I Carri polacchi in marcia verso Castelferretti, al bivio di Casteld'Emilio, sotto Paterno 18 lugli

I Carri polacchi in marcia verso Castelferretti, al bivio di Casteld'Emilio, sotto Paterno 18 lugli
Bivio per Casteld'Emilio, sotto Paterno: La popolazione civile, in maggioranza femminile in quanto gli uomini erano nascosti applaude al passaggio dei carri polacchi

lunedì 31 gennaio 2022

51a Sezione di Sanità. La Preparazione (1-3)

 

LA PREPARAZIONE

 

“… oggi da questo

Lungo incomincia la novella storia.”

(Carducci – Ca ira)

 

 

La 51ª Sezione di Sanità nacque col 1° Raggruppamento Motorizzato, il 28 settembre   1943, col nome di “Nucleo di Sanità Motorizzato”. Essa non era una unità precostituita prima degli eventi dell'8 settembre, ma attinge le sue origini e la sua affermazione ad infiniti ripieghi ed iniziative spesso personali degli   ufficiali   preposti al suo approntamento.

Si può dire che il treno che il 28 settembre 1943 portava il Nucleo  Sanità  Motorizzato, “completo  di  uomini  e mezzi”, da Bari a  S. Pietro Vernotico, zona  di  radunata  della  prima Grande  Unità  italiana  destinata  a  combattere  a  fianco  degli alleati, recasse solo un  programma e non  un  reparto realmente efficiente, che  potrà  dirsi  tale soltanto verso  la  metà  di  ottobre dopo che una  quasi totale  sostituzione del personale  e una congrua  dotazione di materiali  e  di scorte lo  metteranno  veramente sul piede di guerra e lo adegueranno alla  preparazione delle truppe e  degli  altri servizi  costituenti il Raggruppamento .

La serietà d'intenti, l’intensità del lavoro, lo spirito entusiasta, ma soprattutto la serena comprensione dei gravi doveri dell’ora, che animavano il complesso di ufficiali e soldati, portavano presto il Nucleo di Sanità Motorizzato in perfetto equipaggiamento ed in   presentazione impeccabile alla rivista che S. M. il Re passò al 1° Raggruppamento a Campi Salentina.

Sussultarono in quell'ora di fede rinnovata e di nuove speranze gli animi dei presenti quando la bandiera del 67° Fanteria, mai ammainata, la bandiera lacera delle eroiche giornate della “Brigata Palermo” e dei duri combattimenti di una recente, se pur sfortunata campagna, garrì nuovamente al vento sull'estremo lembo della penisola. Quale fierezza di propositi vibrò in quell’accolta di uomini! Fanti, bersaglieri, artiglieri, genieri, portavano sul viso la maschera dura di chi ha indicibilmente sofferto e negli occhi l'ombra dell'orrenda tragedia vissuta per sopravvivere al crollo immane e per fuggire al risucchio della rovina.

Profughi dei Balcani, nuclei risaliti dalla Calabria, soldati venuti dal nord   attraverso   le   linee   già   contese, vecchi fanti della Vajussa, giovani   bersaglieri allievi di un Battaglione d’istruzione, tutti erano inebriati dall’ardore di resurrezione che sembrò avvolgere uomini e macchine nella blanda luminosità mattinale di quella seconda quindicina di ottobre.

Dopo un mese di quasi generali sbandamenti, di notizie sconsolanti, di atroci incertezze sulla sorte di molti soldati, sembrava un sogno, veder di nuovo una grande Unità Motorizzata, tutta italiana, schierata in parata.

Uomini rivestiti a nuovo in tela kaki, macchine fresche di tinte mimetiche, lucide bocche da fuoco disposte in minaccioso quadrato, distintivi policromi delle varie armi e scudetti, dànno a tutti la certezza che la Patria non è morta e non soccomberà al violento ciclone.

La preparazione acquista un ritmo accelerato fra difficoltà   di ogni sorta a   trovare l’indispensabile di mezzi, armi, munizioni, equipaggiamenti.  Non   tutti comprendono   ancora   o non   vogliono capire che se si vuole la rinascita della Patria bisogna pagare totalmente di persona, bisogna rinunciare al proprio egoismo, bisogna votarsi a qualsiasi sacrificio e soprattutto bisogna   non   aspettarsi   riconoscimenti   da parte di chicchesia.

I contatti con gli alleati diventano sempre più frequenti e, mentre una missione speciale si reca in aereo a Napoli al comando della 5ª Armata Americana, a studiare le questioni di dettaglio per l'agganciamento del nuovo reparto italiano alle truppe alleate in linea sul Volturno, si prepara una esercitazione tattica nei pressi di Nardò, alla presenza del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito ed di un folto gruppo di Ufficiali dell’alto comando alleato.

Il Nucleo di Sanità è in perfetta efficienza. Ogni uomo conosce il suo compito e arde dal desiderio di fare e di fare bene perché ognuno ha compreso qual’é la nostra situazione. La situazione di un esercito vinto. Abbiamo  chiesto di combattere a fianco del le truppe britanniche ed americane per riscattare gli errori del nostro passato, per avere un aiuto nella ricostruzione di domani; ci è stato promesso che le dure condizioni d'armistizio verranno mitigate, che l'Italia al tavolo della pace sarà trattata in ragione  del  concorso  che  avrà  portato alla vittoria degli alleati; i vincitori da poco  sbarcati sulla nostra terra diffidano di noi: bisogna oggi acquistarci la loro fiducia, domani avremo anche la loro ammirazione.

L'esercitazione, riuscitissima, si conclude con un ordine del giorno alle truppe in cui si rileva una particolare citazione per il Nucleo di Sanità Motorizzato “per il modo brillante con cui si è presentato sul terreno della manovra”.

 

(continua)