I Carri polacchi in marcia verso Castelferretti, al bivio di Casteld'Emilio, sotto Paterno 18 lugli

I Carri polacchi in marcia verso Castelferretti, al bivio di Casteld'Emilio, sotto Paterno 18 lugli
Bivio per Casteld'Emilio, sotto Paterno: La popolazione civile, in maggioranza femminile in quanto gli uomini erano nascosti applaude al passaggio dei carri polacchi

venerdì 23 settembre 2016

Una testimonianza

Comm. Giovanni Corvino
Via Marchianò n°16
71121 Foggia
Tel. 0881-636341 – 32897770368



Egr. dr. Coltrinari,
            conoscendo la Sua passione ed interessi per le vicende militari, ritenendo di farLe cosa grata, Le accludo copia del ruolino ricostituito del mio 1° plotone della 3^ compagnia del Battaglione Alpini “Piemonte”, con delle precisazioni a conferma di quanto Lei già conosce, provenienti da chi le ha realmente vissute.
            Come Lei sa il plotone ha partecipato alla conquista di Monte Marrone sul lato destro la notte del 31 marzo 1944, e come risulta dagli atti ufficiali, compresi quelli del Generale Utili, l’intervento degli uomini della 3^ compagnia (trattasi del 1° plotone) fu determinante nel respingere l’attacco tedesco nella notte di Pasqua del 9-10 aprile 1944.
            A fine di maggio la terza compagnia, passata dal Capitano Campanella, infortunatosi in una ricognizione, al Capitano Barbieri, con in testa il 1° plotone conquistò Colle dell’Altare ed il giorno successivo attraverso il Balzo della Cicogna scese alla Madonna del Canneto, ove fu uno scontro con i tedeschi in ritirata per proseguire il giorno dopo sul sentiero che portava ad Opi (fui decorato di Medaglia di Bronzo sul campo).
            Ma ormai la strada per Roma era aperta. Per cui il Battaglione Alpini “Piemonte” tornò alla base di Monte Marrone per essere trasferito con tutto il C.I.L. su settore Adriatico alle dipendenze dell’8^ Armata inglese, per l’avanzata sul settore Adriatico, Orsogna, Guardiangrele, Torre dei Passeri, l’Aquila, Ascoli Piceno, fiume Musone, incontrando anche grosse difficoltà e resistenze. La sera del 19 luglio, sul fiume Esino la 1^ e la 2^ compagnia del Battaglione Piemonte ebbero degli scontri con i tedeschi a Case Guglielmi, mentre il mattino del 20 luglio alle ore 7, con il mio plotone ho attraversato l’Esino e sono entrato a Jesi.
            Egregio dr. Coltrinari, io, nonostante la mia giovane età, solo 22 anni, avevo già maturata una grossa esperienza nella campagna di Russia, facevo parte, sempre come comandante di plotone fucilieri, del Battaglione “Val Cismon” del 9° alpini della Divisione Julia. Ero rientrato in  Italia nel gennaio 1943, perché ferito in combattimento da pallottola di parabellum a quota 205.6 del famoso quadrivio di Seleny Yar-Deserowka (fui decorato di Medaglia di Bronzo, anche se la proposta era per Medaglia d’Argento sul campo non andata in porto per i noti eventi della ritirata).
            L?8 settembre ero nell’Alta Val d’Isonzo, precisamente a Voschia (zona slava), dopo aver raggiunto il nostro Centro di Mobilitazione di Feltre e consegnato quanto eravamo riusciti a recuperare, fui ospite a casa del Tenente medico della mia compagnia, dr. Salvatore Vergani, a Montebelluna e dopo qualche giorno di valutazione per quale decisione prendere, fui catturato il 15 settembre, ad Ancona dai tedeschi e trascorsi 15 giorni, come prigioniero nella Caserma Cialdini. Prevedendo di essere internato, riusci a liberarmi ed il 13 ottobre 1943 attraversai la linea Gustav tra Guglionesi e Montenero di Bisaccia (Termoli).
            Una volta al Sud, dal Distretto Militare di Foggia fui inviato prima a Bari al Comando Tappa n.8 e poi a Lecce al Comando Tappa n.10 per essere poi destinato a Bari presso il costituente Reparto Esplorante Alpini (forza una compagni mista tra alpini ed artiglieri alpini) comandata dal Capitano Renato Maiorca. Il Reparto fu trasferito ad Alberobello per iniziare la preparazione e successivamente a Nardò ove si erano radunati altri alpini e fu costituito un Battaglione di Alpini ed una Batteria di Artiglieria Alpina denominato priam Battaglione Alpini Taurinense, poi Battaglione Alpini Piemonte. Per vari motivi il Battaglione fu trasferito a Cisternino per completare l’addestramento.
            Il Battaglione Alpini Piemonte entrò a far parte del 1° Raggruppamento Motorizzato, che già l’8 dicembre era stato impiegato a Montelungo, per cui nei primi di marzo il Battaglione fu trasportato nella zone delle Mainarde (Colli al Volturno-Scapoli-Castelnuovo al Volturno) per poi essere  impiegato nella conquista di Monte Marrone.
            Del periodo 5 anni, trascorsi con l divisa grigio-verde, sono soddisfatto, ho sempre fatto al meglio il mio dovere e ne rimango grato, perché partito volontario a 18 anni, come un bambino, sono fortunato, perché ho riportato a casa il mio telaio, con tanta esperienza e maturità, capace di affrontare le gioie ed i dolori che la vita ci offre.

            Mi scusi per la lunga chiacchierata e per il tempo che le ho rubato e cordialmente La saluto.

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