i quali
vistisi scoperti aprono il fuoco con una mitragliatrice e feriscono il
sacerdote.
Si riaccende la battaglia: i
tedeschi sparano alcuni colpi di mortaio che cadono nei pressi dell’attuale
casa Montesi, mentre un altro colpo cade tra la fine di via Oberdan e via
Nazzario Sauro colpendo le persone che ivi stavano festeggiando le truppe
polacche, con un bilancio di 6 civili uccisi e 4 soldati feriti.
E’ un inferno di spari con i
polacchi che bersagliano la collinetta del Cimitero, mentre un carro polacco
nella concitazione della battaglia colpisce con la canna del cannone la
figuretta della Madonna posta all’incrocio per Camerata Picena, distruggendola.
Il tutto dura
pochi minuti: la postazione tedesca viene annientata ed i polacchi proseguono
la loro marcia verso Camerata Picena.”[1]
Ancora Giuliano Evangelisti, con il concorso di Massimo Ossidi , riporta
questa ricostruzione di un episodio del passaggio del fronte.
“Nelle prime
ore del pomeriggio del 18 luglio, al Bivio di Agugliano, sotto la Figuretta,
per la vallata delle Noci, davanti a casa Castruccio, a circa 50 metri , un carro armato
polacco, è stato colpito in pieno da un colpo tedesco che gli asportava di
netto la torretta, provocando la morte di tutto l’equipaggio. L’azione è stata
condotta da un cacciacarro tedesco armato da un cannone da 88 mm , che era posizionato
nell’area a ridosso delle Scuole, sotto Camerana Picena, che ha sparato questo
colpo da oltre 1500 metri ”
[2]
Dal volume di prossima pubblicazione:
Il Corpo Italiano di Liberazione ed Ancona
Il tempo delle oche verdi e del lardo rosso. Il passaggio del fronte giugno-luglio 1944
Roma, Società Editrice Nuova Cultura, 2014