Nella ricorrenza del 150° anniversario dell’Unità d’Italia e dello sbarco alleato sul litorale pontino del 22 Gennaio 1944, il Lions Cub Anzio-Nettuno, presieduto dall’Ing. Giovanni Vallone, con il patrocinio dei Comitati del Distretto Lions 108L “150 anni dell’Unità d’Italia” “Rapporti con le forze Armate e Forze di Polizia”, ha organizzato, sabato 22 gennaio 2011, nella prestigiosa sala consiliare di Villa Sarsina ad Anzio, un convegno dal tema “Appuntamento con la Storia. Per non dimenticare il sacrificio di tanti uomini e donne di questo territorio”.
L’organizzatore e moderatore del convegno è stato il gen. Miche Corrado. Dopo aver accolto i numerosi ospiti e convenuti, Corrado, ha dato la parola al Vice Sindaco di Anzio, che ha portato i saluti della città, e al presidente del Consiglio Comunale di nettuno (che riportiamo in un articolo successivo); poi ha svolto una ampia introduzione incentrata sui temi centrali del volume del primo relatore On. Prof. Domenico Fisichella, “Il Miracolo del Risorgimento Italiano”. Questa ampia introduzione ha permesso al Prof. Fisichellia di poter entrare subito in tema, sottolineando i temi che hanno portato alla formazione del popolo italiano in epoca preromana. Sottolineato il passaggio tra l’epoca romana e il feudalesimo, il relatore tratteggia con maestria il confronto tra la civiltà feudale e quella borghese e capitalista, la matrice dello stato nazionale a guida delle elites dinastiche. La rivoluzione francese ha esaltato il concetto di nazionalità, e ha portato sulle baionette in tutta Euorpa le ideee rivoluzionare, che il congresso di Vienna, nonostante ogni buona volontà, non riuscì ad estirpare.
Da qui il miracolo del risorgimento italiano della metà dell’ottocento e la nascita dello Stato unitario Italiano.
Corrado poi a dato la parola al Prof. Alberto Sulpizi. Che ha trattato il tema “Anzio e Nettuno nel periodo di fine ’80: Amilcare Cipriani.” E poi al Dott. Vincenzo Monti “L’assistenza sanitaria a Nettuno ad Anzio prima e dopo l’Unità d’Italia”.
L’ultima relazione è stata tenuta dal gen. Massimo Coltrinari dal titolo “Dal primo al Secondo Risorgimento” La relazione si è inserita nel filone introdotta dal prof Fisichella, che, in pratica, ha spiegato il “perché”, le cause che sono a monte del Risorgimento Italiano; Coltrinari ha spiegato ed illustrato “come” questo Risorgimento si è attuato e realizzato. Partendo dal seme gettato con la nascita delle repubbliche filofrancesi del 1799, citando il proclama di Rimini di Murat indirizzato a tutti gli Italiani, ha sottolineato le tappe attraverso le quali i patrioti italiani si sono opposti alla Santa Alleanza, con le date più significative (Macerata 1817, i moti del ‘21, del ‘32, del ‘35), tutti attivati all’insegna del Tricolore.
Poi ha illustrato il trienni rivoluzionario 1846-1849, in cui il tricolore ha oprato al centro i segni dei siciliani, napoletani, pontifici, toscani, veneti e piemontesi, ovvero i segni degli stati preunitari. Riportato l’antico ordine, il decennio di preparazione è preludio all’anno “mirabilis” che è il 1860 in cui si compie unità territoriale che poi nel 1870 con la conquista di Roma si completa. L’Italia è uno Stato, che con la prima guerra mondiale, nei sacrifici del conflitto e della vittoria di forma la Nazione italiana definitivamente. Monarchia e Fascismo gestiscono per vent’anni il potere, ma con la dichiarazione di guerra del 1940 e la conduzione della medesima compromettono tutto. Il fascismo e la monarchia implodono e la crisi armistiziale del settembre 1943 impone ad ogni italiano delle scelte. E’ la guerra di liberazione, o meglio la guerra degli italiani che dal 1943 al 1945, in funzione subordinata alla Campagna d’Italia condotta dagli Alleanti contro i Germanici, sempre con il Tricolore che raccoglie tutti, che permise poi, a guerra finita di fare la scelta istituzionale e adottare l’attuale costituzione.
Un dono ai relatori e i ringraziamenti del presidente del club Lions Anzio nettuno Ing. Vallone, ha concluso il convegno.
(Questa nota doveva essere inviata all'amico, scomparso, Claudio Mallone. La pubblichiamo in Suo ricordo, sottolinenado quanto la sua dipartita abbia lasciato un vuoto senza pari, anche nel campo delle inizaitvi socioculturali)