I Carri polacchi in marcia verso Castelferretti, al bivio di Casteld'Emilio, sotto Paterno 18 lugli

I Carri polacchi in marcia verso Castelferretti, al bivio di Casteld'Emilio, sotto Paterno 18 lugli
Bivio per Casteld'Emilio, sotto Paterno: La popolazione civile, in maggioranza femminile in quanto gli uomini erano nascosti applaude al passaggio dei carri polacchi

lunedì 28 ottobre 2013

Filottrano: la relazione del generale Utili

Relazione sommaria sull’operazione di Filottrano
(8-9 luglio 1944)
I. Situazione Nemica
Secondo informazioni raccolte nel corso e dopo l’azione da prigionieri e da civili l’abitato di Filottrano era difeso dal I e dal II btg. Del 994° rgt. Della forza l’uno intorno ai trecento uomini, l’altro 250, da tre carri armati o semoventi, da quattro o cinque autoblinde e da un numero imprecisato di pezzi controcarro da 75/40.
Uno dei  due btg. Era stato affrettatamente portato in linea nelle 24 ore precedenti.
La posizione di Filottrano, dominante ogni possibile via d’attacco ed appoggiata ad un abitato così robusto che malgrado che i potenti concentramenti di artiglieria la popolazione civile rimasta quasi tutta in paese ha subito, per effetto di essi, perdite insignificanti, costituiva per il difensore un eccellente appiglio tattico a cui le posizioni avanzate sullo sperone di Tornavano e su quello delle Grazie assicuravano una conveniente profondità. Malgrado queste difficoltà per l’attaccante, l’operazione costituiva una necessità fondamentale nel quadro generale delle operazioni per disarticolare un vero e proprio sistema di resistenze appoggiate nella linea di grossi abitati dominanti al di là del Musone.
Occorre mettere in evidenza che, malgrado i btg. Fossero di forza ridotta, il loro armamento in armi automatiche e mortai risultava al completo, e che la guarnigione ha avuto l’appoggio vivace di una massa di artiglieria molto superiore al previsto.

 II. Situazione Nostra
Da parte nostra partecipato all’attacco cinque battaglioni della divisione “Nembo” di cui quattro della forza presente 4-500 uomini ed uno  d circa 300 uomini, quindici batterie italiane con uno scrso munizionamento e artiglieria della 6° brigata polacca rinforzata da due gruppi di medio calibro e da cinque carri “Sherman”, di cui due intervenuti solo nell’ultima fase della lotta.
 Dei cinque btg. Impegnati due avevano subito perdite abbastanza sensibili nelle operazioni preliminari precedenti e due erano giunti affrettatamente a portata solo nelle ultime ore del giorno precedente.
Data l’urgenza, l’operazione ha dovuto essere imbastita con precipitazione e non era convenientemente preparata soprattutto per quanto riflette l’orientamento generale dei reparti e la loro piena disponibilità di uomini e di mezzi.
Essendosi già preliminarmente accertata la difficoltà di attaccare Filottrano da sud per lo sperone dell’Imbrecciata, il concetto operativo è stato il seguente:
investire Filottrano da est con un reggimento su due btg. Partenti dalle posizioni polacche di Villanova, impegnare il pese da sud con un btg., gravitare con la riserva verso destra (attacco principale).

 III. Sviluppo delle operazioni
Dalle 06.00 alle 07.00 del giorno 8 luglio sono stati effettuati tiri di artiglieria di preparazione dell’attacco. L’attacco si è iniziato alle 07.30 circa, con un lieve ritardo rispetto al previsto. Nel corso di circa tre ore esso ha progredito attraverso due lotte fino al margine dell’abitato.  Si è trasformato  successivamente in una lotta casa per casa per snidare nuclei nemici asserragliati. Verso le 15.00 un contrattacco tedesco appoggiato da carri e da semoventi ha costretto il battaglione avanzato a fluttuare lievemente  all’indietro, lasciando la 45° cp. A caposaldo nel fabbricato dell’ospedale. Verso le ore 19.00 un impetuoso contrattacco, effettuato da due compagnie con l’appoggio degli “Sherman” polacchi, ha permesso di riprendere il contatto con la 45° cp. Che si è così potuta sganciare. Una nuova azione degli elementi blindati nemici e la sopraggiungente oscurità hanno vietato di mantenere gli obiettivi raggiunti. Durante la notte il nemico ha evacuato il paese dirigendosi, a quanto pare, verso Staffalo, sotto la protezione di tiri intensi e prolungati della propria artiglieria. Alle ore 06.00 del giorno 9 luglio le pattuglie della “Nembo”, spinte innanzi per saggiare la situazione, incontravano debole resistenza da parte di qualche arma automatica ritardatrice. Un’ora dopo il tricolore veniva issato sul paese.

IV: Perdite Nostre
Sono stati segnale 41 caduti, 209 feriti e 81 dispersi. La maggior parte di questi ultimi è costituita da feriti sgombrati su formazioni sanit5arie polacche e di cui le nostre non hanno ancora notizia. Il resto o la maggior parte del resto è certamente rappresentata da caduti non ancora ritrovati (io stesso personalmente ho ritrovato nei campi due salme non ancora identificate e dunque non computate).
In elevata percentuale queste perdite sono dovute ai tiri di artiglieria e dei mortai, micidiali perchè effettuati intensamente da più direzioni su contrafforti ove qualunque movimento era visibile. Della rimanente percentuale di perdite una parte è dovuta ai tiri d’arma automatica ed una parte a bombe a mano nei combattimenti ravvicinati.
Due carri “Shermn” sono stati messi fuori combattimento, l’uno per tiro d’arma controcarro, l’altro per esser saltato su una mina.
V. Perdite del Nemico
Trentatrè prigionieri sono stati consegnati il giorno 8 agli organi informativi del II Corpo polacco, un’altra decina di prigionieri si trovano ancora nelle mani della divisione “Nembo”…
Sono state ricevute una cinquantina di salme tedesche.
Da dichiarazione dei civili, a prescindere dallo sgombero dei feriti, avvenuto durante la giornata, i tedeschi avrebbero sgomberato nella notte tre autocarri di salme recuperate.
Nel complesso ritengo ragionevole l’ipotesi che il nemico abbia subito all’ingrosso il 50% di perdite; mi riservo tuttavia di comunicare appena possibile il risultato di ulteriori accertamenti.

Conclusioni
L’obiettivo è stato raggiunto.
Il nemico è dovuto ripiegare contro la sua volontà e le forze di fanteria impiegate hanno certamente subito un ulteriore grave logoramento. Tutto ciò è stato realizzato con sacrificio sensibile. Le truppe si sono battute ed un particolare riconoscimento lo debbo all’artiglieria polacca per un concorso non certamente inferiore al 50% delle munizioni impegnate nel totale ed ai carri armati polacchi che hanno subito proporzionalmente perdite considerevoli.

Il generale comandante
Umberto Utili